Leccarsi le ferite, un detto popolare diventato realtà
La molecola isolata per la prima volta all'Istituto Pasteur di Parigi
Sembra più potente della morfina e agisce come un "interruttore"
Sembra più potente della morfina e agisce come un "interruttore"
Ora si tratta di capire come agisce e quali stati di dolore lo fanno aumentare
di ALESSIA MANFREDI
ROMA - Un antidolorifico naturale, molto più efficace della morfina, prodotto dal corpo umano. La nuova molecola, scoperta nella saliva, è stata isolata per la prima volta da un gruppo di ricercatori coordinati da Catherine Rougeot dell'Institut Pasteur di Parigi. E lo studio, appena pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences", apre la strada a diverse novità in campo clinico per la gestione del dolore.
L'"opiorfina", così è stata battezzata la molecola, è in grado di inibire, con una potenza molto superiore a quella della morfina, le sensazioni dolorose, che possono essere provocate da cause diverse, come stimoli esterni o infiammazioni.
La sensazione del dolore può essere sedata con oppiacei naturali, cioè molecole con proprietà analgesiche che vengono prodotte naturalmente dal nostro organismo. Queste molecole agiscono "spegnendo" il dolore, mediante recettori cui si legano: questi ultimi funzionano proprio come degli interruttori, e riescono a sopire la nostra sensibilità allo stimolo doloroso.
L'"opiorfina", così è stata battezzata la molecola, è in grado di inibire, con una potenza molto superiore a quella della morfina, le sensazioni dolorose, che possono essere provocate da cause diverse, come stimoli esterni o infiammazioni.
La sensazione del dolore può essere sedata con oppiacei naturali, cioè molecole con proprietà analgesiche che vengono prodotte naturalmente dal nostro organismo. Queste molecole agiscono "spegnendo" il dolore, mediante recettori cui si legano: questi ultimi funzionano proprio come degli interruttori, e riescono a sopire la nostra sensibilità allo stimolo doloroso.
La sensibilità al dolore è un fenomeno molto soggettivo, in cui l'ereditarietà gioca un ruolo determinante. Ma il principio che sta alla base dei farmaci comunemente utilizzati per combattere il dolore è sempre lo stesso: sono medicinali che imitano l'azione degli antidolorifici naturali.
L'equipe coordinata dalla ricercatrice francese aveva già scoperto di recente nei topi un composto, la "sialorfina", in grado di esercitare un'azione antidolorifica senza pari. Gli scienziati si sono chiesti se una simile sostanza naturale, così efficace, potesse essere auto-prodotta anche nell'organismo umano.
Hanno scoperto, così, l'equivalente umano della "sialorfina" nella saliva, battezzando la molecola "opiorfina". Quest'ultima agisce in modo analogo, attivando la stessa classe di recettori spegni-dolore della "sialorfina".
Non solo: si è rivelata anche molto potente. Sempre grazie agli esperimenti condotti sui topolini, i ricercatori hanno potuto misurare il potere analgesico dell'opiorfina e hanno scoperto che ne basta un milligrammo per chilogrammo di peso dell'animale (1 mg/kg) per ottenere lo stesso effetto analgesico per cui servono invece dai 3 ai 6 mg/kg di morfina. "Questo potrebbe portare in futuro ad una terapia che utilizza dosaggi inferiori, con il rischio di minori effetti collaterali", spiega la dottoressa Rougeot, "anche se la sperimentazione sarà ancora lunga".
Ora, il prossimo obiettivo dell'equipe è quello di scoprire le condizioni fisiologiche che inducono il naturale rilascio di opiorfina nell'organismo, per capire i meccanismi che la attivano. "Stiamo cercando di individuare quali sono gli stati patologici che ne aumentano o ne diminuiscono la messa in circolo", spiega ancora la dottoressa Rougeot. Fin da ora, è chiaro che le potenti proprietà analgesiche della molecola promettono di offrire nuove strade per la gestione del dolore in ambito clinico.
Hanno scoperto, così, l'equivalente umano della "sialorfina" nella saliva, battezzando la molecola "opiorfina". Quest'ultima agisce in modo analogo, attivando la stessa classe di recettori spegni-dolore della "sialorfina".
Non solo: si è rivelata anche molto potente. Sempre grazie agli esperimenti condotti sui topolini, i ricercatori hanno potuto misurare il potere analgesico dell'opiorfina e hanno scoperto che ne basta un milligrammo per chilogrammo di peso dell'animale (1 mg/kg) per ottenere lo stesso effetto analgesico per cui servono invece dai 3 ai 6 mg/kg di morfina. "Questo potrebbe portare in futuro ad una terapia che utilizza dosaggi inferiori, con il rischio di minori effetti collaterali", spiega la dottoressa Rougeot, "anche se la sperimentazione sarà ancora lunga".
Ora, il prossimo obiettivo dell'equipe è quello di scoprire le condizioni fisiologiche che inducono il naturale rilascio di opiorfina nell'organismo, per capire i meccanismi che la attivano. "Stiamo cercando di individuare quali sono gli stati patologici che ne aumentano o ne diminuiscono la messa in circolo", spiega ancora la dottoressa Rougeot. Fin da ora, è chiaro che le potenti proprietà analgesiche della molecola promettono di offrire nuove strade per la gestione del dolore in ambito clinico.
[ da la repubblica web ]
Un detto popolare risalente alla notte dei tempi, ora d'improvviso alla ribalta grazie alla scoperta scientifica della ricerca francese,addirittura la saliva e il suo composto comparato alla morfina, pare da una trasmissione radiofonica ascoltata oggi pomeriggio, che la opiorfina contenuta nella saliva sia efficace anche come disinfettante, come dire un colpo alla botte ed uno al cerchio.
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