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giovedì 18 novembre 2010

Messico: templi Maya sott'acqua, scoperto l'ingresso dell'aldila



ROMA - Autorita' archeologiche messicane hanno annunciato la scoperta nella penisola dello Yucatan di almeno 14 possibili templi sotterranei, alcuni sommersi dall'acqua, che potrebbero essere parte del leggendario cammino immaginato dalla civilta' Maya per entrare nell'inframondo, governato da Xilbalba', il Dio della Morte.

Guillermo de Anda, responsabile degli scavi dell'Istituto nazionale di antropologia e storia (Inah) del Messico, ha spiegato che e' venuto alla luce un complesso di cenotes (pozzi d'acqua all'interno di caverne) ed edificazioni in grotte labirintiche e di difficile accesso, simile alla descrizione esistente nel Popol Vuh, il libro sacro per eccellenza dei Maya. De Anda ha definito il rinvenimento, che potrebbe risalire ad un massimo di circa 1900 anni fa, ''una grata sorpresa'' perche' conferma l'esistenza di pratiche religiose che finora si tendeva a considerare leggendarie.

''Per entrare nello Xilbalba', l'inframondo maya, bisognava - ha aggiunto - percorrere un tortuoso cammino, alla fine del quale si trovava, secondo il Popol Vuh, un corpo acquoso con costruzioni, dove l'aspirante doveva superare dure prove'', fra cui fiumi pieni di scorpioni e sangue di pipistrelli. Lo studioso italiano Leonardo Malentacchi ricorda al riguardo che l'universo per i Maya era suddiviso in tre strati: il mondo sotterraneo (l'inframondo o Xilbalba'), la terra (Cab) ed il mondo superiore, (il cielo, Caan). Gli archeologi hanno localizzato fra l'altro, scendendo ad una profondita' anche di 40 metri, un 'sacbe'', ossia un sentiero di pietra lungo un centinaio di metri, collegato ad un sistema di viario simile a quello realizzato a Chichen Itza', uno dei centri archeologici maya piu' importanti dello Yucatan.

Il complesso di templi e cenotes si estende nel territorio di vari municipi della regione centrale della penisola (Tecoh, Homun, Kantunil, Chochola' e Abala') e l'accesso ad esso e' possibile attraverso una galleria naturale occultata da pietre lavorate, il cui accesso visibile ha appena una altezza di un metro e una larghezza di 50-60 centimetri. Durante gli scavi, all'interno del complesso dedalo di corridoi, pozzi e templi, sono stati rinvenuti anche resti umani e oggetti di ceramica utilizzati a mo' di offerta, sculture raffiguranti sacerdoti, oltre che iscrizioni e incisioni votive.

Fonte: Link

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