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martedì 30 novembre 2010

Come resistere alle abductions - di Maurizio Baiata


Per chi si venga a trovare in una circostanza del genere: stai guidando, lungo una strada deserta, in una zona lontana da ogni abitato, il chiarore appena soffuso dalle stelle e dalla luna davanti a te, chiuso nell’abitacolo, la radio accesa che ti tieni compagnia. Stanco, dopo una lunga giornata di lavoro, sei felice, pochi chilometri di cammino e sarai tornato a casa, dalla tua compagna, dai tuoi figli. 

Improvvisamente, una luce intensa, un chiarore abbacinante, un flash davanti agli occhi. Istintivamente, accosti l’auto al ciglio della strada, che altro fare? Ma Hai già la sensazione che qualcosa non va, alzi gli occhi e quella luce è già divenuta una sagoma oblunga più scura, nella quale si distinguono delle linee di luce, una delle quali si proietta su di te. In quel momento, delle figure indistinte, diafane, fatte come di corpuscoli luminosi che sembrano aggregarsi, si avvicinano. Il movimento è irreale, una presenza incorporea eppure fisica! Chi sono? 

Cosa vogliono? Sono alieni? Sono i Grigi! Vogliono prendermi!

Poniamo che il soggetto non sia stato costretto ad una situazione di immobilità psico-motoria, né di “paralisi
psichica”, situazioni che di fatto inibiscono totalmente il soggetto, il quale vive un’intrusione nella sua sfera
vitale contro la quale opporsi è ancora più difficile. Ma se ci domandiamo: Cosa possiamo fare? Vuole dire
che un minimo di raggio di azione ci è consentito. Vediamo come.  

1.        Non ti devi far prendere dal panico. 
E’ la prima e più istintiva reazione. Logico che la paura ti prenda allo stomaco e che la sensazione salga su fino al cervello… ma se ti fai sopraffare da questo primo impatto sei finito. Non potrai agire più. Non potrai cercare e trovare, all’istante, una via di fuga. Questo devi fare. Non devi star lì ad aspettare la loro prossima mossa. Loro, la prima mossa l’hanno fatta. Hanno avuto la premura di manifestarsi ai tuoi occhi da bambino e da sognatore nel bel mezzo della notte. Ora tocca a te. Rimani immobile.


Impercettibilmente, assicurati di disporre di una minima possibilità di movimento alle tue spalle, scivola indietro di un passo, non di più e torna immobile. Non aver paura. Loro - le EBE, Entità Biologiche Extraterrestri – avvertono la tua paura. Sono programmate sulla lunghezza d’onda delle tue scariche di adrenalina. La tua paura eccita i loro sensi. Sanno già che sarai una preda facile.      

2. Fai il Vuoto Mentale
E’ facile come bere un bicchiere d’acqua. Chiudi gli occhi un istante. Immagina un punto fisso bianco, che brilla nel buio. Concentrati su quel punto. Non pensare. Manda via i pensieri. Concentrati su quel punto. Non pensare né alla mamma né agli alieni. Le EBE – dicono i ricercatori – hanno la capacità di leggerti nel pensiero. Ciò che sta accadendo non ti riguarda. Nessuno vuole prenderti. Non c’è violenza, né costrizione da parte di nessuno. 

3. La via di fuga
Se esci dalla fase del primo impatto, con il cervello a posto e le gambe che non ti tremano troppo, allora non cadere nel tranello di credere di avercela fatta. Questo è il secondo momento di tua grande debolezza psichica, della quale chiunque potrebbe trarre vantaggio per avere ragione della tua resistenza. Tu vorresti capire cosa sta accadendo. Cerchi di razionalizzare. Sbagliato. Pensare ti porta nuovamente in loro balia. Non devi cercare di capire se quello che stai vedendo è reale o meno: ti portano a bordo di un UFO, ti stanno facendo qualcosa, ci sono esseri tutt’intorno a te che ti fanno qualcosa. 

Se pensi questo, sei finito di nuovo. Loro sono entrati nella tua mente, l’hanno indotta in uno stato spazio/temporale avanzato di qualche minuto rispetto al “tuo tempo reale”, facendoti vedere ciò che accade. 
Ma non è la realtà, è una proiezione, uno spettacolo olografico estremamente realistico, sin troppo, addirittura doloroso e nuovamente la paura ha il sopravvento e la tua sottomissione sarà più spontanea, verrà dolce e naturale, come in un sogno. Loro, intanto proseguono impassibili il loro lavoro. Tu fagli credere che ti stiano dominando. abbiano preso. E’ questo l’attimo da cogliere.  Schizza via, senza voltarti. Con la fuga li avrai lasciati lì a pensarci su, se hanno un cervello come il nostro. Altrimenti, staranno bussando alla porta di un altro da “addurre”.

4. Non cercare di stabilire una comunicazione
Non serve. A loro non interessa quello che tu pensi. Anzi, prova a configurarti in un altro posto. Tu non sei lì. Non sarà una “gabbia di Faraday”, non sarà uno scudo protettivo mentale. Non sarà un involucro di luce che ti porterà in salvo.  

5. Bisogna rompergli le uova nel paniere
E’ vero, è improbabile che dal tuo piccolo scheletro, muscoli poco allenati, qualche chilo di troppo e lo spavento che ti divora, che tu ti erga, brandendo armi tonanti e sconquassando le orde di Grigi che ti attorniano. Ma cosa pensi di fare? Hai una sola arma, al di là della fuga (che ho appena consigliato). La tua arma è la parola. Il suono. Il respiro. Il grido. Una emissione della tua vitalità che nasca dal basso ventre e ti esca come un’onda di energia. Si andrà a infrangere su di loro. Ora, forse, ti staranno ad ascoltare. E tu gli dirai: “Lasciatemi in pace. Andate via”. Opponete quella che i pacifisti definirebbero “resistenza verbale”. Io la chiamerei “disperazione inversa”. Per le EBE, a questo punto, si sarà esaurito il vantaggio della sorpresa. Capiranno che le cose si complicano. Dovranno passare ad un’altra mossa. 

6. Non opporre resistenza, attacca 
E’ il momento di anticipare la loro ulteriore mossa, oppure vuoi che la facciano loro? Il consiglio è questo: opporre resistenza fisica, come ultima via di uscita ed applicando tutte le tue capacità di autodifesa, avendo già subito l’attacco, non è utile. Loro l’avranno avuta già vinta. Devi invece passare all’attacco. Tenendo conto dei seguenti fattori:
a)        Le EBE sono fisicamente fragili, dicono i testimoni. Prendi il caso Travis Walton. Travis si liberò degli esseri che lo avevano già “sotto controllo” piuttosto facilmente, senza uso della forza. Mentalmente. Gli esseri intuirono che qualsiasi gesto da parte di Walton per loro sarebbe stato dannoso. Si limitarono a scortarlo altrove, all’interno dell’astronave. 
b)        Le EBE agiscono in gruppo. Devi individuare il capo, chi dà gli ordini, chi comanda. Potrebbe, ovviamente, nascondersi fra gli altri. Ma il suo ruolo lo costringe ad esporsi. Sappiamo di chi si tratta. Il “Dottore”, l”Anziano”, solitamente una creatura leggermente più alta, e più “impositiva” delle altre. Sarà questo essere ad instaurare la comunicazione che ti porterà nello stato di totale passività e consentirà loro di procedere secondo la loro agenda. Esami “clinici”, operazioni chirurgiche, inserimento di impianti, estrazione di seme e di ovuli, etc.    

In ogni caso, uno degli esseri si farà avanti, si mostrerà maggiormente “presente”, per non dire minaccioso. Sarà con lui che ci si dovrà confrontare velocemente, per far volgere in nostro favore la situazione. Bene, se la condizione è questa, se non c’è altro da fare, punta diritto agli occhi. Con qualsiasi mezzo. Usando le dita delle mani, anche a mano aperta, tese verso i suoi occhi, slanciandole più in avanti possibile, affondandole negli occhi. Un altro punto debole, probabilmente, la gola, nell’incavo della giugulare. Sono queste le zone della testa dove anche con una reazione fulminea è difficile evitare di essere colpiti. Inoltre, non sappiamo quali altre zone del loro corpo siano vulnerabili. 

Un possibile scenario conclusivo, di questo piccolo vademecum per potenziali addotti che si trovino al cospetto dei Grigi, prevede il fatto che, se si è riusciti a neutralizzare fisicamente il capo, il resto del gruppo quasi certamente opterà per una rapida manovra evasiva, lasciandovi lì. La cosa sarà, almeno momentaneamente risolta.

Sia chiaro, ho esposto sin qui queste mie considerazioni solo in funzione di un incontro troppo ravvicinato con individui di tipo “grigio”, o EBE, non certo con esseri umanoidi simili a noi o a noi superiori per caratteristiche fisiche. Inoltre, ho limitato il discorso al solo aspetto della reazione più opportuna e a mio avviso consigliabile al momento dell’impatto iniziale di attività ed interferenze aliene su di noi. Le tecniche su esposte sono elementari. Possono essere applicate da chiunque, non richiedono conoscenze superiori, stati alterati di coscienza, iniziazioni magiche, allenamenti in palestra. 

Chi vuole, può continuare a ritenere il fenomeno delle abductions solo un interessante territorio di ricerca, nel mondo di una grande illusione, di un’allucinazione collettiva su scala planetaria, faccia pure.  Ma se si vuole passare alla “pratica”, perché queste esperienze sono vissute anche dal nostro amico più caro, o dal nostro vicino di banco, o da un qualsiasi componente della nostra famiglia, allora iniziamo a darci da fare. Impariamo anche a dire “No”, quando è il momento. 

E’ il primo nostro diritto, quando il livello del Contatto instaurato dai “Visitatori” non è chiaro, non è più neutrale… anche noi non dobbiamo essere più neutrali e ci dobbiamo schierare dalla parte giusta. La nostra. Visione troppo antropocentrica? Forse. A voi la parola. 

Fonte: Link

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante. Ho l' impressione di essermi tolta una volta un visitatore troppo invadente in camera mia con un bel: " No, vattene via! " Ma non so dirvi chi era.Questo è uno degli episodi " notturni" che ho subito. Fin da piccola alle elementari disegnavo sagome tipo nordico e vi parlo degli anni sessanta. Infatti sono del 1953.Sono convinta che sono sulla Terra, che pur mi piace tantissimo, ma non è la mia Casa. In una regressione con la tecnica del dottor Bhuto ho vissuto questa nostalgia in maniera tragica. Non lo ho più fatto perchè era troppo triste per me. Bravi. Andate avanti così, non so come finirà ma, forse, quello che conta è il cammino di consapevolezza che stiamo facendo. Annamaria Vanzo

Anonimo ha detto...

bhe sembra che Maurizio abbia cambiato opinione..ora scrive che sono amici e che non scappa più...

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