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martedì 5 aprile 2011

EXCALIBUR


Ci troviamo verso la fine del 1100 dopo Cristo.

Al centro della storia che stiamo per raccontare c’è una rotonda, un cavaliere e una spada nella roccia.

Ma invece che nel mitico regno di Camelot, siamo a Montesiepi, nel cuore della Toscana.

La spada nella roccia non è Excalibur e il cavaliere non si chiama Re Artù.

Il suo mistero è invece custodito in un libro sigillato da più di 800 anni.

Un libro che potrebbe svelare molti dei segreti che avvolgono la ricerca del Santo Graal.

Galgano Guidotti nasce nel 1148 a Chiusdino, unico figlio di Guido e Dionisia. Da giovane Galgano conduce una vita piuttosto dissoluta finché a 32 anni, il principe degli angeli, Michele, gli appare in sogno e gli ordina di seguirlo.
Nel sogno Galgano riceve dai dodici apostoli l’ordine di costruire una rotonda a Montesiepi e di ritirarsi a vivere lì.

La madre e gli amici lo convincono a desistere ma il 21 dicembre del 118, il suo cavallo si imbizzarrisce e lo conduce a Montesiepi.

A Montesiepi Galgano conficca la sua spada nel terreno per farne una croce. E miracolosamente la spada resta bloccata nella roccia.

L’impugnatura diventata a forma di croce fa subito scalpore. Montesiepi si riempie rapidamente di pellegrini che chiedono a Galgano di fare miracoli.

Nel processo di canonizzazione del 1185 se ne conteranno, ufficialmente, ben diciannove.

Il gesto di Galgano è l’opposto di quello che avrebbe fatto Re Artù, il quale estrasse la spada da una roccia per andare a combattere. Galgano invece trasforma la sua spada in una croce per fare l’eremita.

Ma cosa hanno in comune le due storie? E’ Galgano il segreto di Re Artù?


Nel 1190, nove anni dopo la morte di Galgano, Chretien de Troyes scrive il "Parsival" nel quale elabora quel complesso di racconti fiabeschi che vanno sotto il nome di Materia di Bretagna. In essi si parla di Re Artù, dei Cavalieri della Tavola Rotonda, di una spada nella roccia.

Il Graal sarebbe il calice dell’Ultima Cena oppure il recipiente che raccolse il sangue di Cristo.

E la rotonda di Montesiepi, che ricorda un calice capovolto, sarebbe proprio una sua rappresentazione.

In molti hanno indicato in questa abbazia il possibile nascondiglio del Graal: testimonianze parlano di una cavità sotterranea segreta, a cui si accederebbe spostando una pietra nel pavimento dell’anticamera.

Nessuno è però mai riuscito a trovare tale passaggio segreto.

Ma, oltre al Graal e alla spada nella roccia, quali punti di contatto esistono fra Galgano e Re Artù? Potrebbero essere la stessa persona?

Di certo c’è che, nelle rappresentazioni dei Cavalieri della tavola rotonda, la spada Excalibur appare spesso proprio nelle mani di Galvano .

E i misteri di Montesiepi non finiscono qui. Quando Galgano muore, sull’eremo viene costruita una Rotonda che, secondo molti studiosi, rappresenta un vero e proprio libro di pietra .

Chi riuscisse a interpretarlo, conoscerebbe allora il segreto del santo.

Lo svizzero Paul Pfister, dopo 15 anni di studi e misurazioni, ha concluso che la Rotonda rappresenta un calendario dell’anno astronomico e consente di osservare fenomeni solari spettacolari, specialmente il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate. Inoltre il numero ricorrente delle misure della Rotonda è il 12, come gli apostoli di Gesù, mentre, osservando intensamente i 24 cerchi concentrici all’interno della cupola, si verificherebbero fenomeni mistici di levitazione o precipitazione.

Una delle porte della rotonda, infine, punta a SudEst, proprio sulla direttrice che giunge al Monte Gargano, in Puglia, dove si trova il più importante santuario di San Michele. Negli affreschi della cappella, inoltre, accanto all’immagine di Galgano che pianta la spada nella roccia, si nota una misteriosa Madonna con Bambino.

La Madonna raffigurata ha tre mani. Un grossolano errore o un messaggio in codice?

Galgano muore nel 1181 e a tempo di record la Chiesa lo proclama santo. Solo 4 anni più tardi, infatti, Papa Lucio III delibera, dopo un rapido processo, la canonizzazione del Cavaliere.

Eppure, San Galgano non fu, in quegli anni, un santo molto venerato.

Per quale motivo venne evitato dai fedeli del MedioEvo?

Per molti anni il Santo di Chiusdino viene messo da parte e chiamato riduttivamente "il santuccio". Il motivo sembra chiaro: il suo è un messaggio ispirato a un atto di pace. Piantare una spada nella roccia e adorarla in preghiera era però l’opposto di ciò che serviva alla Chiesa nell’epoca bellicosa delle crociate.

Nella letteratura d’epoca è allora possibile che San Galgano diventi Re Artù e che la sua leggendaria spada serva invece a sfidare gli infedeli.

Due anni fa l’Università di Pavia ha confermato che la spada risale proprio al XII secolo.

L’enigma di San Galgano è però destinato a rimanere senza soluzione.

La verità giace infatti, impenetrabile, fra le carte del suo processo di canonizzazione, custodite nel forziere del Concistoro di Siena.

Una verità sigillata per l’eternità? Noi rimaniamo pronti e attenti per aggiornarvi, se ci saranno, su future novità.

fonte

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