Essere un Buddha è raggiungere lo stato di «Illuminazione». Siddharta Gautama raggiunse l'illuminazione in quella notte gloriosa, dopo avere vinto Mara, diresse la mente alla distruzione completa dei 4 veleni, emancipandosi totalmente dal veleno della concupiscenza, il veleno dell'amore all'esistenza, l'attaccamento, il veleno della falsa opinione (inganno) superstizione, e il veleno dell'ignoranza (ignoranza delle sacre verità).
Il processo di Gautama prima di arrivare all'Illuminazione, lo sappiamo già: rinuncia alle comodità che tanto ci mantengono ora come a quel tempo legati ed addormentati, funzionando sempre come automi, andando dal piacere al dolore, dal godimento alla sofferenza, dalla culla alla tomba. Dalla morte al ritorno alla vita, senza uscire mai dalla tediosa ruota di nascite e morti della ruota del Samsara. Egli si propose di uscire e si propose anche di insegnare agli altri esseri come uscire dalla ruota. Scoprì che quello che ci lega qui, a questa vita, sono i desideri prodotti dai molteplici aggregati che tutti portiamo nel nostro interno. Solo eliminando questi aggregati, potremmo accedere alla fortuna di un cuore tranquillo.
«Arrivare alla comprensione di detti aggregati, è indispensabile per l'illuminazione della nostra psiche».
La psiche è la parte spirituale del nostro corpo fisico dove si vanno accumulando a poco a poco i nostri desideri, conformando entità strane che come cattivi figli nostri, chiedono continuamente alimenti per continuare a sussistere, incitandoci così a mangiare le stesse azioni negative che pensavamo di realizzare in un primo momento.
Buddha vide come ripetiamo vite dopo vite gli stessi atti, che ci mantengono imprigionati dalle nostre proprie creazioni egoiche. Senza potere sperimentare la vera felicità dell'Essere che è lo stato proprio di un uomo che si è unito con il suo Buddha intimo.
Sappiamo anche che per svegliarsi bisogna mantenersi nel mezzo.
Né piacere, né dolore, né in una grande allegria, né in una grande tristezza... Sempre nell'equilibrio. A poco a poco questo, ci conforma una mente sana ed armoniosa, capace di comprendere ogni ombra egoica fino all'ultimo angolo oscuro della nostra mente.
Il Buddha diceva sempre: «Cerca l'illuminazione ed il resto vi sarà dato in aggiunta».
Come abbiamo visto; il maggiore nemico dell'Illuminazione è l'Io... Gli Ego sono il nodo fatale nel fluire dell'esistenza, della vita libera nel suo movimento.
Una volta sciolto l'Io o gli aggregati psicologici come li chiamano i Tibetani, sarà possibile vivere di istante in istante e sperimentare il Reale.
Per il Buddhismo è essenziale ciò che chiamano le 4 verità sante.
LE 4 SANTE VERITÀ
La Prima Santa Verità è che c'è sofferenza, la malattia è sofferenza, il nascere è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza, il dolore e la disperazione sono sofferenza, il contatto con la cosa spiacevole è sofferenza, il desiderio insoddisfatto è sofferenza, i cinque aggregati della mente ed il corpo che producono i desideri, sono sofferenze.
La Seconda Santa Verità è che la sofferenza nasce dai desideri che causa la rinascita e sono accompagnati dal piacere sensuale; cercando la soddisfazione in questo piano fisico e nell’aldilà l'ansia di piaceri, l'ansia di nascere di nuovo, l'ansia di essere annichilito.
La Terza Santa Verità è che la sospensione della sofferenza è la vera assenza di passione, la distruzione completa di quest’ansia di piaceri, di quest'ansia di nascere e di quest'ansia di essere depresso; il non albergare più questa ansia provoca la sospensione della sofferenza.
La Quarta Santa Verità è il cammino che conduce alla sospensione e soppressione del dolore, è la via che porta all'eliminazione di Mara ed alla contemplazione della Verità Ultima dell'Essere e pertanto alla Suprema Felicità senza Limiti.
Questo cammino, secondo Buddha era ottuplice, venne chiamato il NOBILE SENTIERO OTTUPLICE.
Questo nobile sentiero deve percorrersi nei suoi 8 punti senza trascurarne nemmeno uno, solamente così, uno può trasformarsi in Buddha:
1.VISIONE RETTA.
È vedere in accordo alla realtà che esiste sofferenza, la sua causa, la sua sospensione e il cammino che conduce alla sospensione.
2.PENSIERO RETTO.
Pensiero libero dalla sensualità, cattiva volontà e crudeltà.
3.LINGUAGGIO RETTO.
Linguaggio libero dall’ inganno, insulto, sospetto e stupidità.
4.AZIONE RETTA.
Azione libera dall'assassinio, furto, adulterio, bugia.
5.VITA RETTA.
Quando il discepolo evita un commercio perverso (predizione, usura, armi, esseri vivi, carne, droghe e veleni), e si guadagna da vivere con mezzi retti e onorevoli.
6.SFORZO RETTO.
Con lo sforzo retto si ostacolano i pensieri negativi e si sviluppano quelli positivi.
7.ATTENZIONE RETTA.
Quando il devoto vive attento e sa che il corpo, i sentimenti, la mente ed i pensieri non sono permanenti e sono sottomessi alla decadenza.
8.CONCENTRAZIONE RETTA.
È la unidirezionalità della mente mediante esercizi respiratori e meditazioni speciali.
I Buddha insegnavano solo il cammino. Noi stessi dobbiamo fare lo sforzo.
Non commettere offese morali, fare il bene, e pulire il proprio cuore: questo è l'insegnamento di tutti i Buddha.
Dopo aver riflettuto sulle 4 sante verità e il cammino che conduce alla sospensione della sofferenza, il Buddha ci dice le Dodici Cause Dell'Eterno Ritorno, l'origine della sofferenza o la spiegazione del perché torniamo a nascere una ed un'altra volta in questo regno o in altri.
1.C'è Ignoranza.
2.L'ignoranza condiziona le formazioni mentali.
3.Le formazioni mentali condizionano la coscienza.
4.La coscienza condiziona la mente ed il corpo.
5.La mente ed il corpo condizionano i sensi.
6.I sensi condizionano il contatto..
7.Il contatto condiziona la sensazione.
8.Il sentimento condiziona il desiderio.
9.L'ansia condiziona l'attaccamento.
10.L'attaccamento condiziona il processo per arrivare ad essere.
11.Il processo per arrivare ad essere condiziona il ritorno.
12.Il ritorno condiziona la decadenza e la morte, così come la pena, lamento, dolore e disperazione.
Per intendere del tutto il profondo significato di queste dodici cause dell'eterno ritorno bisogna ricorrere alla gnosi di tutti i tempi.
Dobbiamo sapere che l'ultimo anello è l'ignoranza.
L'ignoranza è tutto il contrario della conoscenza, ed è indubbio che conoscenza è Gnosi, Gnosi è la fiamma della fiamma, con la quale possiamo fare luce fino all'angolo più lontano dell'universo. Gnosi è il fuoco divoratore che consuma ogni ignoranza ed è capace di offrire all'Essenza la Verità Ultima e la liberazione totale da ogni incatenamento alla Ruota del Samsara.
Vide Sakyamuni l'origine della causa della nostra sofferenza e questo coincide grandemente con le differenti regioni Sephirotiche dell'universo e vediamo in che maniera:
1.C'è Ignoranza.
La scintilla verginale emanata dall'Assoluto non ha Auto-realizzazione ed Auto-coscienza di se stessa, pertanto deve acquisire esperienza e ha bisogno di sdoppiarsi dimensione dopo dimensione.
2.L'ignoranza condiziona le formazioni mentali. Hermes Trismegisto dice: "Tutto è mente, l'universo è mentale", pertanto i seguenti sdoppiamenti della Monade o scintilla Virginale già è condizionata dall'ignoranza e trascinano visione soggettiva dello stesso universo che ci circonda.
FONTE
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