La luna crescente è la luna dinamica per eccellenza. Infatti, provenendo da un periodo di raccoglimento e riposo, è caratterizzata da un’energia frizzante, saltellante, giocosa e rappresenta il nuovo, la giovinezza e la primavera.
Durante questa fase ci sentiamo irrequieti, eccitati, attivi, con tanta voglia di fare. Siamo pieni di forza, desideriamo uscire, conoscere persone e situazioni nuove, sperimentare; siamo sensibili agli stimoli esterni e tutto può rappresentare per noi una possibilità di sviluppo.
Questa fase favorisce ogni processo di apertura ed è ideale per cercare, conoscere ed imparare: via libera dunque a tutto ciò che ci mette in contatto con l’”altro” o l’”altrove”, si tratti di viaggi, amicizie, studi, novità.
Durante questa fase tutte le strade sono aperte. Affiorano idee, progetti, si vagliano possibilità, si prendono in considerazione alternative senza alcuna esclusione. Il risultato di tanta apertura sarà nuova conoscenza, crescita, passaggio da uno stato di consapevolezza ad un altro, iniziazione. Ecco perché l’energia di questa fase concede il rinnovamento, la sensazione di poter fare ogni cosa, di avere molta forza, coraggio, energia selvaggia e indomita, forse anche senso di onnipotenza. E’ senz’altro un periodo molto bello, sia perché sembra di non avere limiti – del resto le idee non ancora confrontate con la realtà davvero non hanno confini – sia soprattutto perché, nonostante la forte socievolezza ed i numerosi contatti con gli “altri”, riusciamo a mantenere molto salda l’individualità e non ci lasciamo influenzare da nessuno: il desiderio di apertura e contatto con l’esterno è fortissimo, pur rimanendo superficiale, a livello di piacere della conoscenza, del confronto, della curiosità.
La fase crescente concede l’indipendenza. Siamo in grado di trovare il nostro spazio, ritagliare dei momenti solo nostri per progettare, imparare, conoscere e ricercare, tutte azioni non finalizzate, ma dettate soltanto dal piacere di fare ciò che abbiamo voglia di fare in quel preciso momento, indipendentemente da successive realizzazioni pratiche.
Il possibile aspetto negativo di quest’energia è che, trascinati da tanta foga in interessi eterogenei corriamo il rischio di essere dispersivi, di non riuscire ad incanalare bene la nostra energia e magari di “perdere tempo” iniziando cose che non porteremo a termine (ad ogni modo ci penseranno le fasi successive a fare pulizia di ciò che non ci serve).
Il simbolo che meglio di ogni altro rappresenta l’energia di questa luna è Artemide, la vergine cacciatrice, venerata nelle congreghe di streghe sotto il nome romano di Diana. Figlia di Zeus e di Leto, sorella di Apollo, è armata con frecce forgiate da Efesto e dai Ciclopi, e si muove su carri più rapidi del vento, avuti in dono da Pan. Vive sulle montagne e nei boschi, ed è sempre accompagnata da cani. Nell’Inno ad Artemide di Callimaco, ella così si rivolge al padre Zeus:
“Dammi (…) la verginità eterna (…)
Dammi archi e frecce,
dammi da portare le torce
e da cingere sino al ginocchio la tunica frangiata,
per cacciare le bestie selvagge”
La verginità di Artemide è una richiesta metaforica di indipendenza dal destino, comune alla maggior parte delle donne, di sposarsi ed avere figli: indica non tanto assenza di rapporti carnali quanto “non maternità”, dunque libertà dal concepimento. Lo stesso concepimento è non solo fisico, ma anche figurato: allo stesso modo, la luna di questa fase incentiva l’indipendenza fisica e psichica, la libertà da conseguenze future, e così i progetti ideati in fase di luna crescente non necessariamente vedranno la luce.
Chiedendo al padre degli strumenti di caccia, la dea dimostra di voler difendersi e procurarsi il cibo da sé, senza dipendere da un uomo: rappresenta coloro che bastano a sé stessi, appartengono solo a sé, - la verginità - e che non avendo da badare a familiari e prole hanno la possibilità di ritagliarsi uno spazio per fare ciò che desiderano – il pensare solo a sé.
E’ anche un meraviglioso esempio di presa d’atto della propria responsabilità: sia di me ciò che io sola saprò farne.
Oserei estendere il mito di Artemide alle madri alle prime armi, che possono avere spesso la sensazione di essere sole contro tutti, anche contro il proprio compagno, e alle madri sole o “alternative”, che scelgono di vivere la maternità a modo proprio e non accettano interferenze di nessun genere, scontrandosi con i familiari e la società e rischiando di restare isolate. Vale per le madri che scelgono di proseguire la gravidanza nonostante non abbiano un compagno che le aiuti o una famiglia che le sostenga, vale per le madri che decidono di fare da sé.
Artemide, come il cacciatore, è colei che sta all’aperto, a contatto con l’esterno, e che va alla ricerca di una preda. Apertura e ricerca sono due delle caratteristiche dominanti della fase crescente. Nella caccia c’è una componente di progettualità: è una ricerca, ci si arma, ci si procura il necessario, si studia il territorio, si battono tutte le strade all’inseguimento della preda, ed è nella ricerca stessa, forse, più che nel portare a casa il bottino, che il cacciatore trova piacere e soddisfazione, così come chi è guidato dall’energia crescente prova piacere nel “progettare” indipendentemente da realizzazioni future, godendosi il presente, l’hic et nunc, cogliendo l’attimo.
Anche la torcia ci ricollega alla simbologia della fase crescente: infatti è lo strumento di cui ci si serve per vedere, per cercare nel buio, ed è quindi metafora di conoscenza.
Infine, poiché Artemide nella versione romana Diana era venerata dalle streghe, simboleggia la sorellanza: l’energia delle congreghe, i cerchi o circoli, le amicizie, tutte le situazioni che implicano socialità, socievolezza, apertura all’altro, e allo stesso tempo indipendenza dagli uomini, dunque più in generale indipendenza da tutto ciò che è “complementare”. Non dimentichiamo che l’appartenenza ad un “circolo” di qualunque tipo implica un’iniziazione, concetto che rimanda alla ricerca e alla caccia.
Potete sfruttare l’energia della luna crescente qualora vogliate stimolare questi campi:
gli “inizi”o l’iniziazione, la progettualità, la ricerca, l’apertura, l’indipendenza, il bastare a sé stessi, la responsabilità di sé e delle proprie azioni, lo svago, l’apprendimento, la socievolezza, l’amicizia,
le nuove conoscenze, tutto ciò che deve crescere ed espandersi.
Meditazioni
Esercizio n. 1 – L’arciere
In fase di luna crescente, in un momento in cui siete ben riposati, ponetevi nella posizione dell’arciere, in piedi con la gamba sinistra in avanti e le braccia tese verso terra come se imbracciaste un arco. Il vostro corpo è perfettamente teso ed elastico, come la corda dell’arco; siete perfettamente eretti, il collo è allungato verso l’alto, la testa dritta, lo sguardo fisso davanti a voi; la vostra è una posizione che ispira rispetto, siete molto fieri, regali, quasi più alti della vostra reale statura.
Fissate un punto davanti a voi: lì c’è il bersaglio, la preda, l’obiettivo, ciò che volete raggiungere. Non importa se non vi è perfettamente chiaro: conta la chiarezza della sua posizione, esattamente davanti a voi.
Voi siete l’arciere: un personaggio mitico, di forza fisica, volontà e determinazione, dal braccio fermo, che non conosce esitazione alcuna, dallo sguardo acuto e penetrante, in grado di discernere, distinguere, centrare, e soprattutto, di colpire il bersaglio.
Ora afferrate l’arco immaginario e fissate il bersaglio davanti a voi: vi accompagni la consapevolezza che, per centrarlo, la freccia, l’arco, il braccio, lo sguardo e l’occhio devono essere un tutto unico: un unico respiro, un unico scatto, un unico colpo senza possibilità di scampo….
Ergetevi in tutta la vostra mitica potenza, radicate gambe e piedi saldamente a terra; tra voi e ciò che desiderate ottenere esiste un unico flusso di energia. Il bersaglio sta per essere vostro: ne avrete rispetto e lo onorerete.
Sentite il potere salire dal terreno, penetrare nei vostri piedi, attraversare elastico il vostro corpo, trasformarsi in decisione e scorrere nel vostro braccio…
Il braccio, la potenza della corda, la freccia, il tragitto, il cuore del bersaglio…..il centro…
Tra voi e ciò che desiderate ottenere esiste un unico flusso di energia. Ineluttabilmente, la preda vi appartiene perchè vi è sempre appartenuta, non sarebbe potuta appartenere ad altri che a voi…Fa già parte di voi, è già dentro di voi…
Ringraziatela per essersi data con generosità e slancio. Amatela, rispettatela, fate in modo di onorarla.
Che essa non sia mai un capriccio passeggero, che non sia stata sacrificata inutilmente.
La meta è raggiunta, la caccia terminata; rilassatevi, ora, e posate il vostro arco.
Esercizio n. 2 – La corsa
Coricatevi in posizione fetale, o nella posizione che assumete quando desiderate addormentarvi.
Ora però non dormirete, ma vi concentrerete sulla seguente visualizzazione.
State correndo nella boscaglia. Osservate la scena dall’esterno: osservatevi mentre correte tra i cespugli; non sempre vi vedete, perché a volte sparite tra la macchia. Osservatevi correre molto velocemente: anche se nella realtà siete pigri, lenti, pesanti, qui non c’è nessun ostacolo fisico perché in realtà, ciò che vedete correre è la vostra anima. Ecco perché siete nudi.
Guardate i vostri pugni stretti, i capelli gettati all’indietro dalla velocità, il procedere a balzi agili, come un’antilope o una gazzella, le gambe che compiono lunghissime falcate…
Ora entrate nella corsa, ossia non limitatevi più a guardare la scena dall’esterno, ma dall’interno… siete proprio voi a correre, state correndo a gran velocità…
Sentite la velocità sulla vostra faccia, sentitevi stringere i pugni…sentite lo scatto delle gambe, l’infinita potenza dei vostri muscoli…sentite la falcata e la lunghezza dei vostri balzi...sembra quasi di volare…siete velocissimi e leggerissimi, eppure molto, molto “fisici”, reali…le fronde vi colpiscono mentre attraversate la boscaglia…i cespugli vi graffiano...ma non avvertite dolore…perché la potenza della vostra corsa non lo permette….
E’ bellissimo correre così, continuare a correre verso nessuna meta eppure a perdifiato, come dei bambini, per il gusto di correre, di sentire le gambe e le braccia e la faccia tesi in avanti, in avanti e ancora in avanti…
Eppure non c’è traccia di fatica. Non avvertite alcuno sforzo, ma solo il piacere dello slancio, il godimento dell’impeto che vi spinge avanti…sentitelo, questo slancio…prendetene coscienza, mentre correte, e localizzatelo all’interno del vostro corpo, esattamente al centro, tra l’ombelico e l’inguine, ma non in superficie bensì in mezzo, sopra alla vescica…
La corsa può continuare all’infinito, non vi stancherà. Anzi: più correte e più vi sentite bene, vi sentite carichi, pieni di energia e forza…E proprio a questo serve la corsa dell’anima: a ricaricarvi, a fare il pieno di energie.
Fermatevi, quando ritenete di aver incamerato energia a sufficienza.
Riprendete contatto con l’ambiente circostante.
Funzioni
Tutti gli esercizi suggeriti sono dominati dalla consapevolezza: infatti, nella loro esecuzione noi non ci limitiamo a “sognare ad occhi aperti”, ma scegliamo le immagini e le situazioni in cui immergerci e anziché lasciarci trascinare dalle fantasticherie siamo noi a guidarle.
Negli esercizi descritti in questa fase lunare però entra in gioco una caratteristica nuova: la consapevolezza è soprattutto fisica. Infatti diventa molto importante concentrarsi sulle sensazioni fisiche, in modo da percepire le situazioni proprio con il corpo. Per far questo, si deve far leva sulla volontà che a livello fisico diventa forza, azione. Noterete che per descrivere questi esercizi ho usato verbi come “Dovere” e “volere” mentre negli altri ricorrevo più spesso a “potere”: nei primi è implicito il concetto di necessità ed obbligo, nel secondo invece di possibilità. Sarà molto importante avere ben presente la forza del nostro corpo. Dovete sentire ogni vostro muscolo elastico, teso e scattante. Tutto il vostro corpo in tal modo può divenire pura volontà, pura determinazione. Questo non significa assolutamente che si deve atteggiarsi, men che meno assumere un atteggiamento di aggressività o di prevaricazione verso il mondo circostante: si tratta semplicemente di “esserci dentro nel corpo”, di sentirlo, e di conseguenza sentire tutto il proprio potenziale, tutte le possibilità del nostro corpo. Sarà come essere un predatore, un leone in agguato, un attimo prima di spiccare il balzo fatale per la preda: scattante, rapido, lucido e pericoloso, guardingo e vigile, all’erta con tutti i sensi. Si tratta di percepire fisicamente tutta la propria forza e di tenerla lì, immobile, senza esternarla. E’ questo che può dare sicurezza in sé: non il fatto di dimostrare di essere forti, ma il sentirsi forti. Non il dimostrare qualsiasi cosa, ma l’esserlo.
Testo originale di Barbara Coffani per http://www.ilcerchiodellaluna.it 2006
Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it il 23 gennaio 2006
© il testo è dal luglio 2009 edito con altri di Barbara Pollettini in un volume ed acquistabile via web:
titolo: la danza della luna
pubblicato con www.ilmiolibro.it
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