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mercoledì 26 gennaio 2011

Esercizi di ESP E PK – Terza parte

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IL TALENTO DEL SECONDO STATO DI COSCIENZA – Il ricercatore Laisheng Shao, partner di ricerca dell’autore Dong Shen, attraverso la sua ricerca ha ripetuto l’esperimento descritto nelle prime due parti di questo lavoro più di una decina di volte (Shao, 1997). 

Altri ricercatori operativi in altri istituti ed università cinesi, tra il 1979 e il 1998 hanno compiuto con successo migliaia di dimostrazioni PK/ESP. Perché dunque questi risultati non sono stati accettati o anche solo discussi nella letteratura scientifica occidentale? Parte della ragione è che non tutte le migliaia di dimostrazioni sono documentate e pubblicate sulle riviste scientifiche, a parte quelle presenti nel Chinese Journal of Somatic Science. In secondo luogo è preponderante il problema delle traduzioni, la cui carenza non ha mai trovato purtroppo una soluzione. 


Un terzo fattore, non meno importante, è certamente determinato dal naturale scetticismo presente nella scienza occidentale. Molti scienziati non credono all’esistenza dei fenomeni psichici, primariamente per la grossa carenza di praticanti di qualità, nel senso che difficilmente quelli più esperti sono raggiungibili o inclini a farsi esaminare; oppure, più semplicemente non riescono a riprodurre il fenomeno su richiesta. 

Di conseguenza scienze come la Parapsicologia non sono state pienamente investigate e non sono mai state realmente accettate all’interno della scienza ufficiale. Eppure, i fenomeni di ESP e PK correlati ad uno SCS, secondo questi studi, possono venire riprodotti in modo consistente. Centinaia di persone, di età compresa tra gli 8 e i 25 anni sono state educate a sviluppare queste abilità. Per esempio un successo del 40% si è avuto con l’addestramento di 40 bambini di 10 dieci anni (Wu et al., 1998:570-574). 

Questo dato potrebbe venire comparato con il rapporto di frequenza con il quale questi fenomeni avvengono in modo naturale, soprattutto in coloro che non sono mai stati addestrati, che può essere stimabile da 1:1 milione a 1:10 milioni. Inoltre Tian et al*. (1996) riporta che il loro gruppo di ricerca alla Hangzhou University ha ottenuto un rapporto di successo pari al 9.6% da 1.222 bambini di età compresa tra i 7 e i 18 anni, e con un solo giorno di addestramento.

Alla domanda su dove siamo diretti con questi piccoli ma significativi risultati, Dong Shen risponde:

Da alcuni anni è emersa una nuova attitudine nei confronti degli esperimenti correlati alle straordinarie possibilità della coscienza umana, che è differente dal concetto espresso dalla vecchia parapsicologia. Non siamo più confinati solamente da uno o due soggetti dotati di talento. I nostri dati si basano su migliaia di soggetti da noi addestrati a questo proposito, dai quali possiamo aspettarci una ricerca più semplificata nel campo della possibile interazione tra coscienza e materia. In particolar modo possiamo esplorare in profondità questi comportamenti della materia che sono affetti dagli SCS.

Nella scienza occidentale, il lavoro svolto nel programma STARGATE della U.S. Army (terminato nel novembre del 1995) ha mostrato che certe abilità “paranormali” possono venire insegnate ed imparate, e certi talenti sviluppati. Joseph McMoneagle (2000) è stato incaricato di addestrare dei soggetti a una tecnica di visione psichica detta “Remote View” (Visione Remota). 

Anche se non si è trattato di un ricercatore unico nel suo genere, vene sono molti altri, il suo lavoro si è sempre basato sulla sistematica esplorazione dei metodi di addestramento tra i più efficaci. Attraverso questi metodi possiamo potenzialmente addestrare all’attivazione del proprio SCS centinaia di persone, ed offrire centinaia di esperimenti ESP e PK alla comunità scientifica. 

“La ragione è semplice…” dice Dong Shen, “…non si tratta di un fenomeno occasionale e con l’addestramento adeguato può essere riprodotto in qualunque laboratorio. Nel principio di base il metodo di addestramento è semplice e può essere facilitato se praticato in gruppo piuttosto che singolarmente. 

Tipicamente i gruppi di addestramento di Laisheng Shao erano formati da 5/8 persone, ma un gruppo più esteso (20/30 persone) potrebbe essere maggiormente efficace. Inoltre, l’addestramento potrebbe venire ulteriormente facilitato dalla presenza di persone che comprendono e praticano il paranormale, così come avviene durante l’effetto pecora/capra.”

L’EFFETTO PECORA/CAPRAIl successivo effetto ripetibile scoperto dai parapsicologi fu il cosiddetto effetto pecora/capra. Questa affascinante scoperta risale al 1958, quando la Dr.ssa Gertrude Schmeidler a quell’epoca psicologa del City College di New York – parlò per prima di questo fenomeno nel suo libro ESP and Personality Patterns. 

Questo breve saggio descriveva le conclusioni di una serie di esperimenti che mettevano a confronto i risultati ottenuti da persone che credevano nell’ESP con quelli ottenuti da un gruppo simile, costituito da scettici. La Dr.ssa Schmeidler sottopose i suoi soggetti ad esperimenti effettuati con carte ESP standard (che riproducevano, a caso, una stella, un quadrato, un cerchio, una croce o delle linee ondulate), e ottenne risultati costanti. 

I risultati combinati dalle pecore (coloro che credevano nell’ESP) furono leggermente superiori alla probabilità statistica, mentre i corrispondenti risultati delle capre (gli scettici) furono costantemente inferiori. 

Le differenze tra i due gruppi furono sempre statisticamente significative. La Dr.ssa Schmeidler pubblicò i risultati delle sue scoperte solo dopo aver ripetuto molte volte i propri esperimenti. Ben pochi tra gli scettici hanno osato affrontare il problema dell’effetto pecora/capra. La spiegazione che essi forniscono è che gli esperimenti erano probabilmente predisposti per favorire coloro che credono nei fenomeni ESP. 

Ma in quale modo? La Dr.ssa Schmeidler nel condurre le prove impiega con entrambi i gruppi esattamente le stesse procedure sperimentali. Perciò o si ritiene che i suoi risultati siano stati ottenuti per puro caso, o si deve pensare che costituiscano una effettiva scoperta nel campo dei processi PSI. 

Il solo modo di risolvere il dilemma consisteva nel cercare di riprodurre il fenomeno, per cui molti altri parapsicologi cominciarono a ripetere le ricerche sull’effetto pecora/capra appena il libro della Dr.ssa Schmeidler venne pubblicato. 

I risultati delle loro ricerche furono affascinanti: sebbene gli esperimenti non sempre dessero risultati statisticamente significativi, tuttavia le capre non riuscirono mai ad ottenere risultati migliori delle pecore. – La nuova parapsicologia. Ricerche e prospettive di D. Scott Rogo (1997 Ed. Mediterranee, Roma)

LA PROCEDURA – Veniamo ora ai passi e alle procedure di questa pratica di addestramento. In alcuni punti noterete delle cose che fanno un pò sorridere. Come al solito, se intendete metterle in pratica per verificarne la veridicità, vi suggerisco di andare oltre il pregiudizio (determinato più che altro dall’Ego), e ricordate che La virtù è SEMPRE dalla parte degli audaci.
  1. L’addestratore (o il ricercatore) scrive due numeri (o lettere) su un piccolo pezzo di carta (circa 2×3 cm di grandezza). Successivamente ripiega il pezzo di carta un paio di volte in modo da nascondere il numero.
  2. Il praticante prende il pezzo di carta ripiegato e lo inserisce nell’orecchio o sotto l’ascella. Alcuni ricercatori concedono al praticante di tenere il pezzo di carta in mano solo se rinchiuso in un sacchetto nero.
  3. L’addestratore domanda al praticante di rilassarsi e di meditare per circa cinque/dieci minuti.
  4. L’addestratore domanda al praticante di concentrarsi sul target e di dare il meglio di se per visualizzare i numeri o le lettere presenti sul foglietto.
  5. Il praticante deve comunicare i numeri (o le lettere) e il colore dell’inchiostro utilizzato. Tutto questo dai 5 ai 30 minuti dall’inizio dell’esperimento.
  6. Addestrarsi quotidianamente su questa pratica per circa un ora al giorno, dai due a i dieci giorni, oppure proseguire oltre fino a quando i numeri o le lettere vengono letti correttamente.
  7. Testare l’abilità ESP del praticante con più campioni di target preparati con diversi simboli, ciascuno scritto con inchiostro differente. Viene detto che il “Tian Mu” (terzo occhio) è aperto se il praticante può leggere correttamente cinque su dieci campioni. Il rapporto di successo potrebbe variare. Maggiore è il tempo dedicato all’addestramento, maggiori sono le possibilità di successo.
  8. L’addestramento PK (psicocinesi) viene svolto in modo simile dopo aver compiuto l’addestramento sulle ESP. L’esercizio target è quello di tagliare un fiammifero di legno, oppure un sottile pezzo di filo di ferro, in due pezzi, utilizzando il terzo occhio assieme all’intenzione mentale.
  9. Dopo circa tre mesi di addestramento, il praticante sarà pronto per affrontare un’esperimento di psicocinesi.
Il punto secondo, quello che sicuramente avrà fatto sorridere qualcuno, è in realtà di enorme importanza. Serve a fornire allo studente la sensazione di “connessione” con il target e allo stesso tempo può fungere da “esca”. Schwartz et al. (2003) riporta in un esempio che ciò potrebbe essere un’opportunità per lo studente di imparare a fingere e clandestinamente tentare di leggere il target attraverso gli occhi fisici. 

Ovviamente questo comportamento va tenuto d’occhio e corretto in modo che lo studente comprenda la ragione stessa dell’addestramento psichico e che non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi in caso di esito negativo dell’esperimento.

LA PRATICA DELL’SCS – Alcuni strani comportamenti degli oggetti nel mondo delle percezioni potrebbero venire facilmente compresi se lo Stato di Coscienza Secondario e lo schermo terzo-occhio vengono invocati. Vi sono tre requisiti fondamentali nella pratica della PK (psicocinesi). 

Primo, l’immagine dell’oggetto con il quale si vuole interagire deve apparire sullo schermo terzo-occhio. Secondo, è di fondamentale importanza che l’immagine appaia assolutamente ferma e stabile, e che la somiglianza con l’oggetto reale sia la più affine possibile. Per semplice comparazione, questa connessione dovrebbe essere analoga alla connessione tra un’oggetto reale e il suo doppio riflesso in uno specchio. Il praticante non deve fare null’altro, per raggiungere questa attivazione, che concentrarsi a fondo sull’oggetto stesso. 

Egli/ella può accertarsi che questo risultato è stato raggiunto solamente quando l’immagine viene trattenuta stabilmente sullo schermo terzo-occhio. Successivamente, il praticante da all’immagine una “istruzione” attraverso la formulazione di un normale pensiero. Questa comunicazione tra la mente e l’immagine non è difficoltosa se approntata in modo adeguato. 

Ad ogni movimento o spostamento dell’oggetto visualizzato all’interno dello schermo terzo-occhio, l’oggetto reale dovrebbe cambiare simultaneamente. Utilizzo chiaramente il condizionale perché è tutto da dimostrare, anche si vi è un’intrigante analogia tra questo comportamento e il ben noto processo tunneling associato al collasso della funzione d’onda che avviene in meccanica quantistica.

Il presente esperimento indicherebbe che una simile azione può avvenire se il praticante si trova a una distanza di circa un metro dall’oggetto che intenderebbe influenzare. Futuri esperimenti potrebbero indicare, così come accaduto durante gli esperimenti ESP, che non esiste alcun limite di distanza per portare a compimento tali connessioni (Yan et al., 2002)

I fenomeni di psicocinesi sono difficili da accettare per la maggior parte degli scienziati, per via del fatto che violano qualsiasi principio noto alla fisica convenzionale. Ma supponiamo che questi comportamenti inaspettati avvengano davvero sotto il controllo di uno SCS della mente umana, e che possano venire ripetuti in differenti istituzioni e da diversi praticanti, potremmo finalmente guardare anche oltre. 

Le tre procedure descritte su ciò che deve avvenire nello schermo terzo-occhio per una corretta attività PK, può suggerire, qualora si dimostrino funzionali, che un’attività psicocinetica è sempre accompagnata da un fenomeno ESP, anche se, un fenomeno ESP non è sempre necessariamente accompagnato da un’attività psicocinetica. 

I ricercatori che intendono portare avanti questo tipo di ricerca devono necessariamente tenere in considerazione che data la natura dell’esperimento, il quale coinvolge la mente umana, esso può venire influenzato sotto molti aspetti. 

La ripetitività non è affatto semplice come può avvenire in un esperimento di fisica o di chimica, poiché il praticante potrebbe non mostrare alcuno SCS, anche se questi ha già mostrato in precedenza di poter controllare questa abilità. Pertanto un buon ricercatore non dovrebbe mai mostrare al praticante un atteggiamento contrariato e considerare questa momentanea inattività come una mancanza di abilità. 

E’ poco saggio accusare il praticante di mancanza di abilità e poi aspettarsi di proseguire l’esperimento e avere successo; ed è anche poco saggio domandare al praticante di ripetere nuovamente l’esperimento dopo poco tempo, così come uno non può addormentarsi a comando anche se ha la facoltà di andare a dormire.

CONCLUSIONI – Nel 1997 Dean Radin PhD ha affermato “Così come cresce l’accettazione verso queste ricerche, così le implicazioni del fenomeno PSI diverranno sempre più apparenti. Ma già ora sappiamo che questi fenomeni sfidano profondamente molti aspetti della scienza, della filosofia e della religione.

Queste sfide daranno una nuova spinta agli scienziati a riconsiderare le assunzioni di base che riguardano lo spazio, il tempo, la mente e la materia.” e Dong Shen concorda pienamente, “Il compito della scienza è appunto quello di esplorare l’ignoto e questi fenomeni ci forniscono certamente delle sfide ancora maggiori. Qual’è esattamente la natura di un SCS e di questo schermo terzo-occhio? 

Com’è possibile che possiamo formare dal nulla ed osservare delle immagini attraverso di esso? Esiste alcuna relazione con il normale sistema ottico umano? Può una persona bendata vedere un oggetto attraverso uno SCS? Può l’SCS estendersi a distanze maggiori, se non addirittura infinite? 

Oggi molti Cinesi possono raggiungere questo Stato di Coscienza Secondario attraverso un semplice addestramento e sono in grado di formare e mantenere stabilmente l’immagine di un’oggetto su uno schermo terzo-occhio. Come si estrinseca quindi questo rapporto con la materia? Quando la materia è sotto l’influenza di uno SCS, il suo comportamento appare assurdo ed inspiegabile alla luce delle attuali teorie scientifiche. Non possiamo nemmeno spiegarlo né in una scala macroscopica, né in una scala quantistica. 

Qual’è il comportamento della materia quando un pezzo di carta solido riesce a penetrare il muro di plastica di un contenitore per pellicole? E’ esso un’altro aspetto delle manifestazioni della dualità “onda-particella” che accade durante un quantum tunnling? E più in profondità, qual’è esattamente l’origine della materia, e come può ricevere informazioni dalla mente? 

Vi è una connessione ‘a onda’ (qualcosa di simile alla risonanza o alla coerenza) tra mente e materia? Potremmo postulare che lo stato fondamentale della materia non è di origine particellare ma energetico, donando così nuova enfasi alla fisica di E=mc².”

RINGRAZIAMENTI – Voglio ringraziare per le informazioni contenute in questi tre articoli i ricercatori Laisheng Shao e Dong Shen, e il Somatic Information Science Research Group della Fudan University di Shangai.

Riferimenti
Song K. (1999), The existance and significance of parapsychological function. Journal of the International Society of Life Information Science (ISLIS) 17(1), 198-210.
Tian, W., Zhu, H, Zhu, X., Li, W., Zhong, J., Chen, Z., e Ni, S. (1996). Age distribution of success rates of inducing ESP ability in children [Cinese]. Chinese Journal of Somatic Sciences 6(3), 105-108.
Wu, B., Zhou, L., e Luo, X. (1998). Introduction to the Science of the Human body [Cinese]. Cheng Du, China: Si Chuan University Press.
Yan, X., Lu, F., Jiang, H., Wu, X., Cao, W., Xia, Z., Shen, H., Wang, J., Dao, M., Lin, H., e Zhu, R., (2002) Certain physical manifestation and effects of external qi od Yan Xin Life Science Technology. Journal of Scientific Exploration 16(3):381-411.
Zha, L., e McConnell, T. (1991). Parapsychology in the People’s Republic of China; 1979-1989. The Journal of the American Society for Psychical Research 85, 119-143.
* Et al è una abbreviazione dell’espressione latina et alii, oppure di quella et alibi. Nelle espressioni legali assume un valore molto simile a quello di et coetera. Ha un valore caratteristico invece nella redazione delle citazioni (specialmente nelle note a piè di pagina) per indicare che conformi al passo, oltre all’autore e all’opera citata, vi sono altri autori o altri passi dello stesso autore.

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