Per tremila anni nel testo della Bibbia è rimasto nascosto un messaggio in codice. Autore di questa straordinaria scoperta è un matematico israeliano che, usando le sofisticate tecniche rese possibili dal computer, ha rintracciato il Codice nel libro della Genesi, e gli ha dedicato un articolo in una rivista scientifica, ricevendo conferme da altri studiosi in tutto il mondo. Verifiche successive hanno mostrato che il Codice si trova anche negli altri quattro libri della Torah, la Bibbia originaria del popolo ebraico. Questo libro è il primo resoconto di una rivelazione che può cambiare il mondo, annunciata da un giornalista scettico al principio, incuriosito poi, infine totalmente catturato dalla vicenda.
A chi applichi il codice, la Bibbia rivela eventi avvenuti a migliaia di anni di distanza dalla sua stesura: la Seconda guerra mondiale, l'atterraggio sulla luna, l'Olocausto e Hiroshima, fino ai risultati delle elezioni presidenziali americane e alla collisione di una cometa con il pianeta Giove. In alcuni i messaggi sono stati decifrati prima che gli eventi si verificassero: e poco dopo gli eventi hanno avuto luogo esattamente come previsto. È accaduto con la Guerra del Golfo; è accaduto con la collisione di Giove. È accaduto - ed è il caso più sconvolgente - quando l'autore di questo libro ha trovato nel testo della Bibbia con un anno d'anticipo la predizione dell'assassinio del premier israeliano Yitzhak Rabin. Michael Drosnin tentò allora disperatamente di mettersi in contatto con il Primo ministro per avvertirlo, ma senza successo. Un anno dopo Rabin fu assassinato.
Questo libro è basato su un'inchiesta durata cinque anni. L'autore ha verificato la validità del Codice Genesi intervistando gli esperti di cinque continenti.
Il metodo Drosnin viene da lontano: nell’ebraismo ortodosso, hassidico in particolare, è sempre stata viva l’idea che la Bibbia celasse una partitura segreta decifrabile tramite la Qabbala, la scienza mistica dei numeri. Nel Novecento ebrei hassidici, cabalisti, cristiani pentecostali hanno frugato spesso nella Torah ma con pochi risultati: fino all’avvento del computer, quando due matematici israeliani, Eliyau Rips e Doron Witzum, escogitarono il metodo di cui si serve Drosnin. Si tratta di trovare gli Els (Equidistant Letter Sequences, sequenze di lettere equidistanti), sistema in uso anche in ambito militare: il computer deve scegliere le parole o le frasi formate da sequenze di lettere separate da una certa distanza all’interno di un testo; memorizzate tutte le possibilità, il sistema seleziona quelle che hanno senso compiuto.
Vediamo in che consiste il codice utilizzato da Drosnin. Prima di tutto si eliminano gli spazi fra le parole della Torà, come se questa fosse un'unica stringa di testo; poi si cerca la parola d'interesse, formandola a partire da lettere posizionate a intervalli fissi e uguali. Questi intervalli possono arrivare anche alle centinaia o le migliaia (è chiaro che in questo caso tale ricerca si può effettuare solo con adeguati programmi di computer). Rappresentando il risultato sotto forma di matrice o tabella, dove ciascuna riga è lunga quanto l'intervallo fra le lettere, si leggerà, in orizzontale, il testo della Torà senza interruzioni e, in verticale, la parola o le parole individuate dal programma.
Se queste intersecano o si trovano vicino a un testo della Torà di argomento attinente, allora la parola trovata dal codice viene ritenuta significativa. Ad esempio, il nome Yitzhak Rabin compare una sola volta nella Torà con una distanza fra una lettera e l'altra di 4772. Scrivendo il testo della Torà (che in totale ha 304.805 lettere) sotto forma di 64 righe lunghe ognuna 4772 lettere e incolonnandole l'una sull'altra, si ottiene il nome del primo ministro in verticale che interseca, in orizzontale, il versetto che dice "l'omicida che ucciderà" ( Deuter. 4: 42). Peccato però che in questo verso si parla dell'omicidio involontario e non di quello premeditato!
Ad esempio, partendo da una lettera qualsiasi, possiamo prendere in considerazione solo le lettere n-esime nel testo, ovvero le lettere spaziate a intervalli regolari di n caratteri, esclusi gli spazi fra parole. Se si setaccia secondo tale schema un intero libro biblico, come la Genesi, il risultato è naturalmente una lunghissima successione di lettere. Cambiando la lettera iniziale e il parametro “n” si possono generare svariate successioni di questo tipo. Si immagini di avvolgere una simile serie di caratteri attorno ad un cilindro, in modo che esse possano essere tutte evidenti; quindi si appiattisca il cilindro per rivelare diverse file di lettere, con colonne di uguale lunghezza, eccetto forse l’ultima che potrebbe essere più corta di tutte le altre; infine ci si metta alla ricerca di nomi significativi in corrispondenza di date.
Da notare che la ricerca attraverso disposizioni geometriche di lettere può essere effettuata orizzontalmente, verticalmente, diagonalmente, o secondo qualunque altro schema vogliate! Un gruppo di matematici israeliani ha fatto esattamente questo, ed essi sostengono di aver trovato moltissime corrispondenze quando si sono messi a cercare nomi in corrispondenza di date di nascita o morte. Doron Witztum, Eliyahu Rips e Yoav Rosenberg hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista scientifica Statistical Science (1994, vol.9, n.3, 429-438) col titolo “Equidistant Letter Sequences in the Book of Genesis”. Il commento del direttore editoriale della rivista fu:
“Quando gli autori hanno fatto ricorso ad un test di randomizzazione per verificare quanto raramente le disposizioni trovate potrebbero prodursi per pura casualità hanno ottenuto un risultato altamente significativo, con probabilità p=0,0000016. I nostri revisori ne sono rimasti stupefatti: le loro posizioni iniziali erano che il Libro della Genesi non potesse contenere riferimenti a personalità attuali, ma quando gli autori hanno compiuto ulteriori analisi e controlli l’effetto ha semplicemente mantenuto la sua validità.”
Ovvero, la probabilità di ottenere quegli stessi risultati era di sedici su un milione, o di uno su 62.500. Gli autori affermarono: “L’analisi per randomizzazione dimostra che l’effetto è significativo a livello di 0,00002 [e] che la affinità delle sequenze di lettere con significati corrispondenti nella Genesi non è dovuta solo al caso.” Harold Gans, ex criptologo al Dipartimento della Difesa USA, riprodusse lo studio degli israeliani e lo confermò nelle conclusioni. Witztun successivamente dichiarò che secondo i calcoli la probabilità di ottenere simili risultati per puro caso era di uno su quattro milioni.
Tuttavia recentemente ha cambiato idea e la sua stima è passata a p=0,00000019 (ovvero uno si 5,3 milioni). Jason Browning, scienziato creazionista, afferma che i primi cinque libri della Bibbia contengono disposizioni occulte di parole che sono state “matematicamente dimostrate impossibili da ottenere per puro caso.” Browning tuttavia non cita chi possa aver condotto i calcoli del caso per suo conto.
Ad ulteriore dimostrazione della attendibilità statistica dei loro risultati, gli israeliani analizzarono la versione ebraica del Libro di Isaia e i primi 78.064 caratteri di una traduzione ebrea di Guerra e Pace di Tolstoy. Essi trovarono ancora numerosi nomi in stretta associazione a date di nascita o morte, ma i risultati furono statisticamente poco significativi (la versione della Genesi impiegata nel loro studio conteneva esattamente 78.064 caratteri).
E che può significare tutto questo? Per alcuni significa che le disposizioni di parole nella Genesi sarebbero intenzionali e che Dio stesso è l’autore primo del codice. Se è vero, il Libro di Isaia e qualunque altro testo biblico che non superi la prova delle sequenze di lettere dovrebbero essere ignorati d’ora in poi?? Dovremmo forse concludere che queste statistiche dimostrano la pretesa degli Ebrei di essere il popolo eletto di Dio, o che nessuno altro nome dovrebbe essere aggiunto alla lista delle persone importanti di Israele, a meno che non superi il test delle sequenze di lettere equidistanti? A meno che altre religioni non riproducano risultati statisticamente improbabili a partire dai propri testi, l’occultista dalle propensioni matematiche potrebbe anche considerarle delle imposture teologiche.
Dovremmo forse dedicarci alla traduzione in ebraico di tutti i libri sacri di tutte le religioni per verificare quante personalità di spicco vi sono citate in codice? Molti semplicemente non hanno la minima idea di cosa pensare di simili sorprendenti giochi matematici.
Un computer può davvero leggere la mente di Dio?? Apparentemente sì, poiché secondo la teoria Dio avrebbe dettato nella sua lingua d’adozione (l’ebraico) un insieme di parole più o meno comprensibili, contenenti storie di creazione, diluvi, guerre fratricide, miracoli e altro ancora, compresi molti messaggi moraleggianti. Ma questo dio ebraico avrebbe scelto le proprie parole con cura, codificando nella Bibbia anche profezie e messaggi assolutamente di nessun valore religioso.
Molti non sono affatto particolarmente meravigliati. Alcuni “scienziati creazionisti” cristiani sostengono che il codice biblico sia la prova scientifica dell’esistenza di Dio. Se hanno ragione, dovrebbero tuttavia convertirsi al giudaismo. Doran Witztum non lo può fare, essendo già ebreo, ma ha portato il lavoro compiuto sulla Genesi ben oltre le idee dei suoi stessi colleghi. Alla televisione israeliana egli ha affermato che i nomi dei campi minori su una mappa di Auschwitz sembrano notevolmente vicini alla frase “in Auschwitz”. Le probabilità che ciò avvenga per caso sarebbero una su un milione. Alcuni suoi studenti hanno effettuato i calcoli e annunciano che il loro mentore si sbaglia per un valore 289.149! L’abilità matematica di Witztum potrà non essere all’altezza delle sue buone intenzioni, ma è arduo capire quali possano essere tali intenzioni. Dio voleva forse curiosamente svelare che i campi secondari di Auschwitz erano proprio ad Auschwitz??
Michael Drosnin e tutti gli appassionati del suo famoso libro, The Bible Code, sostengono che decodificare la Bibbia possa condurre alla rivelazione di profezie e profonde verità di importanza secolare, non tutte delle quali sono state già rivelate agli ebrei. Secondo Drosnin la Bibbia è il solo testo in cui simili frasi in codice vengono riconosciute in uno schema statisticamente significativo, e la probabilità che tutto ciò sia frutto di casualità è inverosimile. Ricorrendo all’analisi delle sequenze di lettere equidistanti, Drosnin ci fa notare che l’assassinio di Rabin era predetto nella Bibbia, insieme a quelli di Sadat e di Kennedy. Ora il giornalista continua a citare quell’episodio di Rabin a conferma del suo metodo ma, visto il contesto, potrebbe essere solo una coincidenza; tanto più che il computer aveva estrapolato anche l’assassinio mai avvenuto di Netanyahu durante il viaggio in Siria nel 1997.
Alla fine qualcuno ha trovato un utilizzo veramente utile per i computer: compiere analisi sequenziali di lettere nei testi biblici, alla ricerca di messaggi secolari occulti. Nostro Signore doveva decisamente apprezzare l’enigmistica!
Ma non tutti concordano con l’ipotesi di Drosnin, come Harold Gans, il crittologo del Dipartimento della Difesa americano, ormai in pensione, che appoggiò il lavoro di Witztum, Rips a Rosenberg. Gans ha pubblicato una dichiarazione in merito a The Bible Code e altri libri del genere. Ne riportiamo un estratto qui di seguito:
“Nel libro si sostiene che i codici della Torah siano utilizzabili per predire il futuro. Ciò è assolutamente infondato. Non vi è alcuna base scientifica o matematica a sostegno di una simile affermazione, e il ragionamento seguito per giungere a una conclusione del genere nel libro è chiaramente in errore. Se è vero che certi eventi storici sono stati dimostrabilmente codificati nella Genesi in vari schemi, non è invece assolutamente vero che ogni configurazione del genere di parole “codificate” rappresenti necessariamente un potenziale fatto storico.
Di fatti è vero esattamente l’opposto: la maggiorparte di tali configurazioni saranno piuttosto casuali e si incontreranno in qualunque testo di sufficiente lunghezza. Il Sig.Drosnin sostiene che la “sua” predizione dell’assassinio del primo ministro Rabin sia una “prova” che col Codice Genesi si possa prevedere il futuro. Ma un solo successo, non importa quanto spettacolare, o anche altre fortunate predizioni del genere, non dimostrano assolutamente niente a meno che non siano proposte e valutate in condizioni attentamente controllate. Ogni scienziato che si rispetti sa che le evidenze aneddotiche non sono mai prova di niente. ”
Il prof. Menachem Cohen, noto studioso della Bibbia alla Università Bar-Ilan, ha criticato Witztum e gli altri su due punti fondamentali: 1) ci sono varie altre versioni ebraiche della Genesi per le quali l’analisi di sequenze di caratteri non ha prodotto alcun risultato statisticamente significativo; 2) gli appellativi dati ai grandi di Israele erano incoerenti ed arbitrari. Il professore compie delle buone osservazioni, ma magari questo prova solo che la versione Koren della Genesi è proprio quella giusta, e che gli appellativi rilevati sono quelli più giusti per le personalità importanti nella storia di Israele.
Altri critici, come Brendan McKay, hanno condotto in proprio l’analisi di Guerra e Pace, ottenendo risultati notevolmente differenti da quelli di Witztum. Molti comunque hanno fatto poco più che riutilizzare l’analisi sequenziale per individuare nomi, date ed altro in vari libri della Bibbia, il che, come è noto anche al più scarso degli esperti in statistica, non ha assolutamente rilevanza. Ad ogni modo Drosnin sembrava chiedere un controllo di quel tipo quando dichiarò: “Quando i miei critici troveranno un messaggio sull’assassinio di Kennedy criptato in Moby Dick, allora gli crederò.” McKay prontamente tirò fuori un’analisi sequenziale del testo di Moby Dick, predicendo non solo l’attentato a Indira Ghandi, ma anche quelli di Martin Luther King, John F. Kennedy, Abramo Lincoln ed Yitzhak Rabin, assieme alla fine della Principessa Diana. Infine, come beffa finale (forse un tantino cinica), i suoi critici hanno ricavato dal testo di Moby Dick la profezia che preannuncia l'uccisione dello stesso Drosnin.
Il matematico David Thomas ha compiuto un’analisi sequenziale del testo della Genesi, trovando le parole code (codice) e bogus (falso) in prossimità reciproca non una, bensì sessanta volte! Quante sarebbero le probabilità di una cosa del genere? Significa dunque che Dio ha criptato nel testo un codice per rivelarci che non vi è alcun codice? Le vie del Signore sono davvero misteriose…
È interessante notare che tutte le previsioni sono fatte "a posteriori", ovvero dopo che i fatti "previsti" sono accaduti. Questa è una caratteristica costante di tutti coloro che sostengono di poter prevedere il futuro (ad esempio, si ritrova immancabilmente in tutti gli interpreti delle profezie di Nostradamus).
«Secondo il codice della Bibbia, i quattro prossimi anni potrebbero essere gli ultimi». Certo, il condizionale «potrebbero» lascia uno spiraglio. Il «conto alla rovescia» è scandito come una fulminea escalation : 2004, missile atomico su New York; 2005, attacco biologico (vaiolo con 14.700 morti) su Israele; 2006, olocausto atomico, espressione accostata a «guerra mondiale» e «fine dei giorni». La matrice del disastro? Il terrorismo islamico ispirato da Bin Laden, che avrà presto rudimentali quanto micidiali armi di distruzione di massa.
Purtroppo lo scenario di Drosnin è allarmante perché plausibile, anche per chi non abbia scoperto codici biblici: ed è stata proprio questa plausibilità a fare la fortuna del primo libro, che ha venduto nel mondo cinque milioni di copie. Forse troppo plausibile, aggiungiamo, perché gli eventi che il computer di Drosnin ha scovato nella Bibbia, tramite un sistema che ricorda le parole crociate, sono in gran parte già avvenuti oppure rientrano nell’ordine del probabile.
L’opera, in sé, è suggestiva. Il giornalista apre Conto alla rovescia con un colpo di teatro: dopo aver visto dal terrazzo l’aereo che colpiva la seconda torre di Manhattan, corre al computer e scopre gli incroci di parole ad hoc («gemelle», «torri», «rase al suolo», «due volte», «aeroplano», «Bin Laden»). Di qui Drosnin prende le mosse per altre ricerche che prevedono olocausti innescati dal tenebroso sceicco e la «fine dei giorni» per il 2006. Peccato che nel libro del ’97 non menzionasse Bin Laden né Al Qaida né l’11 settembre.
Il matematico Rips, ebreo ortodosso, è che convinto Dio abbia dettato a Mosé la Torah con tanto di codice: per Drosnin, invece, il codificatore fu un astronauta che non sarebbe arrivato dallo spazio ma dal futuro grazie a una «macchina del tempo». Ovviamente per ammonirci a non fare disastri.
Ma questo ci tranquillizza. Se un viaggiatore del tempo ha potuto risalire dal futuro remoto fino al tempo di Mosé per dettare un codice così sofisticato, vuol dire che nel 2006 non vi sarà alcuna fine dei giorni. E il «conto alla rovescia» durerà almeno fin quando non avremo inventato la macchina del tempo.
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