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giovedì 20 gennaio 2011

Esercizi di ESP E PK – Parte prima


Recentemente è stato eseguito un nuovo esperimento sullo scottante tema della telecinesi (D. Shen, JSE 24, 2010:41-52) e i risultati emersi sono a dir poco interessanti (per non dire intriganti), i quali, suggerirebbero per l’ennesima volta la possibilità che la materia possa penetrare la materia solida quando questa è sotto l’influenza di un particolare stato di coscienza”. Il procedimento seguito dall’autore Dong Shen rispecchia in tutto e per tutto i parametri suggeriti da altri esperimenti, ottenendo risultati altrettanto simili: un piccolo pezzo di carta, definito target, viene trasportato fuori da un contenitore per pellicola fotografica verso un punto qualsiasi della stanza dove avviene l’esperimento e nessuna azione fisica è stata osservata durante il trasporto. 

Inaspettato Comportamento della Materia in Congiunzione con la Coscienza Umana
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, esperimenti del genere vengono compiuti ripetutamente sotto il rigido controllo di laboratorio, ma più che fornire delle risposte questi tendono invece a provocare ai ricercatori coinvolti dei fortissimi mal di testa, poiché è impossibile al momento immaginare un tale avvenimento senza il coinvolgimento di un contatto fisico, senza l’utilizzo di alcuna tecnologia esistente e senza contemplare il fattore “imbroglio”, la cui incidenza appare spesso purtroppo assai elevata. Così,  ricercatori outsiders e scienziati mainstram continuano a dibattere sterilmente all’infinito sulla possibilità/non possibilità dell’accadimento di tali eventi.


Non tutti sanno che in oriente, in particolar modo in Cina, questo tipo di esperimenti sono stati ripetuti e pubblicati numerose volte sulle riviste specializzate (vedi riferimenti a fondopagina). Perché dunque non ne siamo a conoscenza? 

A parte la propaganda compiuta dai vari ‘Piero Angela’ e ‘Striscia la Notizia’ sparsi come la gramigna sul territorio vi sono alcuni fattori determinanti questo lack informativo:  1) le traduzioni dal cinese sono assai rare ed è quindi difficile per un pubblico come il nostro entrarne in contatto; 2) come spesso accade in tutti gli inutili infantilismi, molti ricercatori e scienziati occidentali commettono il tragico errore egoico di pensare di essere più avanti nella ricerca rispetto a molte nazioni medio-orientali, spesso considerate ‘in via di sviluppo’ o addirittura ‘retrograde’. 

In questo clima il valido lavoro di molti ricercatori orientali dalla mentalità aperta, viene preso in considerazione tanto quanto Margerita Hack prenderebbe in considerazione l’invito a cena di un alieno per parlare del 2012 e della prossima invasione da parte della sua specie incazzata nera. Eppure, al di la della semplice ragione, vi è un fattore comune che lega indissolubilmente l’esperienza di molti partecipanti a questo tipo di esperimenti: dopo essersi focalizzati a lungo, appare loro un’immagine dell’oggetto su di uno “schermo virtuale” localizzato proprio di fronte alla loro testa (Wu, Zhou e Luo, 1998:584-587). Alcuni autori tra i più coraggiosi (Lee, 1998) fanno esplicito riferimento a un vero e proprio “terzo occhio” situato al centro della fronte.

Ottenere questo “schermo virtuale” per mezzo del “terzo occhio” può richiedere dal mezzo minuto a circa un’ora (Chen e Hi, 1999; Qian, 1989), fatto che dipenderebbe unicamente dalla condizione mentale del praticante e in molti casi la sua apparizione suggerirebbe l’ingresso ad uno speciale stato di coscienza. Per differenziare lo stato di coscienza primario (SCP), ossia quello che tutti noi impegnamo quotidianamente nelle azioni più comuni, da quello decisamente non ordinario, Dong Shen introduce l’idea di uno “stato di coscienza secondario” che per brevità di seguito definirò SCS. Molti ricercatori in questo campo sono assolutamente convinti che chiunque sia in grado di raggiungere un SCS, il quale attualmente potrebbe essere semplicemente inerte ma allo stesso tempo perfettamente riattivabile attraverso un training specifico. 

Ciò che risulta da questi esperimenti è che, apparentemente, il trasporto psicocinetico (PK) della materia da un luogo a un’altro senza alcun intervento fisico potrebbe avvenire solamente nel caso in cui l’immagine dell’oggetto venga resa perfettamente stabile e nitida all’interno dello schermo formato dal “terzo occhio”, mentre lo stato di coscienza ordinario verrebbe utilizzato allo stesso tempo per visualizzare il pezzo di carta spostarsi virtualmente fuori dal contenitore. In pratica per ottenere dei risultati concreti entrambi questi stati devono necessariamente collaborare l’uno con l’altro fondendosi in un unico intento comune. 

Secondo Dong Shen questo accadrebbe solamente quando l’immagine dell’oggetto, in questo caso un pezzo di carta, viene abilitata a ricevere informazioni dalla mente del praticante. Quando l’immagine dell’oggetto appare nitidamente nello schermo del “terzo occhio” e vi rimane stabilmente, l’esperimento, così afferma Dong Shen, ha praticamente successo ad ogni test.

LA RICERCA CINESE SUL FENOMENO PSI
Nel 1979 un ragazzo di nome Yu Tang, residente nella provincia di Sichuan, fu segnalato possedere  “straordinarie percezioni extrasensoriali” (in inglese Exceptional Functions of the Human Body, EFHB). Nella cronaca riportata sugli studi che lo riguardano si afferma che Tang era in grado di “leggere” i caratteri Cinesi disegnati su un foglio chiuso e ripiegato in due semplicemente posizionandolo in prossimità dell’orecchio. 

Dopo questo caso, molti altri bambini residenti a Beijing si fecero notare per le medesime abilità e questo fenomeno dell’EFHB ebbe così tanta risonanza che nel giro di qualche mese attirò persino l’attenzione del mondo accademico cinese, a quel tempo rappresentato dal Prof. Shouliang Chen del Dipartimento di Psicologia della Beijing University, il quale avviò una ricerca per lo sviluppo di metodi di addestramento da applicare su altri bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. 

Così, come un onda risonante che si espande nel tempo, durante gli anni ’80 questi metodi di addestramento si diffusero su larga scala e divennero conosciuti a tal punto da crescere in popolarità. Solamente Laisheng Shao fu in grado di addestrare con pieno successo più di 40 giovani adulti i quali servirono come praticanti presso il gruppo di ricerca alla Fudan University (Research Group of Human Inormation Science, 1995), e durante lo stesso anno altri addestramenti ebbero luogo alla Yunnan University (Luo, 1989:130-139). Come risultato di questa risonanza furono trovati molti altri bambini e adulti in possesso di facoltà EFHB, i quali divennero una ricca risorsa per la ricerca su questo curioso fenomeno.

Per far fronte alla crescente richiesta di risposte, nel giro di qualche anno spuntarono dal nulla in tutta la nazione centinaia di centri di ricerca. Tra i più degni di nota troviamo il Beijing Normal College (Wu et al., 1998:479), la Fudan University (Wu et al., 1998:506-512) a Shangai e la China University of Geosciences di Beijing (Wu et al., 1998:559-561). Chiaramente queste ricerche non ricevettero alcun finanziamento statale e furono condotte grazie a piccole sovvenzioni di alcuni generosi investitori privati. Per questa ragione il lavoro di Laisheng Shao svolto a Shangai dal 1980 si interrubbe bruscamente nel 1998, mentre il lavoro di Jinchuan Shen a Beijing è tutt’ora in corso senza alcuna sovvenzione dal 1998.

A questo punto vorrei aggiungere una piccola nota critica personale. Mi piacerebbe proprio in questo momento trovarmi davanti ai cosiddetti baronetti dello “scientismo”, del “discredito” e dello “scetticismo patologico” (vedi CICAP e affini) e curioso di osservare le loro espressioni facciali intrise di sproloqui e frustrazioni domanderei come mai, esperimenti svolti da altri scienziati (quindi non da paragnosti e cartomanti) persistono ancora dopo trent’anni senza sovvenzioni se davvero non c’è nulla da cercare. 

Lascio a voi l’opportunità di immaginare la natura delle loro espressioni; per quanto riguarda le risposte posso tranquillamente anticiparvi qualcosa io: “Si tvatta pev lo più di vicevcatovi indipendenti totalmente  fuovi di testa e malati di mente, le cui estevnazioni non hanno nulla a che vedeve con la comunità scientifica VELIGIOSA di cui faccio ovgogliosamente pavte, anima e covpo. Mi ha battezzato S. Angela in pevsona.”

Tornando agli argomenti seri, uno degli aspetti più interessanti di questo lavoro fu senz’altro l’emergere di alcuni talenti psichici come Chulin Sun alla China University of Geosciences e Baosheng Zhang (Song, 1999; Lin et al., 1981) al 507 Institute, anche se il cuore principale dell’operazione rimaneva comunque lo sviluppo e l’implementazione di metodi efficaci di apprendimento e sviluppo (Zha e McConnel, 1991).

METODI E PROCEDURE
A questo punto, prima di procedere con la descrizione dell’esperimento in questione, è mio dovere fare una piccola premessa. Vorrei che tutti portaste l’attenzione per un attimo alla serietà di questi esperimenti e sulla modalità di esecuzione. Mi  piacerebbe che osservaste quante precauzioni, apparentemente inutili e tediose, vengono prese per evitare che l’esperimento finisca a puttane. 

Vorrei che notaste inoltre la difficoltà nel creare i cosiddetti metodi sperimentali a prova di “ladro”, perché purtroppo, “ladrare” è una meccanica umana spesso insormontabile per chiunque di noi. L’ego individuale è fortissimo ed è forse il primo vero nemico della sperimentazione, e di imbrogli (e relativi imbroglioni) credetemi ve ne sono a migliaia, i quali non provengono solamente dal soggetto protagonista dell’indagine ma anche dagli indagatori stessi. 

Lo dico sempre che lo scienziato non può essere un manovale dedito al conseguimento della propria carriera, e che spesso non si fa alcuno scrupolo ad alterare i dati per compiacere il baronetto di turno. Lo scienziato deve essere un MISSIONARIO. Una persona che dentro di sè sente davvero di voler perseguire una strada di conquista verso certe risposte e non un “ombra ipocrita di se stesso” costretto a rincorrere favori politici – e massonici – per mantenere alto il suo “buon nome”.

Il materiale coinvolto in questo esperimento è di facile reperibilità per chiunque desideri tentare. Consiste in un contenitore standard di plastica nera opaca al 100%, di quelli usati per contenere le pellicole fotografiche da 35mm, provvisto di coperchio (50mm di altezza e 30mm di diametro), e un piccolo pezzo di carta (definito Target; 65mm di larghezza e 90mm di lunghezza, del peso approssimativo di 0.25mg) sulla cui superficie viene scritto a penna un numero.

Il praticante in questo caso è Mr. Xiao, 17 anni. Prima di aver ricevuto uno specifico training di psicocinesi della durata di almeno sei mesi, si trattava di un operaio con un livello di educazione da scuola media e privo di qualunque abilità di raggiungimento di un SCS. L’autore della sperimentazione citato in questo articolo, Dong Shen (DS) e Laisheng Shao (LS), sono stati gli unici due ricercatori presenti, più cinque osservatori “esterni”, ma sempre  coinvolti assieme a LS nel lavoro di training delle persone sulle abilità ESP e PK.

Prima di incominciare l’esperimento sono stati attesi almeno un paio di giorni. Periodo necessario a Mr. Xiao per “sentirsi pronto”. Al terzo giorno, Dong Shen, si è appartato in un angolo della stanza ed ha scritto con una penna ad inchiostro blu il numero “830” sul piccolo pezzo di carta, dopodiché lo ha ripiegato su se stesso per quattro volte al fine di rendere il numero illeggibile.

A quel punto DS ha passato il pezzo di carta ripiegato ad LS che lo ha immediatamente inserito nel contenitore per pellicola vuoto, il quale a sua volta è stato riconsegnato a DS per una verifica della corretta esecuzione di questa operazione e della presenza del pezzo di carta nel contenitore. Dopodiché il contenitore è stato passato ad uno ad uno agli osservatori a scopo di convalida. Infine, LS, ha potuto chiudere il contenitore con il suo coperchio e riporlo sul tavolo.

Il praticante si trovava già seduto sulla sedia a 1 metro di distanza al momento del posizionamento del contenitore, mentre i due ricercatori e i cinque osservatori sedevano a 1-3 metri dal tavolo. Al praticante non è mai stato mostrato il contenuto del pezzo di carta, ma gli è stato concesso di osservare l’operazione di ripiegamento, di verifica, di chiusura e posizionamento del contenitore.

Per oltre quaranta minuti la stanza in cui si stava svolgendo l’esperimento è stata immersa nel totale silenzio e tutti i presenti sono stati estremamente attenti sia al contenitore sul tavolo che ai movimenti degli altri. Durante questo periodo, Mr. Xiao e tutti gli altri sono rimasti assolutamente immobili e seduti, e il contenitore si trovava ampliamente fuori dalla portata per chiunque fosse presente.

RISULTATI
Quaranta minuti dopo l’inizio della concentrazione focalizzata sul contenitore, Mr. Xiao ha riportato ad alta voce che il pezzo di carta si era mosso al di fuori del contenitore e aveva raggiunto il pavimento vicino al muro, approssimativamente a circa 6 metri di distanza dal tavolo. Nessuno nella stanza ha osservato il pezzo di carta “lasciare” il contenitore e “volare” attraverso la stanza per raggiungere il pavimento vicino al muro. Mr. Xiao, ha inoltre aggiunto che il numero scritto sopra al pezzo di carta era “830” e che il colore dell’inchiostro era blu. A quel punto DS ha aperto il contenitore. Era completamente vuoto.

DS, LS e gli altri osservatori hanno infine visto il pezzo di carta sul pavimento . LS ha raccolto il pezzo di carta, l’ha dispiegato ed ha mostrato a tutti il numero “830” scritto a penna blu. DS ha infine controllato e confermato che la calligrafia era la sua e che la configurazione della piegatura corrispondeva perfettamente a quella che aveva composto.

L’ESPERIENZA DI Mr. XIAO
Mr. Xiao, durante l’esperimento ha dichiarato di essersi unicamente concentrato sul contenitore entrando nelle profondità del proprio conscio, mentre entrava nel suo SCS (stato di coscienza secondario). Poi un’immagine del contenitore è apparsa nello schermo del terzo occhio localizzato nel centro della fronte. Allo stesso modo ha successivamente visualizzato l’immagine del pezzo di carta. 

In principio l’immagine era poco chiara e instabile, ma dopo essersi concentrato meglio per un certo periodo di tempo, questa è divenuta chiara e stabile. In questo frangente Mr. Xiao dichiara di essere stato finalmente in grado di leggere il numero “830” scritto in blu, anche se il foglio era ripiegato su se stesso e rinchiuso in un contenitore opaco. 

Quando l’immagine del  pezzo di carta era ferma sullo schermo, Mr. Xiao ha cominciato ad utilizzare la sua mente per “muoverlo” fuori dal contenitore. A un certo punto, ha “visto” nella sua mente che il contenitore era vuoto e che il pezzo di carta si trovava sul pavimento vicino al muro.

Riferimenti
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Lin, S., Zhou, B., Liu, H., Huang, H., Zhang, H., Rao, A., Liu, G., Lin, L., Liu, Y., Yang, J., Sun, Z., He, Q., Zhao, Y., Zhang, M., Ding, Y., Zhang, Y., Zhuang , D., Li, Z., & Ding, S. (1993). PK experiment: Object moved into or out of sealed containers [Cinese]. Renti Teyigongneng Yanjiu (EFHB Research) 1, 110-118.
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Tratto da: Link

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