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La musica segreta delle piante: la linfa scorre e produce le noteLaura Silingardi, musicologa, e Tiziano Franceschi, programmatore informatico, accompagnati da un geranio odoroso, fanno sentire i suoni della pianta, la musica della natura. Aiutati da un apparecchio, un convertitore di impulsi, I vegetali suonano tutto il giorno, mentre di notte dormono: è il momento in cui "la linfa scorre talmente lenta che la macchina non riesce a percepirla".
Da una foglia di graminacea a un albero secolare, tutto suona. La voce delle piante è una melodia che scaturisce dal movimento della linfa e si traduce in musica, diversa a seconda degli esemplari. Possibile?
La musica segreta delle piante: la linfa scorre e produce le noteLaura Silingardi, musicologa, e Tiziano Franceschi, programmatore informatico, accompagnati da un geranio odoroso, fanno sentire i suoni della pianta, la musica della natura. Aiutati da un apparecchio, un convertitore di impulsi, I vegetali suonano tutto il giorno, mentre di notte dormono: è il momento in cui "la linfa scorre talmente lenta che la macchina non riesce a percepirla".
Da una foglia di graminacea a un albero secolare, tutto suona. La voce delle piante è una melodia che scaturisce dal movimento della linfa e si traduce in musica, diversa a seconda degli esemplari. Possibile?
Sentire per credere quello che accade nel salone di Villa Giulia, a Verbania, dove "Editoria e Giardini", la rassegna di libri, appuntamenti e visite guidate (fino al 27 settembre) ospita un incontro speciale. Laura Silingardi, musicologa, e Tiziano Franceschi, programmatore informatico, accompagnati da un geranio odoroso, fanno sentire i suoni della pianta, la musica della natura. Aiutati da un apparecchio, un convertitore di impulsi.
«Collegato alle foglie con i sensori è in grado di leggere il movimento della linfa, dal quale si può ricavare la melodia - spiega la musicologa - I primi esperimenti di questo tipo sono stati effettuati in America negli anni Settanta, quasi per gioco, quando un tecnico mise in comunicazione una “macchina della verità” a una pianta in vaso invece che a un essere umano». Si voleva osservare e verificare l’esistenza di una sensibilità di reazione del mondo vegetale di fronte a stimoli esterni.
Così, da quasi un decennio, Laura, 47 anni e tre figli, che condivide questa ricerca a metà strada tra natura e spiritualità con il marito Tiziano, si muove in tutta Italia, gratuitamente e con scopi divulgativi, per far conoscere la musica delle piante: il convertitore di impulsi rileva le variazioni di movimento che vengono poi trasformate in suoni diversi per ogni specie (si possono ascoltare su Internet in www.vocidipiante.it). «Ho messo sullo spartito la melodia di una pianta e ho cercato di analizzarla da un punto di vista compositivo, di struttura - dice la Silingardi - Come grammatica musicale sono dovuta andare molto indietro nel tempo. Tecnicamente il mondo verde produce note attraverso tetracordi. Si tratta di melodie formate dalla successione di quattro suoni, come accadeva nella musica della Grecia antica. Ogni pianta gioca su questi quattro “accordi” che si intrecciano, si scambiano, tra melodie più gravi o acute a seconda delle caratteristiche organolettiche del vegetale, visto che non tutte le linfe sono uguali».
I vegetali, aggiunge, suonano tutto il giorno, mentre di notte dormono: è il momento in cui «la linfa scorre talmente lenta che la macchina non riesce a percepirla». Laura Silingardi fa un esempio: la Rosa di Gerico, la pianta del deserto che solo con un po’ di acqua rinasce e diventa verde. «Quando la colleghi ai sensori e aggiungi l’acqua riprende subito suoni e vitalità, è molto affascinante ascoltarla». E racconta di come gli alberi manifestino “paura”, per esempio di fronte al fuoco: «Tendono a raccogliere la linfa verso il tronco, le radici, la parte vitale, mentre i suoni precipitano subito verso toni più gravi». C’è chi dice che il canto segreto delle piante possa essere ascoltato dall’orecchio umano anche senza apparecchi: una capacità, assicura, appannaggio solo di spiriti nobili, come il Dalai Lama.
«Collegato alle foglie con i sensori è in grado di leggere il movimento della linfa, dal quale si può ricavare la melodia - spiega la musicologa - I primi esperimenti di questo tipo sono stati effettuati in America negli anni Settanta, quasi per gioco, quando un tecnico mise in comunicazione una “macchina della verità” a una pianta in vaso invece che a un essere umano». Si voleva osservare e verificare l’esistenza di una sensibilità di reazione del mondo vegetale di fronte a stimoli esterni.
Così, da quasi un decennio, Laura, 47 anni e tre figli, che condivide questa ricerca a metà strada tra natura e spiritualità con il marito Tiziano, si muove in tutta Italia, gratuitamente e con scopi divulgativi, per far conoscere la musica delle piante: il convertitore di impulsi rileva le variazioni di movimento che vengono poi trasformate in suoni diversi per ogni specie (si possono ascoltare su Internet in www.vocidipiante.it). «Ho messo sullo spartito la melodia di una pianta e ho cercato di analizzarla da un punto di vista compositivo, di struttura - dice la Silingardi - Come grammatica musicale sono dovuta andare molto indietro nel tempo. Tecnicamente il mondo verde produce note attraverso tetracordi. Si tratta di melodie formate dalla successione di quattro suoni, come accadeva nella musica della Grecia antica. Ogni pianta gioca su questi quattro “accordi” che si intrecciano, si scambiano, tra melodie più gravi o acute a seconda delle caratteristiche organolettiche del vegetale, visto che non tutte le linfe sono uguali».
I vegetali, aggiunge, suonano tutto il giorno, mentre di notte dormono: è il momento in cui «la linfa scorre talmente lenta che la macchina non riesce a percepirla». Laura Silingardi fa un esempio: la Rosa di Gerico, la pianta del deserto che solo con un po’ di acqua rinasce e diventa verde. «Quando la colleghi ai sensori e aggiungi l’acqua riprende subito suoni e vitalità, è molto affascinante ascoltarla». E racconta di come gli alberi manifestino “paura”, per esempio di fronte al fuoco: «Tendono a raccogliere la linfa verso il tronco, le radici, la parte vitale, mentre i suoni precipitano subito verso toni più gravi». C’è chi dice che il canto segreto delle piante possa essere ascoltato dall’orecchio umano anche senza apparecchi: una capacità, assicura, appannaggio solo di spiriti nobili, come il Dalai Lama.
Se ci viene chiesto di pensare ai suoni della natura ci immaginiamo il canto di un torrente e degli uccellini a primavera o il suono delle fronde di un albero mosse dal vento. Ma la natura non "suona" solo così. C'è un universo di suoni nascosti che animano tutto il mondo vegetale: La Musica delle Piante.
San Francesco scriveva del Canto del Creato e forse si riferiva anche ad una melodia non udibile da tutti a "orecchio nudo". Per ascoltare la Musica delle Piante occorre infatti un apparecchio in grado di registrare il flusso linfatico per convertirlo in impulso sonoro. Si tratta di un piccolo convertitore di impulsi che registra, attraverso due sensori, lo scorrere della linfa da foglia a radice sia di una pianta in vaso o di un albero ad alto fusto come dell'erba di un bel prato verde.
Il meccanismo è paragonabile ad un elettrocardiogramma per un essere umano ed il risultato è una musica senza eguali, unica solo per il mondo vegetale.Per quanto sappiamo e possiamo più o meno immaginare che le piante siano vive, l'ascolto di questa musica non finisce di stupire. In pratica con questo apparecchio si offre la possibilità alla pianta collegata ai sensori, di suonare uno strumento musicale ma ciò che stupisce molti ascoltatori è l'armonicità dei suoni creati dalle piante.
La melodia, secondo i parametri di ritmo, altezza e intonazione, cambia da pianta a pianta a seconda della specie, dell'età, delle stagioni, delle ore del giorno e della situazione logistica stessa.
Volendo tentare un analisi musicologia della melodia delle piante, occorre risalire ad un sistema di scale arcaiche organizzate secondo i "modi" della musica greca antica e non sul sistema tonale della musica occidentale.
Si tratta di una successione di più "tetracordi" (4 suoni) che per la musica greca avevano un particolare collegamento con l'ethos umano, cioè con lo stato d'animo, lo stato emozionale. I greci utilizzavano "modi" diversi per ogni ethos, allo scopo di riportare il soggetto in uno stato di sano equilibrio.
Così potrebbe essere anche per la Musica delle Piante, una musica che vibra, risuona, vicino ad ogni essere vegetale come vibrazione di liquidi, la linfa, e che si propaga ai nostri liquidi corporei, sangue ed acqua, in modo assolutamente a noi inconscio ed udibile soltanto attraverso un apparecchio come quello da noi utilizzato.Così quando ci fermiamo su di un prato, sotto le fronde di un grande albero, ci sentiamo rigenerati in pochi minuti ma ciò può accadere anche se ci fermiamo un minuto di più vicino ad una pianta in vaso, magari vicino ad una di quelle che non dovrebbero mai mancare nelle nostre case.
Attraverso il linguaggio dei suoni possiamo sentire quanto le piante siano sensibili ed interattive con il mondo circostante e con gli esseri umani. Sentire la melodia di una quercia centenaria, di un ulivo o di un giovane pioppo e percepire nei suoni la melodia che si ferma e si trasforma quando noi ci avviciniamo al fusto o ne accarezziamo le foglie, è certamente un'esperienza indimenticabile che porta l'ascoltatore ad una dimensione nuova di rapporto con il mondo vegetale,che tra l'altro rappresenta i 2/3 della biosfera del nostro pianeta.
San Francesco scriveva del Canto del Creato e forse si riferiva anche ad una melodia non udibile da tutti a "orecchio nudo". Per ascoltare la Musica delle Piante occorre infatti un apparecchio in grado di registrare il flusso linfatico per convertirlo in impulso sonoro. Si tratta di un piccolo convertitore di impulsi che registra, attraverso due sensori, lo scorrere della linfa da foglia a radice sia di una pianta in vaso o di un albero ad alto fusto come dell'erba di un bel prato verde.
Il meccanismo è paragonabile ad un elettrocardiogramma per un essere umano ed il risultato è una musica senza eguali, unica solo per il mondo vegetale.Per quanto sappiamo e possiamo più o meno immaginare che le piante siano vive, l'ascolto di questa musica non finisce di stupire. In pratica con questo apparecchio si offre la possibilità alla pianta collegata ai sensori, di suonare uno strumento musicale ma ciò che stupisce molti ascoltatori è l'armonicità dei suoni creati dalle piante.
La melodia, secondo i parametri di ritmo, altezza e intonazione, cambia da pianta a pianta a seconda della specie, dell'età, delle stagioni, delle ore del giorno e della situazione logistica stessa.
Volendo tentare un analisi musicologia della melodia delle piante, occorre risalire ad un sistema di scale arcaiche organizzate secondo i "modi" della musica greca antica e non sul sistema tonale della musica occidentale.
Si tratta di una successione di più "tetracordi" (4 suoni) che per la musica greca avevano un particolare collegamento con l'ethos umano, cioè con lo stato d'animo, lo stato emozionale. I greci utilizzavano "modi" diversi per ogni ethos, allo scopo di riportare il soggetto in uno stato di sano equilibrio.
Così potrebbe essere anche per la Musica delle Piante, una musica che vibra, risuona, vicino ad ogni essere vegetale come vibrazione di liquidi, la linfa, e che si propaga ai nostri liquidi corporei, sangue ed acqua, in modo assolutamente a noi inconscio ed udibile soltanto attraverso un apparecchio come quello da noi utilizzato.Così quando ci fermiamo su di un prato, sotto le fronde di un grande albero, ci sentiamo rigenerati in pochi minuti ma ciò può accadere anche se ci fermiamo un minuto di più vicino ad una pianta in vaso, magari vicino ad una di quelle che non dovrebbero mai mancare nelle nostre case.
Attraverso il linguaggio dei suoni possiamo sentire quanto le piante siano sensibili ed interattive con il mondo circostante e con gli esseri umani. Sentire la melodia di una quercia centenaria, di un ulivo o di un giovane pioppo e percepire nei suoni la melodia che si ferma e si trasforma quando noi ci avviciniamo al fusto o ne accarezziamo le foglie, è certamente un'esperienza indimenticabile che porta l'ascoltatore ad una dimensione nuova di rapporto con il mondo vegetale,che tra l'altro rappresenta i 2/3 della biosfera del nostro pianeta.
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