Meditazione Latihan
Latihan è una pratica spirituale e un'esperienza completamente spontanea. Non è una tecnica ma un entrare in contatto con la Presenza dentro di noi e arrendersi al suo volere.
Latihan proviene da una espressione indonesiana latihan kejiwaan che significa "allenamento del sé interiore". Non c'è un modo giusto o sbagliato di fare questa meditazione, dal momento che si basa sulla connessione con la guida interiore e sul seguire le sue indicazioni.
Come procedere
Si pratica in uno spazio dove sia possibile muoversi, con o senza musica di sottofondo. Si indossano abiti che non costringano e facilitino i movimenti.
1. Si incomincia stando in piedi ad occhi chiusi. Si rivolge l'attenzione all'interno e ci si connette con la Presenza. Come? Grazie all'attenzione cosciente focalizzata nel qui e ora.
2. Aspetta in uno stato di totale abbandono e fiducia; nota qualunque sensazione sia presente nel tuo corpo.
3. Osserva il respiro e qualunque, sia pur piccolo, movimento stia iniziando in qualunque parte del corpo assecondalo e lascialo accadere.
4. Connetti alla sensazione del movimento un suono, qualunque esso sia purché sorga spontaneo dentro di te. Esprimiti liberamente e continua a rimanere connesso con le sensazioni spontanee da assecondare. Osserva anche i pensieri che passano per la tua testa. Potrebbe accadere che dopo un poco la tua mente si acquieti.
Con la pratica la connessione con la tua intuizione diviene più chiara e forte.
5. Lasciati cadere sul pavimento, rimani immobile e osserva il tuo mondo interiore.
La meditazione latihan dura circa mezz'ora e il riposo circa dieci minuti.
Attenzione a ..
Non essere tu a fare accadere il movimento o il suono. Dal momento che questa è una pratica basata sulla guida interiore, lascia che il movimento nasca dentro di te spontaneamente.
Se ti capita di rimanere fermo, va bene anche questo. Per quanto fermo stai respirando, il cuore batte e molti altri processi accadono dentro di te: il movimento è presente in ogni caso.
Tutto ciò che devi fare è rimanere presente alla Presenza, lasciare accadere e osservare.
Meditazione Gibberish
Gibberish (oppure Jibberish) è un termine che indica l'emissione di suoni simili a parole ma prive di significato. Fu il mistico Jabbar, che centinaia di anni fa prese a usare per primo questa tecnica: non parlava nessuna lingua e si esprimeva soltanto attraverso parole prive di senso. Il nome della tecnica deriva da suo nome. Ai suoi discepoli diceva:"La mente è soltanto gibberish. Ignorala e potrai avere un assaggio del tuo essere". Il gibberish rompe gli schemi di verbalizzazione della mente e la costringe a tacere.
La pratica di questa tecnica di meditazione, riproposta in tempi relativamente recenti dal mistico indiano Osho, è preziosa per conseguire molti benefici risultati:
* Trasformare la collera, la frustrazione e la rabbia repressa in pura energia
* Superare lo stress fisico, mentale ed emozionale, divertendosi
* Riscoprire la propria vitalità
* Ritrovare la capacità di contattare dentro di sé uno spazio di silenzio
La tecnica, che può essere praticata quotidianamente in quanlunque momento della giornata, si sviluppa in due fasi.
Prima fase: Gibberish
Come praticare
Chiudi gli occhi e incomincia a emettere suoni senza senso. Divertiti e sii creativo nel formulare parole insensate, permettiti di essere coscientemente folle. Puoi piangere, gridare, mormorare, urlare, parlare: fà ciò senti di aver bisogno di fare attraverso la voce e il corpo, che si muove a sua volta in modo imprevedibile accompagnando la voce.
Avvertenze
Non interrompere mai l’emissione dei suoni, nè i movimenti del corpo, finchè la tecnica di meditazione dura. Se pratichi insieme ad altre persone non lasciarti distrarre e non interferire in nessun modo con lo spazio altrui. Se pratichi da solo e non puoi fare rumore, parla in silenzio ma con intensità e muovi il corpo.
Questa fase può durare da 10 a 30 minuti; incominciare a emettere il gibberish per 10 minuti e aumentarne progressivamente la durata fino a 30 minuti.
Seconda fase: Osservare
Siedi e immobilizza il corpo; ad occhi chiusi rivolgi l'attenzione verso l'interno e osserva in modo neutro qualunque cosa affiori in termini di sensazioni, sentimenti, emozioni. O semplicemente goditi il silenzio che è sceso dentro di te.
Questa fase avrà la stessa durata scelta per la prima.
Se ne senti il bisogno o ti fà piacere, alla fine di questa fase lasciati cadere sul pavimente e giaci immobile, in completo abbandono, per qualche minuto.
Meditazione Nadabrama
È una meditazione creata da Osho.
Semplice ed efficace permette a chi la pratica di sentire di essere nel flusso della vita; flusso nel quale ognuno, consapevolmente o no, trasmette e riceve energia vitale.
Nadabrama allena la nostra consapevolezza sia nel dare che nel ricevere energia. Accade prima il dare: più questo atto è totale, più il ricevere che segue è appagante.
Il dare e ricevere sono, a loro volta precedute da una fase preparatoria: il corpo è fermo e il dorso delle mani è appoggiato sulle cosce; espirando si emette dalla bocca il suono hum…, mentre si visualizza se stessi come una canna di bambù vuota attraversata dal vento, in uno stato di completa apertura e arresa alla vita. Questa fase preparatoria, detta dello 'humming', data la emissione del suono hum, dura 30 minuti.
La fase successiva, quella del dare, dura sette minuti e mezzo: le mani, palmo rivolto in su, sono davanti al petto e di qua si muovono prima in avanti, poi di lato e infine tornano davanti al petto in un movimento circolare così lento che sembra accadere da solo.
Segue la fase del ricevere, anch'essa dura sette minuti e mezzo: le mani partono raccolte davanti al petto, i palmi rivolti in basso, lentamente si muovono verso l'esterno, in avanti e poi di nuovo verso il petto circolarmente.
Negli ultimi quindici minuti della meditazione, la cui durata complessiva è di un'ora, ci si distende al suolo, in posizione supina: immobili si osserva il proprio mondo interiore.
Meditazione Vipassana
Vipassana significa "vedere le cose come realmente sono". É una tecnica di meditazione buddhista nata in India più di 2500 anni fa. Fu creata da Buddha per guarire le sofferenze umane.
É una via di trasformazione basata sulla osservazione della propria respirazione. Senza intervenire sul ritmo respiratorio, lasciandolo naturale così com'è, divenire consci dell'attività respiratoria. Far sì che la coscienza segua ogni singola inspirazione ed espirazione, ogni singola pausa. Si tratta di fare della propria respirazione un oggetto di consapevolezza. Respirando consciamente, l’attività mentale rallenta. Buddha ha detto: "Seguite consciamente la vostra attività respiratoria e creerete in voi un centro di consapevolezza".
La tecnica di Vipassana viene insegnata in corsi residenziali della durata di dieci giorni, durante i quali i partecipanti apprendono le basi del metodo e fanno esperienza della meditazione tanto da apprezzarne i risultati benefici.
» Per saperne di più, visitare il sito www.dhamma.org
Ecco qui di seguito come la Vipassana viene magnificamente presentata dal maestro spirituale illuminato Osho.
Vipassana
Siedi in silenzio e comincia a osservare il tuo respiro. Il punto di osservazione più semplice è all'entrata del naso. Quando il respiro entra, avvertine il contatto all'inizio del condotto nasale: osservalo da quel punto. Il contatto sarà più facile da osservare, il respiro sarebbe troppo sottile: all'inizio limitati ad osservarne il contatto. Il respiro entra e tu lo senti entrare: osservalo. E poi accompagnalo, seguilo. Scoprirai che a un certo punto si arresta. Si ferma da qualche parte vicino all'ombelico; per un attimo, per un pal, si arresta. Quindi, risale verso l'esterno: seguilo, di nuovo percepisci il contatto del respiro che fuoriesce dal naso. Seguilo, accompagnalo verso l'esterno: di nuovo arriverai a un punto in cui per un attimo brevissimo il respiro si arresta. E il ciclo riprende un'altra volta.
Inspirazione, pausa, espirazione, pausa, inspirazione, pausa. Dentro di te quella pausa è il fenomeno più misterioso. Quando il respiro è entrato in te e si è fermato, non c'è nessun movimento: quello è l'attimo in cui si può incontrare Dio. Oppure quando il respiro esce e poi si arresta, e non esiste alcun movimento.
Ricorda, non lo devi arrestare tu: si ferma da solo. Se lo interrompi volontariamente, quell'istante ti sfuggirà, perché colui che agisce interferirà e scomparirà il testimone. Tu non devi interferire. Non devi alterare il ritmo della respirazione, non devi né inalare né esalare. Non è come il Pranayama dello yoga, dove tu intervieni per controllare il respiro. Non è la stessa cosa. Non alteri affatto il respiro, lasci spazio al suo fluire naturale, alla sua naturalezza. Lo segui quando esce e lo segui quando entra.
E presto ti accorgerai dell'esistenza di due pause. In queste due pause si trova la porta. E in quelle due pause perverrai alla comprensione, vedrai che il respiro in se stesso non è vita, forse è nutrimento per la vita, come altri cibi, ma non è la vita. Perché quando il respiro si arresta tu sei presente, assolutamente presente: sei perfettamente consapevole, assolutamente cosciente. E anche se il respiro si è arrestato, se il respiro non c'è più, tu ci sei ancora.
Trova un luogo comodo dove sederti per 45-60 minuti. E' bene sedere alla stessa ora e nello stesso punto ogni giorno, ma non necessariamente in un posto silenzioso. Sperimenta finché non trovi la situazione in cui ti senti a tuo agio. Puoi fare una o due sedute al giorno, ma non fare mai una seduta se non è trascorsa almeno un'ora da quando hai mangiato, e aspetta almeno un'ora dopo la seduta, prima di andare a dormire.
È importante sedersi con la testa e la schiena erette. Gli occhi devono restare chiusi e il corpo deve essere il più fermo possibile. Puoi usare un seggiolino da meditazione o una sedia, oppure dei cuscini sistemati come meglio credi.
Non esiste una tecnica di respirazione particolare: va benissimo il respiro naturale.
La Vipassana si basa sulla consapevolezza del respiro, per cui si devono osservare semplicemente l'inspirazione e l'espirazione in qualsiasi punto del corpo in cui si riesce ad avvertirne maggiormente la sensazione: all'altezza del naso o dello stomaco o del plesso solare.
Vipassana non è concentrazione e non si tratta di osservare il respiro per un'ora intera. Quando affiorano pensieri, emozioni o sensazioni, oppure quando sorge in te la consapevolezza di un suono, di un odore, o della brezza all'esterno, lascia semplicemente che la tua attenzione li segua. Qualsiasi cosa affiori può essere osservata come una nuvola che scorre nel cielo: non ti ci devi attaccare, nè la devi respingere. Ogni volta che puoi scegliere cosa osservare, torna alla consapevolezza del respiro.
Ricorda, non devi aspettarti nulla di speciale. Non esiste successo né fallimento, né vi sarà progresso. Non c'è nulla da capire o da analizzare, ma possono insorgere intuizioni di qualunque tipo. Le domande e i problemi possono essere visti come misteri con cui divertirsi.
Osho, Il Libro Arancione.
Pratichiamo questa meditazione nel corso delle serate dedicate alla trasmissione del diksha e nelle giornate del seminario Pratica della Consapevolezza.
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