Tre catene montuose, con una ventina di cime che superano i 6000 m., offrono riparo e clima mite ad un territorio, il Sikkim, situato mediamente a circa 2000 metri s.l.m., dalla vegetazione rigogliosa e ricca di piante e fiori. Lassù in cima alle vette, una grande energia avvolge i luoghi abitati da maestri tibetani che sono Uno con l'Universo.
I numerosi monasteri dedicati al buddismo tibetano punteggiano il paesaggio.
Sono situati in luoghi magici, di bellezza incomparabile: Rumtek, Phodong, Pemayangtse, Enchey, sono solo alcuni nomi che evocano monaci danzanti e misteriose cerimonie.
Sono situati in luoghi magici, di bellezza incomparabile: Rumtek, Phodong, Pemayangtse, Enchey, sono solo alcuni nomi che evocano monaci danzanti e misteriose cerimonie.
Molti monaci, anche eremiti, sono devoti al buddismo “tantrico”, ricco di riti e cerimonie esoteriche. La popolazione è di origine tibetana, e discende dal gruppo Bhutia, che nel XVII secolo si autoesilio’ nella “Valle del Riso” e fondò il Regno indipendente del Sikkim.
Durante 3 secoli di storia il Sikkim mantenne sempre stretti legami politici e religiosi con il Tibet. I britannici, durante il periodo coloniale indiano, imposero un loro ministro a fianco del Re e gli indiani, al momento dell’indipendenza, lo sostituirono con un ministro indiano. Nel 1975 l’India aboli’ la monarchia e annesse il Sikkim.
Darjeeling divento' luogo prediletto per la villeggiatura estiva dei Britannici che la staccarono dal Regno del Sikkim e si dedicarono alla coltivazione del tè.
Per fare questo disboscarono intensamente le pendici delle colline. Ancora oggi si contano 78 piantagioni che producono tè di qualità eccellente.
Ancora gli inglesi, concepirono e realizzarono l’ambizioso progetto della ferrovia “Toy train” (treno giocattolo) che a circa 10 km orari si arrampica dalla pianura sino ai 2000 m slm.
Nonostante le invasioni e le annessioni ancora oggi il Sikkim conserva una civiltà originale, che possiede un patrimonio inestimabile e tradizioni ancestrali ancora intatte. Tra gli occidentali affascinati dal Sikkim annoveriamo l’esploratrice francese Alexandra David Neel che visse e studiando nei monasteri di Sikkim per 4 anni. Anche l'Italiana Erika Biccciato ha vissuto a Sikkim, studiando e meditando nel monastero per circa 4 anni.
Siamo tutti membri di una vasta orchestra cosmica
La stessa EriKa ci ha raccontato alcuni dei suoi momenti magici, della vita quotidiana a contatto con i monaci tibetani che lei ha definito veri e propri Maestri Stellari.
Ecco alcuni stralci del suo racconto:
"Nulla di ciò che accade nella vita è un caso.
Dopo quell'incidente in auto circa 15 anni fa, il coma di 4 giorni, e quel tunnel di luce, dove incontrai una presenza misteriosa, denominata da me "La Fonte", tutto è cambiato. Dovevo partire...
Il mio progetto era un viaggio di 23 giorni e invece ne sono diventati ben 1483, tutti giorni di studio e preghiera a contatto con i monaci tibetani.
Giorni intensi, che sono vivi in me.Quel cancello enorme davanti a me si aprì...spalancando una nuova dimensione, non avrei mai potuto immaginare, a cosa portasse.
Da quel momento, era l'inizio, l'inizio di conoscere me stessa, di imparare a entrare nel mio cuore. E' la cosa più coraggiosa che ho fatto, non sapendo cosa avrei trovato. Due candele, una ciotolina, una stuoia, due vesti, tutto ciò che possedevo.
Da quel momento, era l'inizio, l'inizio di conoscere me stessa, di imparare a entrare nel mio cuore. E' la cosa più coraggiosa che ho fatto, non sapendo cosa avrei trovato. Due candele, una ciotolina, una stuoia, due vesti, tutto ciò che possedevo.
Non esisteva il tempo, ma solo lo spazio, si poteva toccare. Regnava il silenzio, la meditazione, le vibrazioni delle campane tibetane. La mia mansione era quella di occuparmi delle piantagioni di te, l'energia che quelle coltivazioni avevano era palpabile.
Avevo mille domande che cercavo, di tenermi a mente, ma quando parlavo con il monaco anziano Ghesce-la, tutto non aveva più importanza, esisteva solo il cuore, quell'energia che mi nutriva e mi commuoveva al punto tale, da non desiderare altro che inchinarmi all'Universo e con tutta la mia felicità e impotenza ringraziarlo, la sensazione di quei momenti era quella di essere nata una seconda volta, e sentire l'amore dell'Uno.
Nulla era più importante. Importante era l'amore e la meditazione che ci connetteva alla Fonte. Nel cuore il maschile e il femminile si fondeva e veniva raggiunto il perfetto equilibrio, quando l'ego è annullato e l'individuo riesce finalmente a fondersi in un amore illimitato e raggiungere così la comprensione universale..
Ho passato giorni terribili all'inizio, perchè dentro di me, c'era una rivoluzione, a volte pensavo di morire, infatti nel cuore si può trovare il "paradiso....ma pure l'inferno". Solo con l'attraversamento di dolore, si prende coscienza delle cose, la guarigione non può essere insegnata. Questa è la frase che ricorderò per tutta la vita, perchè è vera. Penso sempre, che quel luogo magico, fosse un altro regno, una dimensione più alta, dove non serviva parlare, perchè le nostre menti collegate con il cuore comunicavano, tutti facevano parte del Tutto e c'era uno continuo scambio, prese di coscienza, e si viveva il tempo presente, il cosidetto Butterfly Effect, dove in ogni battito di farfalla, esiste un UNIVERSO.
Ricordo quel giorno, quando un cobra era a pochi metri da me, ero spaventata ed ero immobile, ecco, che sento di essere protetta, il campo energetico del cuore del maestro stava avvolgendo me, e poco dopo arrivò lui, e si mise per pochi minuti di fronte al cobra. Ecco la connessione, la comunicazione universale, il cobra tranquillamente prese e se ne andò. Con i suoi occhi, mi disse che lì era la casa di Dio, e che tutte le creature erano le benvenute, e che non c'era nulla di cui aver paura.
Da quel giorno iniziavo una convivenza notturna con alcuni scorpioni, durata per molto tempo, ma ciò non era un caso.
Quello che ci guarisce e che ci guarirà sarà l'amore, l'amore del cuore, che è quello che ci connette al Tutto, al Grande Spirito, la FONTE. Questa connessione si espande anche ad altri mondi e dimensioni, perchè non siamo soli.
Il messaggio che mi è arrivato è che noi non vogliamo aprirci alla comunicazione del cuore, e quindi all'Universo e a tutti i suoi abitanti, ma solo comunicando lasceremo fluire il Tutto e accetteremo le verità dell'Universo. Dobbiamo ascoltare i nostri sensi...alzare il viso...e osservare il Cielo....ascoltare...
Solo con il rispetto per chi ci ospita, possiamo iniziare a voler bene, siamo ospiti qui, in questa casa meravigliosa: Madre Terra.
Potevo raccontare dettagli sul luogo, le bellezze della natura, e quante altre cose ancora, ma quello che ho portato nel cuore è questo. L'amore che regnava in quel luogo, quelle presenze di luce, quelle anime pure, l'essenza del regno degli dei, si perchè Sikkim è un luogo speciale ma, rappresenta la vera dimora degli DEI.
Siamo tutti membri di una vasta orchestra cosmica, nella quale ogni strumento vivente è essenziale per il complementare e armonioso suono dell'intero gruppo."
Chi era il Maestro Ghesce Ciampa Ghiatso (Oceano d’Amore)
Ghesce Ciampa Ghiatso (Ghesce-la), affettuosamente conosciuto da tutti , era un insegnante principale del Masters Program. Insegnava agli occidentali da oltre venti anni, inizialmente presso il monastero di Kopan in Nepal e poi qui all’ILTK, dove viveva dal 1980. Ghesce-la (compagno di studi e grande amico di Lama Yesce) era un maestro di Dharma altamente qualificato, che aveva conseguito il titolo di ghesce lharampa all’università monastica di Sera Je, quello di ghesce ngagrampa al Collegio Tantrico del Ghiu Me e quello di aciarya all’Università Sanscrita di Varanasi.
Oltre a essere un grande studioso Ghesce Ciampa Ghiatso era particolarmente apprezzato dai suoi numerosi discepoli per i suoi consigli pratici, il suo senso dell'humour e il suo unico interesse per il loro beneficio. Ghesce-la inoltre insegnava due weekend al mese negli altri centri di Dharma del nostro paese e un weekend al mese presso l'Istituto.
Ghesce Ciampa Ghiatso ha fermato i battiti del suo cuore il 27 novembre 2007.
Ghesce-la ci ha fatto il grande dono, dopo la sua morte clinica, di restare nella chiara luce della morte per sette giorni, cioè non ha lasciato il corpo, irradiando per tutte le creature la sua buddhità.
E' stato cremato nello stile tradizionale tibetano, nel grande prato dell' Istituto, gazie alla miracolosa concessione degli Enti appropiati.
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