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giovedì 15 settembre 2011

LA LEGGE DELL'OTTAVA



Tutto si muove, tutto cambia, si sviluppa o degenera, si rinforza o s'indebolisce, sotto l'azione di forze che mutano in modo discontinuo la loro intensità e la loro direzione.


"Tutte le cose conosciute si fondano sul numero,

poiché esso è tale che senza di esso

nulla potremmo né pensare né conoscere.

La natura del numero e dell'armonia

non ammettono alcun inganno

perché l'inganno non è loro proprio.

La natura dell'indeterminato e dell'impensabile

e dell'irrazionale porta l'inganno e l'invidia."


Filolao, "Frammenti"



Secondo un'antica conoscenza gli eventi procedono in base alla legge del Sette, o legge dell'Ottava.

Stando a questa legge, tutto nell'Universo si muove perché riceve un impulso che si propaga per onde in modo discontinuo. Esso infatti non si mantiene costante, ma muta, ad intervalli diseguali, d'intensità e di direzione.

Per comprendere bene il significato di questa legge, dobbiamo tenere presente che, secondo questa antica dottrina, tutto l'Universo è pervaso da vibrazioni che si propagano in ogni tipo di materia, dalla più sottile alla più grossolana, e in tutte le direzioni. Possiamo anzi dire che, l'Universo stesso consiste in vibrazioni.




Si definisce "ottava" il periodo compreso tra una data frequenza e il doppio, o la metà, di detta frequenza.

Esistono due tipi di ottave: discendenti e ascendenti. Tutti i tipi di creazione si sviluppano in ottave discendenti, in cui l'idea originaria si traduce in un progetto dettagliato passando attraverso stadi caratterizzati dalla crescente complessità, varietà, molteplicità, degradazione Le ottave ascendenti costituiscono un riflusso di energia da materia grezza a prodotto raffinato, dall'informe al formato, dal generico al determinato, cosicché la linea di evoluzione si oppone a quella di creazione e si integra con essa.

Un'ottava ascendente è compresa tra un certo numero di vibrazioni nell'unità di tempo (frequenza) e il doppio di quel numero.

In due punti ben determinati dell'ottava, l'energia che si propaga nello spazio e nel tempo subisce un indebolimento perché in questi due punti diminuisce l'incremento della frequenza. Se in questi punti di crisi non interviene un apporto esterno di energia, l'ottava cambia direzione o cambia natura.

È questo il principio della discontinuità delle vibrazioni.

Dopo il primo rallentamento temporaneo, le vibrazioni riprendono ad aumentare (nel caso delle ottave ascendenti) con l'incremento che avevano prima, fino ad un nuovo affievolimento dell'energia.

I periodi durante i quali le vibrazioni aumentano in modo costante non sono uguali e i brevi periodi di rallentamento del tasso vibratorio non sono disposti in modo simmetrico entro l'ottava.

Questa legge è più evidente nei processi di trasformazione, sia nell'ambito dei fenomeni fisici, sia in quello delle attività umane.

Quando un solido, a seguito di somministrazione di calore, passa prima allo stato fuso e poi a quello di vapore, attraversa due fasi durante le quali la temperatura rimane costante. Noi continuiamo sempre a fornire calore, ma durante i due cambiamenti di stato il calore viene utilizzato unicamente per la disgregazione delle molecole, cosicché all'esterno il termometro non segna alcun innalzamento termico.











Figura 1: Andamento della temperatura (°C) in funzione del tempo durante il riscaldamento dell'acqua alla pressione atmosferica.




F F': fusione del ghiaccio; L: fase liquida; E' E": vaporizzazione; V: fase vapore



È il cosiddetto calore latente di fusione e di vaporizzazione. La linea di sviluppo dell'intero processo non è continua ma segue un diagramma a gradini: ai periodi di aumento della temperatura seguono due periodi di stasi. Perché la temperatura possa fare un nuovo balzo è necessario un accumulo di energia. Se questa non viene fornita prontamente nella giusta quantità, il processo si arresta.

Un pendolo semplice, scostato dalla posizione verticale, ricade per effetto del suo peso, raggiunge la posizione di equilibrio e, per inerzia, risale. Consumata tutta l'energia acquistata durante la discesa, il pendolo si ferma e inizia il moto di ritorno: si ha così una serie di oscillazioni che le inevitabili resistenze passive vanno a poco a poco smorzando.







                                                          Figura 2: Oscillazioni smorzate.


In una situazione reale l'ampiezza delle oscillazioni del pendolo diminuisce fino ad annullarsi.

I due semiperiodi sono disuguali (a).

Lo stesso avviene per le onde circolari generate da un sasso gettato nell'acqua tranquilla (b).



Sotto l'azione di una forza che varia d'intensità e di direzione il pendolo dapprima accelera e poi ritarda fino a fermarsi. Raggiunto il massimo scostamento dalla posizione di equilibrio il moto riprende con la stessa legge, ma in direzione opposta, senza però tornare esattamente nella posizione di partenza: l'oscillazione di ritorno è meno ampia di quella di andata e il grafico che la rappresenta è una figura asimmetrica.

Siamo di fronte ad un moto intermittente, nel quale il moto e la quiete si alternano ad intervalli regolari ma non uguali, agli incrementi seguono le diminuzioni, alle salite le discese, allo "sviluppo" segue prima l'arresto poi il regresso.

È lo stesso tipo di moto di cui è animata una corda armonica posta in vibrazione. Se queste vibrazioni sono più di 16 e meno di 20.000 al secondo noi abbiamo la sensazione di suono.

Se volessimo ottenere oscillazioni di ampiezza costante dovremmo agire sul pendolo dall'esterno con un impulso, una spinta esercitata al momento giusto, nel punto più appropriato della sua traiettoria. La forza aggiunta deve essere d'intensità e di durata adatte ed in fase col moto.

Il pendolo (o una molla) che oscilla e le corde di una chitarra che vibrano sono esempi dello stesso tipo di moto. Ma con la stessa legge si generano e si propagano le onde elettromagnetiche, e quindi la luce. Tutti questi fenomeni vibratori hanno in comune quei principi che abbiamo visto a proposito della legge dell'ottava e cioè: il principio della discontinuità delle vibrazioni, della deviazione delle forze e quello dell'inevitabilità dell'alternarsi delle crescite alle decrescite (vedi anche a pag. 246).

Lo stesso fenomeno possiamo osservare in ogni campo dell'attività umana, sia nella vita individuale che in quella sociale.

Nulla resta al medesimo livello. Noi non siamo sempre in grado di distinguere la salita dalla discesa, né di scorgere ciò che avviene dentro di noi, per un difetto di prospettiva.

Nello sviluppo di ogni ottava si verificano delle fluttuazioni periodiche. In ogni manifestazione della nostra vita notiamo che tutto evolve perché muta secondo questa legge cosmica della inevitabilità sia della salita che della discesa. "Vi sono nell'uomo forse centinaia di pendoli in movimento. Queste salite e queste discese, queste fluttuazioni dei nostri umori, dei nostri pensieri, sentimenti, energie, determinazioni, corrispondono sia ai periodi di sviluppo delle forze da un intervallo all'altro, sia agli intervalli stessi." (P.D. Ouspensky - "Frammenti di un insegnamento sconosciuto"). (1)

Fatta eccezione per pochi casi del tutto accidentali, la linea di sviluppo dell'ottava di solito non è retta.

Ne consegue che la nostra azione non è libera in assoluto, pur essendo libera la volontà di azione. La nostra libertà di azione è tanto limitata che resta in noi quasi allo stato potenziale. Il nostro diritto è limitato dal diritto degli altri. La nostra azione è limitata e condizionata dalla reazione, dalla opposizione di tutte le "volontà" d'azione di tutti gli esseri che ci circondano. Una pietra che ci fa inciampare e cadere, la spina che ci trattiene, l'automobile che ci travolge allorché attraversiamo la strada, sono esempi di ostacoli che fanno deviare la linea di sviluppo dell'ottava dalla direzione originaria. Effettivamente noi vogliamo sempre compiere un atto, ma non sempre possiamo eseguirlo. Poi c'è la volontà opposta (cieca o cosciente) degli uomini, che non invalida tuttavia il principio-volontà che è in noi. Appena è lanciata nell'ambiente vibratorio che ci circonda e ci stringe da ogni parte, la nostra azione non è immediatamente più libera perché viene ostacolata e deviata dalla resistenza o dalla maggiore o minore conformità di direzione degli atti di tutti gli altri esseri componenti questo complesso ambiente multivibratorio che è la Vita.

La legge dell'ottava spiega perché in natura nulla si svolge in linea retta. Nel pensare e nell'agire tutto accade, di solito, in modo diverso da come vorremmo, anzi spesso in modo contrario.

Nel Punto in cui l'onda rallenta la sua frequenza avviene una deviazione dalla direzione originaria. Le deviazioni si sommano e la linea di sviluppo dell'ottava, ripiegandosi su se stessa, può giungere fino ad invertire il senso di propagazione e a chiudersi in cerchio.

Noi avremo la sensazione di avere sempre proseguito nella stessa direzione, in realtà siamo tornati al punto di partenza. Lo slancio iniziale dopo qualche tempo s'indebolisce, interviene un periodo di sfiducia e/o di stanchezza. Poi l'entusiasmo riprende ancora per un po' per poi subire un ulteriore calo in corrispondenza del successivo punto critico.

Se qui non interviene tempestivamente uno stimolo addizionale di adeguata intensità, l'ottava abortisce e si può ridurre ad una terna.

Tuttavia può accadere di osservare in natura uno sviluppo corretto e costante dell'ottava.

Anche nei vari campi dell'attività umana, in qualche caso, è possibile imbattersi in ottave che evolvono liberamente, senza interruzioni né deviazioni. Questa rara eventualità sarebbe dovuta allo choc aggiuntivo, indotto in una data ottava, da altre ottave che con essa sì incrociano nei punti di crisi e ne colmano gli intervalli e il deficit di frequenza vibratoria. Questo accidente può prendere il posto di una ferma volontà, di una precisa intenzione e di una attività costante.

"...Ma queste linee di sviluppo di forze che sono raddrizzate accidentalmente e che l'uomo può qualche volta vedere, o supporre, o sperare, mantengono in lui, più di ogni altra cosa, l'illusione della 'linea retta'. In altri termini, crediamo che le linee rette siano la regola e che le linee spezzate e interrotte siano l'eccezione." (2)



Note:

1. Peter Damianovich Ouspensky (Mosca 1878 - Londra 1947). Autore di "La Quarta Via" (1909), "Terzium Organum" (1912) e di "Un nuovo modello di universo" (1914). Nel 1915 conobbe George Ivanovich Gurdjieff, enigmatica figura di mistico originario del Caucaso, il quale gli rivelò un vasto sistema di conoscenze su L'Uomo e su l'Universo. Ne divenne il discepolo e fu il principale interprete e il divulgatore delle dottrine del suo maestro. In "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" espone gli insegnamenti orali ricevuti da Gurdjieff e le esperienze vissute in otto anni di vita al suo seguito. Tutta la sua opera è un tentativo di sintesi delle leggi che governano l'Uomo e il Cosmo, un compendio di antiche dottrine, dalle più remote tradizioni esoteriche del medio ed estremo oriente a quelle del neo-pitagorismo rinascimentale, custodite ed assimilate dalla civiltà cristiano-islamica.

2. Peter Damianovich Ouspensky: Op. cit.


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