Non so se chi mi legge creda in ciò che è scritto nella Bibbia, e non so nemmeno fino a che punto sia disposto a credere in un libro scritto migliaia di anni fa da persone che di scienza non avevano nemmeno lontanamente sentito parlare.
Se il creazionismo è la vostra via per vedere la nascita del mondo, sappiate che non la penso allo stesso modo. Ci sono prove più che evidenti che il mondo non sia stato creato 6000 anni fa, e su questo non vorrei nemmeno discutere.
Se invece interpretate la Bibbia solo come un libro di precetti, talvolta anche moralmente discutibili, condivisibili o meno, allora è un altro paio di maniche.
Fermo restando che sono convinto del fatto che non sia stato un Dio a creare l'uomo, la Bibbia è convinta del contrario, anzi, secondo l'interpretazione comunemente accettata, sembra che Dio abbia creato non solo il genere umano, ma ogni creatura dell' universo, e l' Universo stesso.
Ma non la pensa allo stesso modo Ellen van Wolde, ricercatrice e studiosa rispettata in ambito internazionale che da anni dedica la sua vita all' interpretazione ed alla traduzione delle Sacre Scritture.
Secondo la sua opinione, il Vecchio Testamento è stato tradotto con troppa superficialità, facendo apparire Dio come creatore di ogni cosa.
La prima frase che troviamo nella Genesi: "in principio Dio creò il Cielo e la Terra" sarebbe, a suo dire, una scorretta traduzione dall' ebraico. Secondo le sue recenti analisi gli autori del Vecchio Testamento non avrebbero voluto dire "creazione", ma "separazione".
La corretta interpretazione e traduzione diverrebbe quindi "in principio, Dio SEPARO' il Cielo e la Terra".
La professoressa van wolde, 54 anni, ha presentato la sua tesi alla Radboud University in Olanda, tesi supportata da alcuni studi eseguiti anche su testi ebraici contemporanei alla Bibbia, e sulle storie della creazione dell' antica Mesopotamia.
Sostiene che il verbo "bara", utilizzato nella prima fase della Genesi ed interpretato comunemente con "creare", sia in realtà da vedere come "separazione spaziale", fornendo una nuova, e per certi versi rivoluzionaria, interpretazione della Genesi.
Questa nuova analisi comporterebbe infatti che l'inizio della Bibbia non narri l'inizio del tempo, ma l'inizio dell' operato di Dio, il quale pre-esisteva assieme alla Terra ed all' Universo stesso.
"Volevano dire che Dio creò l'uomo e gli animali, ma non la Terra" afferma van Wolden.
Stando agli antichi testi analizzati dalla ricercatrice, prima dell' inizio della narrazione la Terra era un enorme ammasso d'acqua nel quale vivevano mostri marini, ricoperto da oscurità totale.
Dio quindi separò il cielo dalla Terra, l'acqua dalle terre emerse, i mostri marini dalle creature che popolano la superficie.
"L'idea comune della creazione dal nulla, creatio ex nihilo, è soltanto un grande fraintendimento".
Dio sarebbe quindi arrivato DOPO la creazione dell' universo, rendendo la Terra un posto vivibile, separando le tenebre dalla luce, l'acqua dalla terra abitabile. Rimane un creatore, ma "solo" della vita, non della Terra e dello spazio che la circonda.
Van Wolden spera che queste sue scoperte possano aprire un "robusto dibattito" a proposito della Genesi e della concezione comune di Dio. "Forse sto ferendo anche me stessa. Mi considero religiosa, ed il Creatore è sempre stato qualcosa di speciale. Ma ora la visione tradizionale di Dio come Creatore di tutto è insostenibile."
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