Nei testi di storia della tecnologia del mondo antico infatti un particolare dispositivo figura come la macchina più enignatica e avanzata dell’antichità: la macchina di Antikitera.
Rinvenuta per caso da dei sommozzatori greci sui fondali dell’isola egea di Antikitera nel 1902, fu dapprima trascurata per mezzo secolo come un reperto poco comprensibile. Successivamente sulla base dei primi studi avvenuti con le nuove tecnologie per prove non distruttive ai raggi X, ci si rese conto della complessità di tale dispositivo meccanico.La sua complessità era tale che si suppose in un primo tempo che si trattasse di un orologio moderno naufragato per caso sul luogo di un naufragio precedente di una nave antica.Gli studi portati avanti negli anni ‘60 e 70’ rivelarono che si trattava di una macchina antica, costituita da ben 30 piccole ruote dentate, in bronzo, accoppiate fra loro secondo uno schema molto elaborato.
Dalle iscrizioni greche trovate si è dedotto che si trattasse di un calendario meccanico per calcolare e prevedere la posizione della luna, del sole e delle stelle principali nei vari giorni dell’anno. Si pensa inoltre che fosse stato realizzato a Rodi e fosse diretto a Roma insieme ad altre opere d’arte nell’anno 87 a.C. Già a questo punto questa macchina risulta stupefacente, tuttavia una più attenta analisi ha portato alla individuazione di qualcosa ancora più sorprendente nel sistema degli ingranaggi: un differenziale.
Questo consiste in un accoppiamento di due ruote dentate che ruotando una attorno all’altra permette di ottenere un’altra velocità di rotazione pari alla differenza o alla somma delle due precedenti secondo un rapporto dipendente dai raggi delle ruote. Concettualmente tutto ciò rappresenta un salto matematico e culturale forse non ancora ben capito.
Il meccanismo differenziale infatti è stato ufficialmente inventato solo nel XVI secolo e per dimensionare una macchina così complessa occorrono conoscenze di algebra e meccanica teorica a livello di una moderna facoltà di ingegneria!!! Da un diverso punto di vista la macchina di Antikitera non rappresenta altro che un computer meccanico che funziona con la stessa logica dei computer analogici! Tutto questo getta una nuova luce sulla civiltà greca prima e romana poi, in quanto è difficile immaginare che possa essere stato inventato da una società prettamente agricola o di stampo schiavistico.
Inoltre non risulta niente di simile nelle altre civiltà cinese e indiana.Considerando che la scoperta di questo reperto archeologico è stato un colpo di fortuna eccezionale, che molti documenti antichi sono andati perduti e che nell’isola di Rodi la tecnologia metallurgica era coperta da segreto (sotto pena della morte) c’è da chiedersi cosa non sappiamo del mondo antico e cosa la civiltà abbia perduto con la caduta dell’Impero Romano. In esso infatti la cultura e la tecnologia greca era sopravvissute e i greci ne rappresentavano la classe intellettuale.
Se si considerano i racconti degli antichi su macchine e dispositivi automatici (e perfino di porte dei templi azionate dal vapore), viene un brivido a pensare a quale salto tecnico e scientifico l’umanità si stesse apprestando a fare in quel momento storico e quale occasione sia stata perduta se solo ne avesse avuto il tempo.
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