“Hanoi, 1965”. Le spie occidentali al di là del muro, infiltrate oltre la cortina di ferro, probabilmente avranno sentito ripetere spesso questa frase da militari e funzionari del ministero della difesa sovietici, fino ipoteticamente a convincersi che si trattasse di un linguaggio in codice. E’ solo dopo la dissoluzione del regime comunista in Unione Sovietica, con la contestuale pubblicazione di una mole impressionante di documenti, che si è potuto svelare, in parte, quello che si è rivelato essere uno dei tanti episodi poco chiari della guerra fredda.
Oltre la coltre dell’ignoto rispunta la parola “UFO“.
Piloti, collaudatori, personale militare hanno pubblicamente dichiarato che l’atteggiamento dei vertici delle forze armate, dall’estate 1965 in poi, mutò radicalmente riguardo una tematica specifica.
Se prima si incoraggiavano atteggiamenti ostili verso qualsiasi oggetto non identificato, che invadesse lo spazio aereo sovietico o degli alleati, da quella data in poi iniziarono ad essere emanate direttive improntate ad una palese prudenza verso presunti UFO: contro qualsivoglia oggetto la cui origine appariva ignota. Tra il prima e il dopo ci sarebbe l’episodio di Hanoi. Nella Repubblica del Nord Vietnam, ed in particolare nella capitale, era presente numeroso personale militare sovietico. Ovviamente ufficialmente nessuno ammetteva la loro presenza che era finalizzata, per lo più, all’addestramento delle forze regolari nord-vietnamite.
In una notte d’estate, dalla data non precisata, si sarebbe registrato un “bombardamento anomalo” sui cieli della capitale da parte di un oggetto dalla fisionomia singolare.
Dell’episodio scrisse nel 1993, in un articolo diventato molto popolare tra gli appassionati di ufologia italiani, il giornalista de “La Stampa” Cesare Martinetti, all’epoca corrispondente da Mosca per il quotidiano torinese. Sembrerebbe che quella sera, sui cieli del Nord Vietnam, i consiglieri militari sovietici ordinassero di aprire il fuoco su uno strano oggetto non identificato. La risposta di quest’ultimo fu devastante. Diverse batterie anti-aeree danneggiate in pochi istanti.
L’episodio avrebbe provocato notevole sconcerto nelle stanze del Cremlino. Nell’articolo di Martinetti del 1993 si citano numerosi altri episodi che vedrebbero coinvolti militari sovietici e presunti UFO. La segretezza, la paranoia del regime comunista, hanno alimentato la nebbia della storia che, ancora oggi, non si è del tutto diradata.
Fonte: Archivio La Stampa / Foto: Media NF
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