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venerdì 26 novembre 2010

L'angelo della passione




L’angelo della passione sembra essere in contrasto con l’angelo della calma. Noi, però, abbiamo bisogno di molti angeli per far fiorire la vita dentro di noi. L’angelo della passione vuole invitarci a vivere con tutta la forza del nostro cuore e a non condurre un’esistenza solamente- per così dire- a fuoco lento. Quando una persona non è più capace di avere una grande passione, la sua vita diventa noiosa e insulsa. Perde gusto. Non era questo che voleva Gesù, il quale ci ha esortati ad essere sale della terra, a condire questo mondo con la nostra vitalità. Le passioni sono le forze motrici naturali dell’uomo e lo vorrebbero spronare alla vita e, alla fine, portare fino a Dio.

L’angelo della passione deve insegnarci l’arte di rapportarci con queste forze motrici in modo da non esserne dominati, ma da poterle impiegare per quella che è la vera e propria meta della nostra vita. Non dobbiamo diventare persone dominate e mosse dagli istinti, persone che semplicemente si lasciano spingere avanti, ma persone che muovono le passioni e le utilizzano per modellare la vita nella sua molteplicità.

Chi è in grado di avventurarsi passionalmente in qualcosa, può anche combattere passionalmente per la vita e anche la sua spiritualità sarà appassionata. Ce lo insegna un racconto cassidico:” Un cassista un giorno si lamentava col rabbi Wolf perché alcune persone avevano trasformato la notte in giorno giocando a carte."Questa è una cosa buona", disse il maestro.Come tutti anche loro vogliono servire Dio, ma non sanno come fare. Adesso però imparano a vegliare e a resistere nel fare qualcosa. Una volta che si saranno perfezionati in questo, avranno bisogno solamente di convertirsi e allora saranno dei ministri di Dio!’ “.

I primi monaci hanno riflettuto molto sulle passioni. Evagrio Pontico (morto nel 339) enumera nove passioni con le quali deve combattere il monaco. Per lui le passioni sono forze positive. Non si tratta di reciderle, ma di integrarle nella propria vita. Le passioni devono servire a noi, noi non dobbiamo servire alle passioni. L’apatheia, che viene indicata come la meta della lotta con le passioni, non designa una stato privo di passioni, ma la libertà rispetto a un patologico incatenamento alle passioni, designa l’integrazione delle passioni in tutto ciò che faccio e penso, uno stato in cui esse, invece di possedermi, sono a mia disposizione come forza, come virtus, come virtù che è in grado di rendermi vivo.

Le passioni non hanno alcun valore in sé. Sono buone o cattive a seconda di come mi comporto con esse. L’ira è una forza positiva che potrebbe rendermi capace di definire i miei limiti, di liberarmi dal potere degli altri, ma mi può anche consumare se mi lascio determinare da essa. La sessualità può rendermi vivo, ma mi può anche dominare. Non sono la repressione o il godimento delle passioni a condurmi all’intensità della vita, ma un consapevole rapporto con esse. A chi vive senza passione mancano il morso, la forza, la pienezza della vita. Per un’esagerata ricerca di correttezza molti cristiani hanno ucciso le loro passioni e così sono diventati noiosi. Non sono più il sale della terra, non sono più il condimento del nostro mondo, ma sono insipidi e non interessano più a nessuno. Gesù si è impegnato con passione a favore dei poveri e degli oppressi. Ha parlato con passione del Padre misericordioso ed ha combattuto con veemente passione contro la durezza di cuore dei farisei che avevano ottenebrato l’immagine di Dio con una legalità gretta.

Il sostantivo tedesco Leidenschaft (passione) deriva dal verbo leiden (soffrire). Questo verbo una volta aveva il significato di andare , viaggiare. Chi viaggia, fa esperienza, prova qualcosa, soffre qualcosa. Così il termine assunse sempre più il significato di sopportare, provare dolore.

La passione quindi ha a che fare con l’esperienza. Chi la recide, perde in esperienza. Chi entra in essa, avrà esperienza,vivrà qualcosa di nuovo e di imprevisto, ma, come in ogni viaggio può essere anche faticoso, così è anche il rapporto con le passioni. Si tratta sempre di un percorso in cresta. Troppo facilmente una passione può diventare più forte di quanto ci faccia bene. Allora è la passione a determinarci, non siamo più noi a governare la vita con passione. L’angelo della passione ti accompagni nel tuo percorso in cresta, in modo che tu possa veramente diventare una persona passionale, una persona che entra in relazione con gli altri con ardente passione, una persona che combatte appassionatamente affinché qui sulla terra sia possibile una convivenza degna dell’essere umano

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