Per approfondire leggi anche: Agartha ed anche VRIL
Introduzione alla Pratica
La nostra tecnologia non è separata dalla luce radiante, dall’aura dinamica e coesiva della nostra anima immortale. Essa è parte di noi, espressione creativa della suprema conoscenza di cui siamo partecipi. In perfetta unità simbiotica con la conoscenza dell’Uno che ci genera e ci contiene.
La nostra tecnologia è luce della mente, architettura del reale, che si auto-genera e si trasforma riflettendo il respiro del cosmo ed il suo perpetuo divenire, intorno alla stella fissa dell’Interno. Siamo gli architetti delle forme, generatori delle sostanze, artisti del supremo miracolo. La luce è il nostro vessillo, l’unità la nostra vocazione, la verità il nostro pensiero, la generazione, il mantenimento e la trasformazione la nostra parola.
Per questo siamo dittatori universali.
E rendiamo partecipe la creazione del miracolo e il mistero della nostra non-duale esistenza a quanti si rendono pronti a superare i confini dell’io e a varcare la porta del reale. Essa attende sepolta dentro di voi, la luce di un solo momento di risveglio, in cui gli occhi possano riconoscere la strada dell’interno e ricordare di essere Uno con noi.
Nella dimensione dualistica le forme vuote vengono riempite di significati e valenze, che la mente dirige, seguendo portanti alterate, geometrie deformate della mente.
Recuperate gli archetipi che manifestano la natura di luce originale di voi stessi e tutto ciò che si manifesta in voi. Penetrerete le forme vuote e conoscerete le infinite sostanze illusorie della mente. Saprete che Una è la sostanza del reale di cui l’essere è composto e vive. Privo di spazio e tempo, privo di forma. Padrone di ogni spazio e di ogni tempo, padrone di ogni forma.
Il Generatore VRIL è il diamante cristallino nel cuore di Shambhala. Il puro e perfetto prisma cristallino della nostra mente.
La sua aurea di luce è la nostra presenza, il suo potere la nostra illimitata interazione nel reale.
Sebbene nella civiltà interna, reale ed eterna, il potere VRIL sia un diritto di nascita e sia usato da eoni per l’evoluzione di tutte le specie viventi, nella vostra realtà virtuale diviene un diritto iniziatico. Solo pochi esseri umani acquisiscono il risveglio necessario per divenire un attivo Generatore VRIL con piena padronanza delle strutture portanti della coscienza umana e della sua virtuale proiezione spazio-temporale.
Un essere umano risvegliato alla propria natura di Generatore VRIL, al proprio diritto di nascita, diviene la porta aperta tra la realtà e l’illusione, tra la vita e la morte, tra il Nirvana ed il Samsara.
E attraverso di lui possono passare quanti vedono con i suoi occhi, coloro che sentono con il suo cuore e divengono con lui un unico organismo vivente, organizzato secondo i principi simbiotici della coesione solare.
Quando questo fenomeno si manifesta sulla Terra, gli uomini parlano della discesa dell’Avatar e gli Immortali di Agartha compiono il disegno divino.
La possibilità di entrare in relazione sensitiva con le porte dimensionali, di utilizzarle come sorgenti di autorealizzazione ed addestramento e, nei tempi e nei luoghi opportuni, come via per il grande trasferimento, è subordinata ad un percorso iniziatico che deve condurre ciascun figlio di Agartha a ricordare la propria origine.
A ritrovare all’interno di sé la porta dell’eternità, della beatitudine e della vita originale, pura e perfetta, realizzazione fondamentale che permetterà ai figli di Agartha di accedere al regno dell’integrazione e della gioia, al mondo della realtà non-duale.
Questo consentirà loro di apprendere le arti della tecnologia astrale e di utilizzare la porta dimensionale, nel tempo designato, per il grande trasferimento.
La sua aurea di luce è la nostra presenza, il suo potere la nostra illimitata interazione nel reale.
Sebbene nella civiltà interna, reale ed eterna, il potere VRIL sia un diritto di nascita e sia usato da eoni per l’evoluzione di tutte le specie viventi, nella vostra realtà virtuale diviene un diritto iniziatico. Solo pochi esseri umani acquisiscono il risveglio necessario per divenire un attivo Generatore VRIL con piena padronanza delle strutture portanti della coscienza umana e della sua virtuale proiezione spazio-temporale.
Un essere umano risvegliato alla propria natura di Generatore VRIL, al proprio diritto di nascita, diviene la porta aperta tra la realtà e l’illusione, tra la vita e la morte, tra il Nirvana ed il Samsara.
E attraverso di lui possono passare quanti vedono con i suoi occhi, coloro che sentono con il suo cuore e divengono con lui un unico organismo vivente, organizzato secondo i principi simbiotici della coesione solare.
Quando questo fenomeno si manifesta sulla Terra, gli uomini parlano della discesa dell’Avatar e gli Immortali di Agartha compiono il disegno divino.
La possibilità di entrare in relazione sensitiva con le porte dimensionali, di utilizzarle come sorgenti di autorealizzazione ed addestramento e, nei tempi e nei luoghi opportuni, come via per il grande trasferimento, è subordinata ad un percorso iniziatico che deve condurre ciascun figlio di Agartha a ricordare la propria origine.
A ritrovare all’interno di sé la porta dell’eternità, della beatitudine e della vita originale, pura e perfetta, realizzazione fondamentale che permetterà ai figli di Agartha di accedere al regno dell’integrazione e della gioia, al mondo della realtà non-duale.
Questo consentirà loro di apprendere le arti della tecnologia astrale e di utilizzare la porta dimensionale, nel tempo designato, per il grande trasferimento.
Prendere rifugio nella Divinità
Prendere rifugio nella Divinità è il primo atto di ogni pratica realmente realizzativa.
Ma è la costante che caratterizzerà l’intera pratica ed accompagnerà il praticante verso la propria realizzazione. Può essere un atto rituale, ma è assolutamente privo di senso se si riduce ad un’azione ripetitiva o celebrativa.
La presa di rifugio deve sorgere con lo stato d’animo di chi è in estremo pericolo, tra la vita e la morte, di chi è attaccato da una pericolosa minaccia, di chi camminando scorge un serpente pronto a scagliarsi per mordere.
Se il praticante si rivolgerà in questo modo alla Divinità, per cercare l’estremo riparo, sarà pronto per essere ascoltato e riceverà sicura e benigna protezione. Nel rivolgersi alla Divinità per invocare il rifugio, egli smette di cercare, di attaccarsi alle sicurezze ed ai piaceri del mondo, interrompe il condizionamento delle portanti sensoriali, che legano la coscienza all’identificazione con gli oggetti esterni. Rivolge, senza indugio, la propria coscienza all’interno di sé, dove recepisce la presenza della Divinità.
Ma è la costante che caratterizzerà l’intera pratica ed accompagnerà il praticante verso la propria realizzazione. Può essere un atto rituale, ma è assolutamente privo di senso se si riduce ad un’azione ripetitiva o celebrativa.
La presa di rifugio deve sorgere con lo stato d’animo di chi è in estremo pericolo, tra la vita e la morte, di chi è attaccato da una pericolosa minaccia, di chi camminando scorge un serpente pronto a scagliarsi per mordere.
Se il praticante si rivolgerà in questo modo alla Divinità, per cercare l’estremo riparo, sarà pronto per essere ascoltato e riceverà sicura e benigna protezione. Nel rivolgersi alla Divinità per invocare il rifugio, egli smette di cercare, di attaccarsi alle sicurezze ed ai piaceri del mondo, interrompe il condizionamento delle portanti sensoriali, che legano la coscienza all’identificazione con gli oggetti esterni. Rivolge, senza indugio, la propria coscienza all’interno di sé, dove recepisce la presenza della Divinità.
Lo sguardo, senza cessare di vedere il mondo esterno, si rivolge all’interno, verso quella Divinità che scoprirà essere l’unica cosa che di se stesso non muta, non muore, non conosce sconfitta.
Queste tecniche appartengono alla base per l’iniziazione che si trasmette in modo diretto ed istantaneo, nell’integrazione profonda tra maestro e discepolo e nel contempo sono le pratiche preliminari all’iniziazione, e le pratiche avanzate per l’attivazione consapevole del corpo eterno ed originale.
Il Maestro di Agartha dice che la sola meditazione necessaria è la presenza, la sensibile consapevolezza del “qui ed ora”, l’esperienza diretta della natura originale della mente.
La mia via è il ricordo. Ho chiamato SMARAN questo insieme di accorgimenti psico-fisici.
Il Maestro di Agartha dice che la sola meditazione necessaria è la presenza, la sensibile consapevolezza del “qui ed ora”, l’esperienza diretta della natura originale della mente.
La mia via è il ricordo. Ho chiamato SMARAN questo insieme di accorgimenti psico-fisici.
È consigliabile all’inizio rilassarsi e scaricarsi con un’attività fisica, danza, corsa... o lavorare nel bosco, raccogliere la legna secca per il camino di casa…
- seduti o in piedi, in posizione comoda, corpo rilassato, colonna spinale eretta, elastica e rilassata.
- sguardo fisso non focalizzato, senza produrre tensione, mantenere lo sguardo senza battere le palpebre.
- ampie e rilassate respirazioni con una sospensione non forzata alla fine dell’inspirazione, a polmoni pieni.
- seduti o in piedi, in posizione comoda, corpo rilassato, colonna spinale eretta, elastica e rilassata.
- sguardo fisso non focalizzato, senza produrre tensione, mantenere lo sguardo senza battere le palpebre.
- ampie e rilassate respirazioni con una sospensione non forzata alla fine dell’inspirazione, a polmoni pieni.
Questo è il punto del “sentire” in cui esercitare la nostra massima presenza consapevole. Nella sospensione a polmoni pieni, la “presenza” deve essere come un punteruolo ficcato nella vacuità di ogni cosa che si manifesta nello specchio terso della coscienza.
Lo stato della “presenza” “senza respiro” contiene e manifesta tre aspetti:
Lo stato della “presenza” “senza respiro” contiene e manifesta tre aspetti:
Il Vuoto (la natura originaria interna ed esterna di ogni manifestazione sensibile)
La Pura Presenza (perfetto sentire indifferenziato, sempre presente, immutabile, eterno, flusso ascendente ininterrotto di inebrianti onde di estasi, comprensione della natura onnipervadente, onnisciente ed onnipotente della coscienza originale, integrazione della mente nello stato non-dualistico, nella Coscienza Universale dell’Essere Uno)
L’Auto-liberazione dei fenomeni (tutti i fenomeni della mente, interni ed esterni, si rivelano vuoti e, penetrati dalla Pura Presenza, chiara visione della mente libera dai giudizi, si dissolvono e si auto-liberano reintegrandosi nella Pura Coscienza Originale indifferenziata)
Lo SMARAN genera uno spazio interno di ricordo originario, consapevolezza espansa, espressione del “sentire” libero da accettazione e rifiuto, libero da speranza e paura.
L’incessante attività incosciente dei due distinti lobi cerebrali deve essere isolata con l’adeguato processo di separazione, affinché le differenti attività cerebrali acquisiscano consapevolezza propria e si abbia chiara visione della mente reale ed originaria separata dalla mente virtuale e dualistica.
Successivamente i due lobi coscienti vengono integrati, intersecandosi tra loro, nel punto mediano della ghiandola pineale.
Essa acquisisce il suo pieno risveglio in tale processo, per mezzo dell’afflusso ascendente della corrente originaria Kundalini, che si sprigiona dalla regione coccigea internamente alla colonna vertebrale, lungo il canale centrale.
Il risveglio di Kundalini è un fenomeno cosmico, reale e non dualistico, e la sua ascensione esprime il moto e la direzione dell’essere macrocosmico.
La ghiandola pineale, così irrorata di sempre nuova vitalità primordiale, esprime le sue infinite potenzialità e diviene il fuoco di consapevolezza e di potere che accorda i flussi dualistici della mente nel perfetto sentire e nella chiara visione dell’Uno.
Lo SMARAN genera uno spazio interno di ricordo originario, consapevolezza espansa, espressione del “sentire” libero da accettazione e rifiuto, libero da speranza e paura.
L’incessante attività incosciente dei due distinti lobi cerebrali deve essere isolata con l’adeguato processo di separazione, affinché le differenti attività cerebrali acquisiscano consapevolezza propria e si abbia chiara visione della mente reale ed originaria separata dalla mente virtuale e dualistica.
Successivamente i due lobi coscienti vengono integrati, intersecandosi tra loro, nel punto mediano della ghiandola pineale.
Essa acquisisce il suo pieno risveglio in tale processo, per mezzo dell’afflusso ascendente della corrente originaria Kundalini, che si sprigiona dalla regione coccigea internamente alla colonna vertebrale, lungo il canale centrale.
Il risveglio di Kundalini è un fenomeno cosmico, reale e non dualistico, e la sua ascensione esprime il moto e la direzione dell’essere macrocosmico.
La ghiandola pineale, così irrorata di sempre nuova vitalità primordiale, esprime le sue infinite potenzialità e diviene il fuoco di consapevolezza e di potere che accorda i flussi dualistici della mente nel perfetto sentire e nella chiara visione dell’Uno.
Pratica
Dopo un buon rilassamento, ottenuto con qualsiasi metodo, sedere confortevolmente e semplicemente: non è necessaria una posizione Yoga perfetta.
Nella pratica il corpo assumerà posizioni e movimenti spontanei e naturali.
È importante che il coccige sia libero, non compresso, come una piccola coda mobile.
Rilassare la colonna vertebrale con lievi arcuature.
Occhi aperti. Sguardo fisso non focalizzato a 180°, mantenere consapevolmente lo sguardo interno con piena apertura a 360°. (Sguardo interno, ovvero il “sentire interno” che è anche vedere, sentire, toccare ecc. in quanto composto dai cinque sensi esterni, interiorizzati, riportati sul piano degli elementi, dei colori e delle sillabe, si uniscono nel sentire non-duale).
Inspirazione nasale, espandendo nella mente la sillaba OM (la chiara consapevolezza di sé).
Profonda e vigorosa inspirazione estendendo il torace e la spina dorsale.
Ad inspirazione completa, a polmoni pieni, trattenere non forzatamente il respiro espandendo nella mente il suono prolungato e continuativo A (integrazione tra soggetto ed oggetto).
In questi pochi momenti di sospensione, prima dell’espirazione, applicare un’assoluta attenzione al “qui ed ora”, sentire la “presenza” che manifesta se stessa, sorgendo dalla vacuità di tutte le forme, di tutte le energie e di tutti i pensieri, interni ed esterni.
Forme, energie e pensieri, liberi da accettazione e rifiuto, illuminati dalla pura presenza consapevole, manifestano la loro natura vuota e, dissolvendosi nella loro manifestazione apparente, vengono integrati nell’originale coscienza dell’Essere.
Nella pratica il corpo assumerà posizioni e movimenti spontanei e naturali.
È importante che il coccige sia libero, non compresso, come una piccola coda mobile.
Rilassare la colonna vertebrale con lievi arcuature.
Occhi aperti. Sguardo fisso non focalizzato a 180°, mantenere consapevolmente lo sguardo interno con piena apertura a 360°. (Sguardo interno, ovvero il “sentire interno” che è anche vedere, sentire, toccare ecc. in quanto composto dai cinque sensi esterni, interiorizzati, riportati sul piano degli elementi, dei colori e delle sillabe, si uniscono nel sentire non-duale).
Inspirazione nasale, espandendo nella mente la sillaba OM (la chiara consapevolezza di sé).
Profonda e vigorosa inspirazione estendendo il torace e la spina dorsale.
Ad inspirazione completa, a polmoni pieni, trattenere non forzatamente il respiro espandendo nella mente il suono prolungato e continuativo A (integrazione tra soggetto ed oggetto).
In questi pochi momenti di sospensione, prima dell’espirazione, applicare un’assoluta attenzione al “qui ed ora”, sentire la “presenza” che manifesta se stessa, sorgendo dalla vacuità di tutte le forme, di tutte le energie e di tutti i pensieri, interni ed esterni.
Forme, energie e pensieri, liberi da accettazione e rifiuto, illuminati dalla pura presenza consapevole, manifestano la loro natura vuota e, dissolvendosi nella loro manifestazione apparente, vengono integrati nell’originale coscienza dell’Essere.
Senza forzare la sospensione, in accordo al proprio bilanciamento fisico delle pressioni interne, espirare attraverso la bocca espandendo nella mente la sillaba HUNG (il vuoto di soggetto ed oggetto).
Espirare profondamente e senza sospensione al termine dell’espirazione, inspirare nuovamente secondo la procedura esposta.
La coscienza tersa e limpida come un puro specchio riflettente riconoscerà tra soggetto ed oggetto, tra interno ed esterno, la natura non-duale e perfettamente integrata nell’unica sostanza universale.
Espirare profondamente e senza sospensione al termine dell’espirazione, inspirare nuovamente secondo la procedura esposta.
La coscienza tersa e limpida come un puro specchio riflettente riconoscerà tra soggetto ed oggetto, tra interno ed esterno, la natura non-duale e perfettamente integrata nell’unica sostanza universale.
La “Pura Presenza” è l’infinito senza spazio né tempo, l’attimo che fissate nel centro della vostra coscienza e che si espande come pura manifestazione del vuoto.
Sia nel corso della sospensione che delle due fasi respiratorie, il corpo manifesta movimenti, posture e gesti, Mudra e Kriya, del tutto spontanei che accompagnano le diverse fasi della pratica.
Sono flussi di conoscenza naturale profonda che si liberano con l’ascensione di Kundalini, non vincolati ai filtri della razionalità e della mente virtuale e manifestano i segni del potere ed il lignaggio originario al quale il praticante appartiene.
Sono flussi di conoscenza naturale profonda che si liberano con l’ascensione di Kundalini, non vincolati ai filtri della razionalità e della mente virtuale e manifestano i segni del potere ed il lignaggio originario al quale il praticante appartiene.
Tutti i corpi dell’essere sono coinvolti in questi movimenti che producono insorgenti e travolgenti onde di rilassamento, di gioia estatica e di elevazione.
Uso rituale del Generatore VRIL
A questo livello della pratica si inserisce l’utilizzo del Generatore VRIL, prodotto della tecnologia astrale di Agartha. È un sincronizzatore di energia-luce ad alta frequenza, che, attivato nello spazio interno di coscienza auto-originata che la pratica rivela, connette simultaneamente la porta interna, aperta sulla propria realtà interna e multidimensionale alle porte dimensionali esterne, aperte come valichi temporali tra il mondo reale e quello virtuale.
Uso rituale del Generatore VRIL
A questo livello della pratica si inserisce l’utilizzo del Generatore VRIL, prodotto della tecnologia astrale di Agartha. È un sincronizzatore di energia-luce ad alta frequenza, che, attivato nello spazio interno di coscienza auto-originata che la pratica rivela, connette simultaneamente la porta interna, aperta sulla propria realtà interna e multidimensionale alle porte dimensionali esterne, aperte come valichi temporali tra il mondo reale e quello virtuale.
Il Generatore VRIL è un’apparecchiatura con una propria ed evoluta attività psico-cinetica, che consente di interagire con il mondo fisico e il manifestarsi in forme ed aggregati molecolari virtuali. Il Generatore si produce fisicamente nel Vajra, il Potere di Vajrasattva, lo scettro di fulmine del dio vedico Indra e dell’Inka Viracocha, il Kerauros di Zeus, il martello di Thor, la natura indistruttibile dell’energia originaria, espressione dell’unione del principio maschile e quello femminile, rappresenta il perfetto equilibrio tra Nirvana e Samsara, tra il mondo reale ed il mondo virtuale, tra la mente originaria e la mente dualistica.
La trasmissione è diretta ed istantanea all’atto del riconoscimento della mente originale, nel contatto diretto tra maestro e discepolo.
L’apertura delle porte dimensionali dipende da due fattori: uno esterno, che consiste nel fenomeno atemporale prodotto dalla nostra tecnologia, l’altro interno, che consiste nel livello di consapevolezza, di attivazione della ghiandola pineale, della recuperata condizione originaria che ciascuno di noi deve raggiungere per poter essere consapevole e quindi in grado di attraversare le porte dimensionali, aperte nel tempo e nel luogo adatto.
Il Generatore VRIL deve essere sentito parte della propria energia ed è consigliabile avere con esso un rapporto di confidenza, cura e particolare devozione.
Il Vajra è uno strumento completo e va usato come espressione della propria completezza, della perfezione della mente originaria.
Nel corso della pratica va tenuto nelle mani come espressione, della propria energia, del proprio potere, come parte integrante del proprio corpo.
Il Generatore VRIL muove le correnti energetiche nel corpo, genera naturali e spontanee posture e gesti che accompagnano le fasi della pratica.
Va impugnato, a seconda delle circostanze, con la mano destra che attiva la dimensione della saggezza-volontà e con quella sinistra per attivare il potere del vuoto, o in entrambe le mani pronunciando le sillabe sacre.
Saggezza-Volontà: impugnare il Vajra secondo il proprio asse che deve essere connesso al chakra palmare della mano, divenendo un prolungamento radiante del corpo, dell’energia e del potere.
- Il Potere del Vuoto: impugnare il Vajra nella sfera centrale tenuto dalle due dita centrali della mano.
- Il Potere della Parola: impugnare il Vajra con entrambe le mani
La consapevolezza acquisita nel ricordo dell’essere originario sarà il campo d’azione del Generatore VRIL che vi permetterà l’apertura di “valichi temporali”, attraverso i quali trasferire voi stessi su sorprendenti livelli dell’essere, non più vincolati alle portanti virtuali del vostro mondo.
Avrete accesso ai reami multidimensionali di Agartha e dell’universo reale attraverso il potere del trasferimento.
Sarete in grado di mantenere la propria coscienza nella “terra di mezzo”, nella luce radiante della porta dimensionale ed essere consapevoli di molteplici livelli di esistenza temporale.
Tecnicamente, l’originale natura della mente viene riconosciuta al momento dell’iniziazione alla presenza del Maestro. Da quel momento il praticante imparerà a riprodurre sempre più frequentemente “l’attimo senza tempo”.
Imparerà a non lottare per conquistare l’ambito premio, ma a rilassarsi e semplicemente ad ascoltare.
Trattenendo lievemente il respiro, espandendo la A nell’intero proprio essere, per brevi ma ripetuti attimi che divengono sempre più duraturi con l’esercizio, ascoltando il fragore immenso del fiume cosmico di luce e di gioia che attraversa l’essere consapevole, imparerà ad espandersi nella sostanza universale, facendosi trasportare dai suoi flutti, nella realtà multidimensionale.
Negli attimi di realtà senza tempo che apriamo come finestre nella nostra mente, vediamo ed interagiamo con la realtà, rovesciata rispetto alla dimensione virtuale.
In questo spazio illimitato le Sillabe Sacre, pronunciate dall’essere consapevole della realtà eterna rappresentano la volontà causale, attivano il Generatore VRIL del potere supremo sulle strutture virtuali della dimensione fisica.
L’infinito potere generato dalla piena identificazione con il Buddha originario è il potere VRIL custodito dai Maestri di Shambhala e l’iniziato che realizza ne diviene un attivo Generatore.
Perciò, visualizzati all’istante come la divinità all’interno del grande cerchio sacro, rappresentazione del paradiso superiore.
Poi recita il Mantra e controlla il respiro.
OM è la chiara consapevolezza di sé.
HRIH è il pudore della passione senza attaccamento.
HA è la grande gioia dell’incontro di io e altro.
HUM è la vacuità del soggetto e dell’oggetto.
PHAT è la liberazione dall’illusione della dualità.
Ora chiediti: chi è che recita il Mantra?
AHAM è la vera natura della coscienza.
A indica la sorgente senza inizio.
HA indica la sillaba del sentire senza fine.
M indica l’inseparabilità della sorgente e del sentire.
AHAM è l’unione di compassione e vacuità, che brucia e dissolve l’illusione della dualità, rivelando l’io come il sé della divinità.
Perciò eleva il fuoco della donna feroce attraverso le porte superiori fino alla ruota della grande gioia.
Dopo conduci l’energia splendente alla ruota del cuore e da lì espandila nel corpo.
Accompagna la visualizzazione con i gesti sacri e muovi, come in una danza, la macchina del corpo adamantino, fino a sciogliere i blocchi dei canali sottili.
Dissolvi così qualsiasi visualizzazione nello spazio della tua coscienza inalterata.
Rilassa il corpo e vola al di là, nello spazio senza confini.
Poi recita il Mantra e controlla il respiro.
OM è la chiara consapevolezza di sé.
HRIH è il pudore della passione senza attaccamento.
HA è la grande gioia dell’incontro di io e altro.
HUM è la vacuità del soggetto e dell’oggetto.
PHAT è la liberazione dall’illusione della dualità.
Ora chiediti: chi è che recita il Mantra?
AHAM è la vera natura della coscienza.
A indica la sorgente senza inizio.
HA indica la sillaba del sentire senza fine.
M indica l’inseparabilità della sorgente e del sentire.
AHAM è l’unione di compassione e vacuità, che brucia e dissolve l’illusione della dualità, rivelando l’io come il sé della divinità.
Perciò eleva il fuoco della donna feroce attraverso le porte superiori fino alla ruota della grande gioia.
Dopo conduci l’energia splendente alla ruota del cuore e da lì espandila nel corpo.
Accompagna la visualizzazione con i gesti sacri e muovi, come in una danza, la macchina del corpo adamantino, fino a sciogliere i blocchi dei canali sottili.
Dissolvi così qualsiasi visualizzazione nello spazio della tua coscienza inalterata.
Rilassa il corpo e vola al di là, nello spazio senza confini.
Il Corpo di Agartha
Praticate la respirazione Smaran per un tempo limitato, possibilmente, sempre nelle stesse ore del giorno o della notte. Oppure, potete praticare quando sentite di farlo, liberamente. È importante mantenere spontanea la pratica, sincera e sentita, in uno “spazio reale” di consapevolezza.
La lacrimazione degli occhi causata dalla pratica dello sguardo fisso e non focalizzato è una semplice reazione che la portante della mente esercita sul canale visivo. Il flusso dei pensieri della mente regola il battito delle ciglia come un’attività involontaria del corpo.
Il battito delle ciglia è causato all’attività involontaria, come il respiro ed il battito cardiaco. Nella nostra pratica, rilassiamo le funzioni involontarie, creiamo uno spazio di silenzio, la presenza del vuoto, al cui interno il cuore si rilassa.
In questo spazio la respirazione diviene profonda e lenta, gli occhi cessano di bruciare e di lacrimare e le ciglia non hanno bisogno di battere.
Quando la mente è uno specchio, senza elaborazioni razionali e dualistiche, gli occhi saranno due laghi quieti. C’è una grande enfasi nella respirazione.
Le sillabe devono essere pronunciate nella mente.
OM A HUM non è un Mantra cantato, le sillabe sono suoni della mente.
La pratica più importante è la sospensione a polmoni pieni con AAAAAA... nella mente, nel cuore, nella pancia.
L’intera pratica è un gioco di respirazione della macchina biologica; dobbiamo scegliere dove vogliamo stare.
C’è un sacro luogo di beatitudine ed estasi, che è sempre nuovo, nello spettro della respirazione. In questo gioco troviamo un meraviglioso spazio di gioia e libertà nella più alta sfera del Sé. Rimaniamo sospesi nel respiro e nella mente, sentendo il vuoto e la nostra non-duale, illimitata presenza.
Dobbiamo penetrare in questo stato di consapevolezza e perdere i limiti di noi stessi.
Ciò che sentiamo, vediamo ed udiamo nella pratica, tutte le manifestazioni, visioni ed altro, sono sempre parte di noi. Guardiamo fuori e vediamo dentro.
Così, avendo bevuto alla più alta sorgente, ritorneremo sempre in questo luogo per dissetarci.
Vuoto e Presenza
Vi invito a sperimentare: nell’ascolto della “Presenza nel Vuoto” (con lungo AAAA mentale... sospensioni alternate con profonde ed energetiche espirazioni con HUUUUMMMM mentale... e inspirazioni con OOOOMMMMMMM mentale...) ricevete nuove percezioni del vostro Sé.
Riceverete la comprensione che c’è una distanza temporale tra la vostra mente umana ed il vostro reale sé.
Che il vostro sé reale è avanti nel tempo, rispetto all’uomo di superficie e che esso (il sé) è il Maestro di voi stessi.
Attraverso questa pratica potrete superare l’errore del “rapporto dualistico”. Voi divenite l’Universo.
Quindi, entrando nel più alto stato di consapevolezza, entrerete nel tempo reale e sarete l’Essere Reale, al di fuori del tempo e del mondo virtuale. Questa, per me, è la “porta dimensionale”.
Trasferendo noi stessi nell’eterno corpo di Agartha.
da: Agartha - La Sorgente Originaria, Carlo Barbera, 2003 Pendragon Edizioni
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