di Cristina Bassi
Mi sembra inutile fare premesse retoriche o diplomatiche: il cattolicesimo dalle nostre parti non ha consentito, ad ora, lo sviluppo di una informazione e conoscenza in merito alle vite passate, non un senso di famigliarità e “normalità” nei confronti della reincarnazione.
Pare ininfluente per i cattolici il dato che ci siano milioni di persone radicate in millenarie culture che la prevedono. Mi ricordo di una vecchia …storia: quella dell’uso della religione non come mezzo di evoluzione e di risveglio della coscienza e di maturità personale, ma come sonnifero e l’effetto, sarà perché di secoli ne sono passati tanti, è sicuramente visibile: il fanciullo (popolo) dorme, che non gli venga l’idea balzana di crescere!
I tempi e i confini sono in cammino, tuttavia... e non tutti anche in questo Paese e in questo occidente stanno dormendo sonni irreversibili sul tema. Non vedo ragione di disturbare il sonno dei più irredenti, ma per tutti gli altri...impegnamoci a scoprire, riflettere, farci ispirare da contributi di esperienze, tradizioni o insegnamenti spirituali che invece della reincarnazione parlano come ovvio cammino dell’anima.
Preoccupiamoci di ritrovarci e ricollegarci tra simili e affini. Senza farci distrarre, intimorire, né prendere dalla tentazione di dover convincere l’altro: perchè mai ? c’è un tempo per tutto e per tutti e non è la storia lineare che lo scandisce eppoi ciò che conta è la qualità di ciò che siamo e manifestiamo, non le credenze a cui ci appelliamo.
Mi sorpresi a suo tempo, quando approfondendo un po’ la vita di Cayce (per citare uno dei personaggi occidentali interessanti sul tema), mi resi conto che da cristiano convinto e molto ligio al Vecchio Testamento (lo continuò a leggere ripetutamente finchè visse, recitano i biografi) parlava di vite passate e di reincarnazione, di viaggi dell’anima tra i mondi, di soggiorni planetari prima di ritornare ad incarnarsi sulla Terra.
“Dio, il creatore, la mente il costruttore, il corpo il risultato”…una delle sue “rivelazioni” più sintetiche ed efficaci.
Nelle sue letture Edgar Cayce citò la reincarnazione la prima volta nel 1923, a seguito di domande postegli da un uomo che voleva sapere sulla teoria della astrologia. Le risposte di Cayce nella sua “lettura” indicarono che gli stimoli provenienti da altre vite hanno più influenza che gli aspetti astrologici. [There is a river by Thomas Sugrue, E. C. Publishing Co.]
Ci dice che ogni persona con cui siamo coinvolti in questa vita è molto probabile che già fosse intorno a noi in altre nostre vite precedenti. Genitori, fratelli e sorelle, mariti, mogli, amici, colleghi, figli, capi, dipendenti…persino i nostri nemici già divisero con noi la loro esistenza molto prima di questa vita.
Quando sentiamo una “simpatia” all’apparenza immotivata nei confronti di qualcuno, è molto probabile che questo dipenda dalla memoria dell’anima, che ricorda il ruolo positivo che questo soggetto già ha avuto in altre nostre vite. Per contro, quando abbiamo in senso di rifiuto, di fastidio, di paura, inquietudine o odio nei confronti di qualcuno, è molto probabile che ciò dipenda dal fatto che l’anima ricorda azioni passate contro di noi o contro i nostri cari.
Che ci piaccia o meno, la Legge del Karma ci porta ad incontrare, nel presente, il modo in cui in passato abbiamo usato la nostra coscienza ed il libero arbitrio. E’ cosi che ciò che abbiamo fatto ad altre anime o ciò che loro hanno fatto a noi, si riflette nelle situazioni delle nostre relazioni presenti e negli stimoli, pulsioni, slanci “innati”, attitudini ed emozioni che sentiamo gli uni verso gli altri.
L’Anima è l’aspetto eterno dell’essere, la nostra eredità spirituale. Cayce spesso nelle sue letture la definisce “entità”. L’anima ritorna sulla terra in una successione di incarnazioni ma per attuare questo deve aver ricevuto l’impulso dalla Causa Prima, dall’Energia Creativa, ovvero “dio”: la manifestazione del divino, la forza vitale che abita il corpo.
"All'inizio tutte le anime erano una cosa sola con la Forza Divina. In veste di identità singola aggiungevano o sottraevano ciò che era in accordo con lo scopo di Dio o aggiungevano e sottraevano le benedizioni di cui erano consce nella materialità. Ecco come si costruisce il Karma. E la legge è perfetta:ciò che semini raccogli. Non esiste una legge che provoca la separazione tra l'uomo ed il suo Creatore. Non c'è nessuna causa eccetto l'indulgenza o la negligenza da parte dell'uomo stesso" (lettura 3660-1)
Ogni anima riceve un libero arbitrio perché lo usi nelle abilità, qualità, condizioni dell’esperienza. Nella materia la forma (ossia la manifestazione) cambia ma non la relazione con la Causa Prima. “L’incarnazione non proviene dalla materia, piuttosto dalla mente che si manifesta attraverso il mondo materiale” . Reading 5753-2 (anno 1937)
Diverso l’impatto, almeno su di me, del Dalai Lama depositario e guida di una delle tradizioni (la tibetana) più antiche che della reincarnazione fanno un punto centrale dell’esperienza di vita.
"A volte incontriamo certe situazioni in cui, anche se abbiamo fatto qualcosa di buono per gli altri, non siamo in grado di raccogliere i frutti delle conseguenze in questa vita attuale.
Quando parliamo della legge della causalità, non limitiamo il suo operare entro i confini solo di questa vita, piuttosto teniamo in considerazione sia questa vita che il futuro.
Ogni tanto le persone che non hanno una appropriata conoscenza della legge del karma dicono che "il tale" è molto gentile e religioso etc etc, ma che ha sempre problemi, mentre "il tal altro" è menzognero e negativo e indulge spesso in azioni negative, ma sembra avere sempre molto successo.
Chi fa questo ragionamento può pensare che non ci sia proprio alcuna legge karmica. Ci sono poi altri che vanno all'estremo opposto e diventano molto superstiziosi e pensano che quando uno si ammala, questo dipenda tutto da spiriti negativi... E' anche possibile che persone molto negative facciano l'esperienza del loro karma positivo, raccogliendo prematuramente i loro frutti.
Questo è dovuto alla grande forza delle azioni negative, che così esauriscono il potenziale delle loro azioni virtuose. Essi in questa vita sperimentano un relativo successo, mentre altri che sono dei seri praticanti, come risultato della forza delle loro pratiche, in questa vita producono conseguenze di azioni karmiche che diversamente, in futuro, avrebbero potuto gettarli in una rinascita in regni inferiori.
Come risultato essi sperimentano più problemi e malattia in questa vita. Decidere fermamente di non indulgere in una azione negativa non è abbastanza. Questo dovrebbe essere accompagnato dalla comprensione che per il proprio bene e beneficio bisogna vivere con la consapevolezza della legge del karma: se hai accumulate le cause , devi affrontarne le conseguenze.
Se desideri un particolare risultato, puoi lavorare per produrre le sue cause e se non desideri certe conseguenze, puoi evitare di intraprendere azioni che le porteranno. Dovreste riflettere in questo modo sulla legge della causalità: c'è una ben precisa relazione tra le cause e gli effetti, azioni non commesse non produrranno mai un effetto e una volta commesse, le azioni non perderanno mai la loro potenzialità semplicemente con il passare del tempo.
Quindi, se desiderate godere di frutti desiderabili, dovreste lavorare per accumulare le loro cause appropriate e se volete evitare conseguenze indesiderabili, non dovreste accumulare le loro cause ... [il Karma] è una legge naturale come ogni altra legge di natura"
Da: Path to Bliss: A Practical Guide to Stages of Meditation by H.H. the Dalai Lama, Tenzin Gyatso, translated by Geshe Thubten Jinpa, edited by Christine Cox, published by Snow Lion Publications. www.snowlionpub.com. --Trad. Cristina Bassi
“(…) Nel momento in cui ammettete la legge della reincarnazione, cominciate a capire che ogni avvenimento nella vita - matrimonio, nascita, incontri, incidenti e successi - ha la sua ragion d'essere, in quanto tutto ha una causa più o meno remota. (…) Quando saprete che tutto ciò che dovete subire è il risultato di trasgressioni passate, lo accetterete e non accuserete più gli altri delle vostre disgrazie. (…) Credere nella reincarnazione, infine, spinge a rafforzare la volontà, diventerete forti e potenti, eviterete di commettere azioni riprovevoli per le quali in futuro dovreste soffrire, e vi sforzerete di costruirvi un avvenire luminoso”. Pensieri Quotidiani, ed Prosveta, OM Aïvanhov
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