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lunedì 13 dicembre 2010

Se non hanno l’acqua anche i preti chiamano la donna che visse due volte


Maria Anna Innocenti ha già fatto scoprire un centinaio di sorgenti a condomini, hotel e aziende agricole. A 22 anni si ritrovò "in una luce bianca"

Le prime parole che pronunciò, all’età di 2 anni, furono in realtà tre numeri che il padre Angelo, operaio, e la madre Natalina, casalinga, misero al lotto. «Il terno uscì, ma i miei vinsero pochissimo, perché erano poveri in canna e avevano giocato solo qualche spicciolo». Se sia un dono speciale, quello che ha ricevuto, non saprebbe dirlo. «Sono una donna semplice, non ho mai lasciato questo paesetto, ho le mie 60 galline, tre conigli, quattro gatti e tanto orto da zappare». Paese di castagne e vino buono, Marradi, sull’Appennino tosco-romagnolo. Ma anche di tipi strani: la madre di Dino Campana, il poeta dei Canti Orfici nato qui e vissuto tra manicomi e prigioni, s’era convinta d’aver partorito l’anticristo.

A vederla, nulla lascia presagire alcunché di irregolare nella vita di Maria Anna Innocenti, 62 anni compiuti il mese scorso, già segretaria nelle scuole medie e superiori di Borgo San Lorenzo, moglie di Flavio Sartoni, insegnante di matematica in pensione, una figlia sposata che nel 2009 le ha dato un nipotino. Eppure ci sono almeno un centinaio di persone, in giro per l’Italia, disposte a giurare che, dove arriva lei, sgorga l’acqua. La signora Innocenti è una rabdomante, dal greco rábdos (verga) e mántis (indovino).

Va a titolo gratuito dove la chiamano («la considero una sorta di missione»), anche per una sfida con se stessa. Impugna dal lato più corto, 10 centimetri, due ferri a forma di «L» maiuscola, li punta paralleli davanti a sé e comincia a camminare sul terreno. Se le aste, lunghe 40 centimetri, si chiudono fino a incrociarsi, significa che lì sotto c’è una vena idrica. A che profondità, lo stabilisce con un pendolo metallico: più l’aggeggio ruota, più si dovrà perforare, grosso modo un metro per ogni giro, fino a che il pendolo non «taglia», cioè cessa il moto circolare e comincia a muoversi trasversalmente.

Pura ciarlataneria, secondo la maggioranza degli scienziati. Fenomeni paranormali, secondo altri studiosi, i quali sostengono che i movimenti delle bacchette sarebbero provocati da contrazioni involontarie dei muscoli, essendo i rabdomanti sensibili ai cambiamenti del campo magnetico determinati dalle irregolarità della crosta terrestre. Dettagli ininfluenti per la ventina di famiglie del condominio Badia del Borgo di Marradi, che sono riuscite a restaurare per uso residenziale un vecchio convento solo grazie all’autosufficienza idraulica assicurata dalla «fata dell’acqua», è così che la chiamano da queste parti. 

O per il distributore Tamoil, che ha potuto aprire il lavaggio per auto grazie a una condotta da 200 litri al minuto. O per Maurizio Talenti, che nel suo podere Chiesa Vecchia in località Albero ha trivellato su indicazione di Maria Anna Innocenti e ha visto zampillare una sorgente con un portata che arriva addirittura a 300 litri al minuto. O per l’agricoltore Nino Peroni, che grazie all’irrigazione ha potuto ampliare a Lutirano le sue coltivazioni di kiwi. O per Antonio Cannata, scetticissimo imprenditore romano di Torrita Tiberina che aveva inutilmente consultato i geologi e, grazie ai tre pozzi fatti scavare dalla rabdomante, ora ha aperto un’azienda agricola. 

O per la zona commerciale sorta intorno al casello autostradale di Barberino del Mugello. O per il villaggio turistico I Cancelli di Palazzuolo sul Senio. O per don Domenico Monti, parroco a Villanova di Bagnacavallo, che conosce sicuramente le vie del cielo ma per il sottosuolo della sua casa di villeggiatura ha preferito affidarsi alla sensitiva ed è stato premiato. E così pure per aziende e privati delle province di Firenze, Bologna, Rimini, Grosseto, Forlì, Ravenna.

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