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giovedì 7 aprile 2011

Intervista a Jason Andrews - III e Ultima PARTE



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EPILOGO
 
(Nota dell'Editore: mentre questo libro stava andando in stampa abbiamo rivolto a Jason molte domande riguardanti il suo lavoro di guaritore durante i recenti eventi alla fine del 2004 nell'Oceano Indiano. Quella che segue è la conversazione tra lui e sua madre.) 

Ho chiesto a Jason se lo Tsunami è stato l'inizio dei cambiamenti terrestri e mi ha risposto:
"No. L'intero processo è iniziato molti mesi fà. Se avete avuto problemi con l'impianto elettrico o con la ricezione di radio e televisione sappiate che quelli erano già risultati indiretti dei cambiamenti nel campo d'energia. L'energia sta cambiando per prepararvi al prossimo stadio. Quando accadrà? Ancora una volta, dipende da voi. Non c'è limite di tempo perchè il tempo non esiste. Il tempo è solo un qualcosa inventato dagli uomini per illudersi di controllare le cose. 


Il cambiamento avverrà soltanto quando - e ripeto "quando" - il mondo sarà pronto per il prossimo stadio, ma le energie hanno già iniziato a cambiare per prepararsi. Ho già detto che la Terra comincia a stancarsi degli abusi compiuti dagli uomini e il prossimo stadio è inevitabile.
Oltretutto, lo Tsunami non è iniziato come disastro naturale. Ho 'sentito' che è stata fatta detonare una bomba sotto il fondo dell'Oceano Indiano e ciò ha causato un movimento delle placche tettoniche.
E' stato questo a determinare il terremoto sottomarino che ha causato l'onda disastrosa." 

Jason, nel libro abbiamo parlato della tua preoccupazione per gli esseri disincarnati. Lavori spesso con tali esseri?
"Alcune anime vengono attratte da me o, più correttamente, dalla mia energia ed io devo aiutarle ad andarsene. Non è molto diverso da quando sono presente sulla scena di incidenti o fatti tragici; in quei casi, però, mi adopero anche per i vivi, aiutandoli fino all'arrivo dei soccorsi fisici." 

Ho chiesto a Jason di ripetere che tipo di aiuto presta in questi casi.
"Vengo attirato dal campo di energia delle persone quando esse sono ancora in vita e spesso vengo visto vicino a loro in modo molto reale. Quando mi trovai sulla scena della tragedia dell'11 settembre venni visto con l'aspetto di un pompiere. Come ho detto prima, faccio ciò che posso per guarirli o tenerli in vita fino all'arrivo dei soccorsi. Alcune persone sono ferite gravemente e, sebbene possano riprendersi in ospedale, io ascolto prima i loro desideri. Se mi dicono di lasciarle andare perchè ne hanno avuto abbastanza e non se la sentono di continuare io faccio un passo indietro e le lascio spirare." 

A questo punto l'ho interrotto, dicendogli che lui dovrebbe in ogni caso fare tutto il possibile per salvare vite umane ma lui ha risposto: 

"Assolutamente no, il farlo non è nelle mie possibilità, è nelle loro ed io obbedirò sempre ai loro desideri." 

Ho insistito dicendo che, forse, in questi casi lui dovrebbe andare contro i desideri delle persone, visto che potrebbero guarire, e mostrare più compassione. Dopo avermi fissato in silenzio per alcuni secondi mi ha risposto:
"Se in queste situazioni io provassi compassione non potrei fare il mio lavoro. La compassione è un'emozione e le emozioni spesso finiscono per intralciare questo lavoro. Ultimamente mi sono molto stancato perchè come molti, molti altri, ho prestato il mio aiuto durante la tragedia dello Tsunami.

Esistono altre centinaia di persone 'normali' che sono in grado di viaggiare come me e fanno tutto ciò che possono. Tuttavia tanti "soccorritori" non ce la fanno a sostenere ciò che vedono - cosa più che comprensibile - e crollano per l'emozione. A quel punto, che aiuto possono dare? Deve intervenire qualcun'altro, lasciare il proprio lavoro e soccorrere questi soccorritori: tutto ciò non fa che creare altri problemi. 

Capisci cosa sto dicendo? Se mi lascio condizionare dalle emozioni non sono più in grado di fare quello che devo fare. A parte lo stress mentale ci sarebbe anche il senso di colpa di aver forzato qualcuno a 'decidere' di voler vivere. Tu parti dal presupposto che tutte le vite umane siano preziose - e lo sono, non mi fraintendere - ma voi siete molto di più ed è questo che, prima di tutto, vi dà la capacità di scegliere. E' questo che vi rende ciò che siete - avete il libero arbitrio - e il potere di scegliere da soli; è questo che vi rende degni." 

Poi ho chiesto a Jason delle varie storie miracolose di sopravvissuti allo Tsunami - alcuni sono stati ritrovati vivi quattordici giorni dopo - perfino in buone condizioni. Uno di essi era un bambino ritrovato a galleggiare su di un materasso, e non era nemmeno stato bruciato dal sole. In fatti come questi potevano essere coinvolti dei "walk-ins"? (N.d.T. "Walk-In"= entità che si impadronisce di un corpo) 

La sua risposta è stata illuminante:
"E' molto probabile. Non ho visto notizie su questi eventi particolari ma, con tanti corpi liberi, può darsi benissimo che molte entità abbiano pensato che fosse giunto il momento del proprio compleanno - nel senso letterale della parola! Nel caso del bambino illeso la spiegazione è facile; vedi, quando un'entità "cammina dentro" un corpo non le importa lo stato dell'"involucro". Può darsi benissimo che quel bambino sia stato, in realtà, ferito, ustionato o, addirittura, morto da un certo tempo. Quando l'entità si prepara ad usare un corpo ha anche il potere di ripararne i danni, ma solo prima di prenderne possesso; è una cosa che non può essere fatta dall'interno perchè, una volta entrata nel corpo, l'entità perde i propri poteri. Da quel momento, infatti, essa è inibita dalla forma umana e diviene soggetta alle vostre stesse leggi fisiche. 

E' questo che ha dato origine a tutte quelle storie di persone uscite miracolosamente illese da catastrofi: esse sono state 'riparate' prima dal nuovo inquilino! Molte volte si legge che queste persone in seguito soffrono di amnesia: è perchè più a lungo lasci un corpo senza l'occupante originario, più difficile è l'accesso ai suoi ricordi da parte del nuovo arrivato. Di solito quando l'anima se ne va se ne vanno anche tutti i ricordi di quella incarnazione." 

Ho interrotto Jason chiedendogli se tutti i "walk-ins" sono extraterrestri. Ha risposto:
"Definisci "extraterrestre", mamma."
"Lo sai: esseri non originari di qui."
E' rimasto a fissarmi per un momento e poi mi ha detto, con un sorriso sghembo: 

"Ma nessuno di voi è di "qui".
Ho insistito chiedendo spiegazioni e mi ha detto:
"Devi ricordarti che la creazione di ogni cosa è iniziata con l'UNO ed è scaturita da esso. Le vostre anime non sono originarie di questo mondo, esse si limitano ad occupare i veicoli predisposti per loro; per esempio un bambino è il risultato della creazione operata da entrambi i genitori e così l'anima, che è una forma di energia indistruttibile, diviene umana solo quando 'stabilisce la sua residenza' in un corpo umano. 

Così, tecnicamente, voi siete tutti extraterrestri perchè non c'è nessuno di voi che venga 'da qui'. Poichè tutto proviene dall'UNO non importa dove vi capiti di risiedere, siamo tutti la stessa cosa: energia proveniente dall'UNO. Ciò è vero anche per il Sistema Solare, per i pianeti, per i soli, le galassie e l'infinito: sono tutti energia proveniente dall'UNO. 

Ed è a questo che voi umani dovete aspirare: dovete comprendere che siete tutti parte l'uno dell'altro, siete un'unica collettività. Solo quando smetterete di giudicarvi l'un l'altro e accetterete questa verità assoluta sarete pronti ad ascendere e ad unirvi agli altri esseri superiori per sviluppare il vostro vero potenziale. Così come è vero che tutti ci creiamo il nostro destino attraverso le scelte fatte, così è altrettanto vero, su scala superiore, che il nostro destino finale è la comprensione e l'accettazione del nostro ruolo nell'UNO creatore. 

Copyright © 2005 Paola Harris
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