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lunedì 18 aprile 2011

Memoria d’altri tempi



“Un appello, proveniente da costellazioni lontane, incita oggi gli esseri umani a divenire Uno con la loro eredità cosmica legittima.                                                                                                                                     
Il grande telepata Brasiliano José Trigueirinho evoca la possibilità di rimpiazzare l’energia nucleare con l’energia magnetica.

Presentazione di José Trigueirinho
José Trigueirinho Netto è pressoché uno sconosciuto in Francia e nei paesi francofoni, dove sono stati recentemente pubblicati due dei suoi libri. Si tratta tuttavia di un grande contattato ed di un mistico visionario, ma senza dubbio di uno dei più grandi pensatori dei nostri tempi. E’ autore di più di sessanta libri che hanno venduto in tutto più di un milione di copie in lingua portoghese e spagnola.

Ha creato un centro spirituale in Brasile, che funzione in armonia con la Leggi cosmiche e dove coloro che s’impegnano sulla via dell’evoluzione possono prepararsi spiritualmente in vista del cambiamento planetario.
Anne Givaudan ha detto a proposito “Grazie a lui, la comunicazione fra mondi, che sia essa terrestre, intraterrestre o extraterrestre, presto non sarà più una leggenda.”

NOTA: Secondo Trigueirinho, esistono diversi centri intraterrestri maggiori che lavorano alla rifusione delle energie alla superficie per il bene dell’umanità e del pianeta. Si tratterebbe, fra altri, di Aurora, Erks, Miz Tli Tlan, Mirna Jad, Lis Fatima, Anu Tea, e Iberah. 


Triguerinho ha trasmesso numerosa informazioni sulla conoscenza di sé, la preghiera, la trasformazione spirituale, la guarigione, i modi di lavorare con le gerarchie spirituali celesti e i centri energetici intraterrestri che sostengono l’umanità nel suo processo di evoluzione di coscienza.

Circondato da più di 120 collaboratori permanenti, accoglie nel suo centro di Nazaré, situato a Figueira nel mezzo di fiorenti piantagioni tutte coltivate in modo biologico, delle migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Il testo che segue è un breve estratto del suo ultimo libro “Miz Tli Tlan – un monde que s’eveille”. Questo documento ci è sembrato particolarmente importante, nella misura in cui proietta una nuova luce sulle origini della terribile minaccia nucleare che pesa oggi sulla nostra umanità. (vedi: Faut-il redouter l’Apocalypse nucléaire? http://www.erenouvelle.com/newsgnuc.php) 

La storia tende a ripetersi, fino a che la lezione non è stata imparata. Ma grazie all’aiuto ed all’esperienza dei nostri fratelli intraterrestri, l’olocausto planetario può forse essere evitato.
Ecco la testimonianza di uno di essi, ricevuto da Trigueirinho

Ricordo di una civilizzazione anteriore

“Dovete sapere che esistono tre tipi di mondi, e benché l’integrazione delle loro civiltà sia stata sempre desiderata, i loro abitanti non sono mai stati in relazione gli uni con gli altri. Questi mondi sono: il mondo extraterrestre del Cosmo, il mondo intraterrestre della Terra Cava, ed il mondo della superficie della Terra. Quest’ultimo avanza rapidamente verso la distruzione che non poterono evitare i nostri antenati, e che già una volta, trasformò il pianeta Terra in una gigantesca tomba piena di cadaveri, di rovine e di desolazione.

Questo fu quanto accadde in un’epoca molto lontana, fuori dalle vostre possibilità di calcolo. In quei tempi, gli uomini furono testimoni di certi fatti ma non poterono fare niente. Ogni civiltà consegue un punto massimo di sviluppo poi scompare, immediatamente o gradualmente. Essa si consuma come le stelle. La vita universale è un eterno gioco matematico composto da cicli aventi certi aspetti annichilanti.

Il nostro sviluppo tecnologico aveva raggiunto un livello impressionante di perfezione. Anche a grande distanza, noi potevamo, in modo padroneggiato, sbriciolare la materia in unità di energia e ricomporla. Gli effetti dei residui radioattivi erano controllati.

Questa pratica diede luogo alla creazione di officine o stazioni di disintegrazione, nelle quali le macchine potevano trasformare una forma fisica in energia e proiettare questa energia verso qualsiasi città della Terra o un’altra macchine poteva rendergli la sua forma iniziale. Poi divenne normale che ogni persona avesse la sia macchina.

Praticamente non c’erano più segreti per noi.

Grazie alle nostre conoscenze scientifiche, potevamo fare quasi tutto ciò che volevamo, compreso prolungare la vita indefinitamente. Ciò era stato possibile grazie all’utilizzo del processo di ibernazione permesso dal nostro sistema sociale. Esso consisteva nel sospendere le attività vitali per degli anni, riattivando poi la vita con l’ausilio di una semplice pillola.

La classe governante riuscì a gestire gli inconvenienti della moltiplicazione di esseri viventi controllando la crescita eccessiva della popolazione e le contaminazioni che l’accompagnano. (…)

Pertanto, dei gravi problemi incominciarono ad apparire, a causa della mancanza di evoluzione della coscienza in rapporto all’incessante avanzata tecnologica. (…)

Abbiamo commesso un errore. Senza accorgercene, avevamo costruito la nostra società di superficie su un’aberrazione: i motori della nostra potenza tecnologica erano alimentati esclusivamente da energia nucleare. 

 Conoscevamo altre forme di produzione di energia propria, ma eravamo soddisfatti del grado di sicurezza ottenuto con la padronanza della scissione dell’atomo. Certamente, all’inizio fu necessario generare i residui radioattivi. Li mettevamo dentro a delle capsule speciali interrate nel suolo. In seguito siamo arrivati a trasformare questi residui per ottenere finalmente ciò che noi chiamiamo “una catena di consumazione senza perdite”. La si potrebbe comparare ad un motore d’oggi a benzina, e che potesse raccogliere continuamente e riutilizzare i gas generati dalla propria combustione.

Pensavamo di essere riusciti in tutto, quando uno dei matematici ci avvertì un bel giorno (che voi misurereste in centinaia d’anni), che le linee spettro-magnetiche dell’energia non obbedivano più alle leggi rigide alle quali avevano obbedito fino ad allora, e questo in modo inatteso.

In altri termini, esse si ribellavano. Altrimenti, che cosa avrebbe significato questa improvvisa incoerenza? Quando l’abbiamo constatato era già troppo tardi. La nostra scienza aveva terminato il suo ciclo, e tutti, noi ci siamo ricordati le parole di saggezza della nostra ultima filosofia: “La morte esiste ancora”.

Il tenore radioattivo dell’atmosfera incominciò ad aumentare a passi da gigante, provocando dei buchi neri nello strato di ozono che circondava la Terra. Le macchine complesse che sostenevano la struttura della nostra civiltà divennero rapidamente inutili. Voi dovete realizzare che noi avevamo costruito dei veri mostri cibernetici, capace di realizzare da loro stessi le riparazioni sulle parti danneggiate della macchina, qualsiasi fosse la natura della causa. 

Fu anche possibile regolare l’aumento dell’indice di radiazione. Ma non servì a nulla, perché noi non ci eravamo mai preoccupati di ottenere un’immunità contro quelle radiazioni alle quali dovevamo tutto il nostro funzionamento, nella stessa maniera che voi non cercate di immunizzarvi, oggi, contro l’acqua dei vostri fiumi, perché non avete immaginato nemmeno per un istante che un domani si potrebbe trasformare in un veleno mortale.

Improvvisamente, avevamo compreso che eravamo soli e senza difesa.
Non avevamo fatto alcun progresso come razza; al contrario, eravamo restati ad un livello elementare. Senza esserne coscienti, avevamo contribuito all’emergenza, all’apogeo e al declino di una supertecnologia. La tecnologia ci aveva dominati.

Dovemmo fuggire dalle città. Per fortuna, sapevamo dove andare ed abbiamo fatto in modo che l’esodo si svolgesse strettamente secondo le direttive dei nostri dirigenti.

Questi ultimi avevano già dovuto adottare delle misure estreme per evitare un’esplosione demografica. Avevano ordinato che le nuove città fossero costruite in quattro cerchi concentrici ripartiti su tutta la superficie del pianeta e centrati su un punto dell’equatore attuale. 

Una delle cose che dovete sapere è che la topografia del pianeta era allora molto differente. A quell’epoca, la piattaforma continentale formava una larga banda che copriva lo spazio fra i tropici al nord e al sud. Nella zona dove si situano oggi i poli, c’erano delle correnti marine zampillanti, e sarebbe a dire delle vie naturali di comunicazione disposte come una rete geometrica sotto i mari. Attraverso queste vie, le acque salivano dall’interno del pianeta fino alla superficie, poi ritornavano all’interno.

Ai nostri giorni questa reticolato è completamente frammentato. Le acque rimontano dal mondo intraterrestre e vi ritornano da quattro aperture soltanto. Secondo la vostra cartografia, questi luoghi sono situati nel triangolo Tokio – Shangai – Vladivistok nel mar del Giappone; il triangolo Sydney – Melbourne – Nuova Zelanda nel mare della Tasmania; il triangolo Malvines – Rio Gallegos – Viedma nel mar di Argentina, ed infine il triangolo Bermuda – San Juan de Puerto Rico – Bahamas nell’oceano Atlantico.

L’evacuazione della popolazione si svolse per tappe. Coloro che vivevano negli anelli interni furono i primi ad essere spostati verso gli anelli periferici, al fine di non far loro correre il rischio di attraversare una zona contaminata. Nel frattempo, degli sforzi disperati si susseguivano per trovare una soluzione. Noi non sapevamo tuttavia che fare perché ci dovevamo fondare unicamente sulle nostre conoscenze, senza l’aiuto dei cervelli artificiali. Quei cervelli tecnologici erano così sofisticati che arrivarono a riconfortarci quando il nostro sistema psichico cominciò a soffrire della situazione divenuta critica.

Eravamo abituati a utilizzare della materia riciclabile come fonte di energia e, finalmente, abbiamo dovuto fare fronte ad una realtà inattesa. Non avevamo più i mezzi per utilizzare le forme naturali e primitive di energia.

Quale sarebbe stata in effetti l’utilità di ritornare a quelle risorse primitive, dalla via che non avevamo più i dispositivi adeguati funzionanti con quel tipo di combustibile? Potete comprendere ciò immaginando che vi si dica un giorno di ritornare all’utilizzo dei battelli a vapore. Potreste produrre il vapore ma… dove trovereste i battelli?

Fu allora che scoppiò la crisi. 

Quella società in apparenza perfetta, super-sviluppata, non era in realtà nient’altro che un parassita installato su un gigantesco animale tecnologico. Se quest’ultimo fosse morto, che cosa ne sarebbe restato?
Persino le nostre capacità di dare degli ordini erano alterate. Perché era divenuto difficile pensare da noi stessi! La decadenza sopravvenne rapidamente. 

Molti scelsero di restare nelle città, sfidando il livello crescente di radiazione. Molto velocemente, i loro organismi furono alterati. Soffrirono di deformazioni ossee, divennero ciechi in seguito a cataratte del cristallino, e finirono per morire per mancanza di coordinazione motrice sufficiente.

Certi si rifugiarono nella giungla, alla quale non ci eravamo mai avvicinati prima. Affrontarono animali sconosciuti, perché le nostre cinture di popolazione erano protette da zone di deserto assoluto. Bevvero l’acqua dei ruscelli, e molti perirono perché avevano perduto il codice genetico che permette di assimilare l’acqua pura.

Altri morirono alimentandosi. Avevamo perduto quasi tutta la capacità di adattamento all’ambiente terrestre. Certi costituirono dei piccoli gruppi per tentare di sopravvivere insieme a ciò che li attendeva.

Delle pillole mantenevano l’equilibrio neutronico indispensabile al loro organismo, ed è solamente grazie ad esse che essi poterono assicurarsi che l’acqua ed il cibo non si trasformassero in nemici.

Il periplo fu molto duro. La nostra iper-specializzazione ci aveva resi invalidi. Tuttavia, noi restiamo in vita, a dispetto dell’avvertimento dell’ultima filosofia: “La morte esiste sempre”.

Una delle nostre prospettive di sopravvivenza consisteva nel giungere alle fonti marine la cui forza era l’Ono-Zone, poi l’interno della Terra Cava, dove avevamo la speranza di non subire le devastazioni della contaminazione radioattiva. Ma come raggiungerle? 

NOTA: Ono-Zone = parola del linguaggio cosmico Irdin significante “stato di armonia inalterabile”. E’ l’energia essenziale emessa dall’attività della coscienza universale attraverso il Cosmo. 

Errammo nella foresta… La vecchiaia ci riprese e scoprimmo allora che la nostra esistenza poteva rapidamente divenire miserabile. Nel frattempo, le radiazioni avevano raggiunto un livello intollerabile. I sopravvissuti si comprimevano verso il litorale oceanico. Enormi cataclismi frammentarono la crosta terrestre in milioni di pezzetti come se un’esplosione gigantesca si fosse abbattuta sul nostro mondo già devastato. Tuttavia, nel mezzo di questa conflagrazione, la nostra razza continuò a mantenere i propri archetipi di funzionamento.

Evitando che gli individui degenerati potessero procreare, arrivammo a selezionare quattro complessi riproduttori in laboratorio. E malgrado quelle condizioni sfavorevoli, riuscimmo ad ottenere, a partire da tre di loro, dei bambini perfetti. Allievi nella giungla, senza la conoscenza dei vantaggi dei quali avevano beneficiato i loro antenati, questi piccoli inaugurarono una nuova società.

Come noi, parlavano molto poco. Dopo molto tempo, noi avevamo abbandonato il linguaggio orale a profitto delle trasmissioni telepatiche, grazie ai nostri captatori extra cerebrali che venivano generati dal grande mostro tecnologiche che ci assisteva. Dopo degli anni di questa assistenza, ci era stato molto difficile ricominciare a parlare, e certi non vi pervennero mai.

Uno dei gruppi coordinatori assunse il compito di far relazione di ciò che era accaduto a coloro che vivevano in superficie, con lo scopo di trasmettere la loro storia ai nuovi umani che avevano già dei figli ed allettavano così una nuova catena biologica a patire dalla mutazione del codice genetico. 

Questa è la storia della razza di coloro che vivono attualmente nelle profondità della Terra, la razza di coloro che hanno sopportato le peggiori tribolazioni, prima di rinascere dalle ceneri della loro civilizzazione. Essa potrà servire di referenza agli umani d’oggi, se questi vorranno trarre vantaggio da questa esperienza vissuta.

Nel momento stesso in cui il modo della superficie crollava sotto i colpi di innumerevoli cataclismi, la nostra civiltà cominciò a rigenerarsi, lentamente ma stabilmente. La Nuova Terra al centro del pianeta ci offriva le sue risorse, nello stesso modo dell’anziana, ma con una differenza fondamentale: noi potevamo ricominciare da zero nell’assenza di contaminazione. Fu la nostra “seconda possibilità”, quella di cui avevano parlato i nostri filosofi del passato. Fu allora che realizzammo come quei filosofi erano importanti. Essi ne sapevano più di qualunque super-macchina, e si erano fatti beffa di noi! (…)

La nuova terra, al centro dell’anziana, ci offriva le sue risorse

Facemmo buon uso di quella seconda possibilità seguendo fedelmente i principi ereditati da i nostri antenati. 

 Progressivamente, con l’avanzata della nostra scienza, il precetto secondo il quale “l’energia atomica è fonte di morte e non deve mai essere utilizzata” cominciò a riprendere un senso per noi. La riscoperta dell’atomo svela il senso di questo comandamento, che ci incita a non perseguire queste ricerche.

Questa volta, scegliemmo di interessarci alla forza magnetica, ma scoprimmo allora che i campi magnetici di una certa intensità possono provocare delle alterazioni fisiche sugli oggetti come sulle persone. Allora abbandonammo parimenti questo sistema per sperimentarne un altro, fino a che non scegliemmo l’energia ottenuta a partire dalla captazione di fotoni, l’Ono-Zone proveniente dalle stelle. 

Questa energia ci arriva a partire dai canali o buchi intermagnetici. La usa conoscenza e padronanza ci hanno permesso di penetrare in zone ancora più profonde del pianeta, che abbiamo sempre considerato come oscure. E così, abbiamo potuto costruire delle nuove città e sospendere le restrizioni stabilite sul controllo delle nascite. E la nostra razza continua a crescere…

Alcuni fra noi, incoraggiati dai nostri filosofi, sono partiti alla ricerca della Terra originaria, culla della nostra razza.

  Si sono diretti verso le correnti marine, hanno attraversato delle terre gelate sconosciute ai nostri antenati, conseguenza del disastro ecologico che essi avevano provocato. Sono giunti al continente dopo aver attraversato vaste distese di acqua. Secondo la vostra cartografia, sono passati per la Nuova Zelanda, e l’Australia. Hanno attraversato la Melanesia per arrivare al Giapponese sulla costa cinese, fra Canton e Tien – Tsin.

Di tutti coloro che se ne sono andati, pochi sono tornati. Essi erano meravigliati dalla luminosità delle giornate, dal cielo blu, la brezza marina e la prodigalità della vegetazione che offriva i suoi frutti senza bisogno di coltivarli; e lo erano ugualmente per la grande quantità di animali selvaggi.

I nostri governanti decisero allora di studiare i ciclo geofisico della superficie esteriore, con l’intento di verificare la sua qualità di vita. I risultati furono magnifici. Nessun segno dell’eruzione radioattiva che aveva afflitto i nostri antenati era stato registrato da migliaia di anni. La natura, lentamente ma inesorabilmente, aveva eliminati tutte le vestigia di contaminazione.

Furono allora a migliaia a decidere di lasciare interno della Terra.  

Come era successo ancora nei tempi passati, i dirigenti dovettero ancora una volta prendere una decisione capitale. Proibirono a coloro che non erano ancora partiti di lasciare il nostro mondo, temendo di vedere la nostra umanità ritornare al punto di degnazione che avevamo raggiunto quando vivevamo in superficie. Essi stabilirono un limite di tempo per il ritorno di coloro che erano già partiti. Dopo questo periodo, non sarebbero stati più ammessi in seno alla comunità, perché avrebbero inevitabilmente acquisito una nuova identità genetica.

L’unità della razza intraterrestre fu così preservata. Coloro che non ritornarono costituirono le fondamenta di quella che divenne la razza gialla basata in Cina, in Giappone, sulla costa orientale del Messico e nell’estremo sul dell’Argentina. Prima di allora la Cina era stata popolata da uomini bianchi e uomini neri. La razza gialla che noi conosciamo oggi è d’origine intraterrestre.

I nostri primi contatti con l’esterno rivelarono dei fatti interessanti, oltre all’assenza di radiazioni nocive. Apprendemmo che la specie umana non era sparita completamente dalla superficie della Terra, ma che, a partire dalle mutazioni subite nel corso dei tempi, gli umani vi vivevano in una dimensione leggermente differente dalla nostra e che avevano subito dei cambiamenti radicali nel loro aspetto fisico. In effetti, non avevamo incontrato dei rappresentanti della nostra razza di origine, ma unicamente dei Bianchi e dei Neri che vivevano allo stato quasi animale con un grado di intelligenza molto scarso.

Avevamo potuto verificare anche che la sorgente permanente di acqua destinata agli anelli interiori era rimasta intatta. Stiamo facendo allusione a quello che voi chiamate lago Baikal, in Siberia. Nei dintorni, abbiamo trovato alcune colonie di animali, che presentavano praticamente le stesse caratteristiche di quelle attribuite dalla tradizione agli animali che vivevano sulla superficie al tempo dei nostri antenati.

Come regalo alla lenta evoluzione che ha dotato di una buona intelligenza gli esseri umani sulla superficie della Terra, questi si precipitano nella stessa trappola che aveva portato alla distruzione della razza primordiale.  

Il primo passo in questa direzione nefasta è stata la fabbricazione della bomba atomica. Questo oggetto il cui pericolo è enorme, serve a stabilire dei governi di terrore, conducendo inesorabilmente il mondo verso un disastro totale. Questo disastro potrebbe toccare anche noi perché è impossibile sapere che vetta potrebbe raggiungere un conflitto che implica l’arma nucleare.

Non permetteremo che questo accada. E’ per questo che avvertiamo di questo pericolo il mondo della superficie, attraverso i suoi paesi più rappresentativi. Noi vogliamo che si costituisca un comitato internazionale contro l’utilizzo dell’arma nucleare. In cambio, noi siamo disposti a rivelare il segreto dell’energia magnetica.” 

Ricevuto da José Trigueirinho
Estratto da "Miz Tli Tlan - un monde qui s’éveille"
Ed. Vesica Piscis (2006)

Annesso 1: Dobbiamo ormai utilizzare una nuova arma
“Per non disintegrarci durante la transizione, dobbiamo utilizzare un’arma ben differente dall’arma nucleare terrestre. Quest’arma è il lasciare tutte le aspettative o attaccamenti ed aprirsi completamente ed incondizionatamente all’energia trasformatrice. Dobbiamo coltivare il dono di sé, ed inoltre, dire: “Signore, fa di me quanto è stato deciso, poco importa che mi arriva, fallo”. 

Quando tutti si armano in vista di doversi difendere, l’arma di coloro che sono incarnati e coscienti di ciò che avviene non può essere compresa dagli altri. La nostra arma è di aprirci e lasciarci andare fermamente e direttamente, senza vacillare come fa generalmente l’individuo sull’orlo di una crisi. Una certa esitazione o oscillazione ci permette di accorgerci che non ci offriamo totalmente al Divino.

L’unico modo, per l’energia superiore, di arrivare a scendere e penetrare completamente nei livelli tridimensionali è che noi adottiamo un’attitudine d’offerta e apertura. Non ne esiste altro, perché la nostra educazione “anti-cosmica” ci ha condizionati a lutto per tutta la vita, alla concorrenza, alla competizione - sempre essere migliori dell’altro – e a possedere sempre vantaggio, allora che il problema non è d’avere; il problema è lasciare la presa!

La nostra educazione è l’opposto della reale evoluzione dell’essere. E non si direbbe. Piuttosto sembrerebbe una follia: anche le persone più lucide nutrono ancora la speranza di salvare il mondo nella sua forma attuale. Ma arriviamo attualmente allo stadio in cui anche i più materialisti e più increduli ammettono che non esiste più una soluzione “terrestre” ai problemi con i quali ci dobbiamo confrontare.

E’ importante dire queste cose, perché l’energia che riceviamo è molto aumentata e continuerà ad aumentare ogni giorno.” 

Estratto da : "Le côté immatériel de la Vie"
(Conferenza di Trigueirinho a Figueira nell’ ottobre 1989)

Annesso 2: La vita a Figueira

A Figueira, delle casette celate in una vegetazione lussureggiante permettono a coloro che ne hanno bisogno di fare dei ritiri spirituali. 

Orti e piantagioni biologiche sono disseminati in paesaggi di piccole valli tranquille. Una foresta di eucalipto ripara un santuario dove, da anni, viene perseguita una veglia silenziosa senza interruzioni. Ogni due ore, giorno e notte, uno dei residenti viene a meditare in questo luogo, dove si sente un’energia spirituale intensa che apre la coscienza alla presenza delle gerarchie celesti.

Agli abitanti della regione vengono offerte numerose attività sociali: dispensario e pasti gratuiti, divisione dei raccolti, dono di sementi, sostegno all’ospedale locale, ecc. Una delle particolarità di Figueira è la totale libertà in rapporto al denaro. 

 L’accesso non è vietato a nessuno per ragioni finanziarie dal momento che non è mai stato richiesto alcun pagamento. Tutto è offerto gratuitamente. Ci sono semplicemente dei tronchi piazzati un po’ ovunque che invitano a fare donazioni per sostenere il centro. E, dopo più di vent’anni di funzionamento, i risultati sono impressionanti: decine di costruzioni, di immensi orti, decine d’ettari di colture biologiche, dei dispensari e dei luoghi di terapia, un rifugio per gli animali, dei luoghi di meditazione e di preghiera, una grande sala per conferenze e dei concerti che possono riparare più di mille persone, ecc.

Ci sono delle verità il cui destino è assomigliare a delle utopie.  

Esse sono come delle stelle lontane, il cui splendore passa inosservato la maggioranza delle genti. Ci sono tuttavia coloro che scrutano il firmamento e confidano alla luce di queste stelle la loro aspirazione ad un mondo migliore. E ci sono anche coloro che, osando trascendere i modelli stabiliti, invocano queste luci e trovano all’interno di loro stessi la forza di fare dell’utopia una realtà.

Esiste una Figueira costituita di terre, piantagioni, boschi, laghi, ruscelli, camini, case, ed atelier di lavoro. E ne esiste un’altra, invisibile ai sensi, ma che si rivela al cuore. La prima si trova in Brasile, nel sud dello stato di Minas Gerais. Essa è visitata da molte persone, che ci vengono per ragioni diverse, ma che, tutte, hanno una motivazione comune, non sempre cosciente: l’incontro con l’essenza interiore del loro stesso essere.

In questa Figueira, la vita è semplice, ordinata, e si cerca di obbedire alla legge della necessità. Ci sono degli orari stabiliti per i lavori manuali, gli studi e i pasti, con degli intervalli sufficienti per il raccoglimento ed il sonno. Si coltiva il silenzio e l’accordo con il mondo interiore; o ci si occupa delle persone della regione che hanno bisogno.

L’altra Figueira si situa nello spazio della coscienza. 

Essa è, dunque, atemporale e non può essere descritta. Malgrado ciò, è percepibile e vi si può entrare in contatto nel silenzio dell’essere.

Simbolicamente, possiamo dire che queste due Figueiras costituiscono un solo albero, che sono due componenti di una sola realtà. La Figueira visibile è formata da tronco, rami e foglie. L’altra, invisibile, formata da radici, è in contatto con le dimensioni interne del pianeta. 

Figueira è un’utopia che, ad ogni istante, diviene realtà. Essere a Figueira è un processo vivente, trasformatore, soprattutto se siamo in accordo con tutto ciò che è stato occultato, con le radici. Il lavoro a Figueira non mira al commercio e non è tassato. I suoi frutti sono offerti alla Via Unica, al beneficio del bene comune. A Figueira non facciamo politica, né sincretismo, non più che di differenza fra le religioni formali. La vita a Figueira è impregnata di una profonda religiosità, che sperimentano coloro che cercano, con semplicità, la verità interiore.

Figueira porta nella sua linfa la luce delle stelle lontane.  

Coloro che vi risiedono congiungono i loro sforzi a quelli di coloro che sono di passaggio: insieme, tutti cercano di fare della Figueira visibile la più fedele espressione possibile della sua controparte invisibile. Compito difficile, poiché la prima presenta dei limiti nel mondo tangibile, mentre l’altra penetra sfere più vaste, essendo uno specchio dello spazio siderale.
E’ così che chiamiamo i venti della trasformazione. Sì, che volino le sementi di questa nuova vita, che ovunque possa essere preparato il sole che, un giorno, le accoglierà! Questo sole è la coscienza. E’ qui che il visibile e l’invisibile si fondono; è dentro il risveglio di questa coscienza che l’utopia diviene realtà.

Per tutte le informazioni complementari, potete contattare il segretariato generale di Fugueira all’indirizzo seguente:

Caixa postal 29
Carmo de Cachoeira/MG – Brésil – 37225-000
Tél. (5535)225-1293

Fonte: Link

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