Uno tra i casi di reincarnazione debitamente analizzato e documentato grazie ad una commissione di ricerca nominata dallo stesso Gandhi. Rinata a un anno dalla sua ultima morte, Shanti Devi ricorda nei minimi dettagli la sua vita precedente. Le testimonianze dei parenti delle due vite.
Nel 1930, all'età di quattro anni, a Delhi, in India, Shanti Devi iniziò a menzionare alcuni dettagli riguardanti vestiti, cibo, persone, eventi e luoghi che sorpresero i suoi genitori. In breve, Shanti fece le seguenti affermazioni che furono in seguito confermate:
• si identificò come Lugdi, vissuta a Muttra, distante 128 chilometri da Delhi,
• parlava il dialetto di quella zona senza averlo mai imparato,
• si identificò come Lugdi, vissuta a Muttra, distante 128 chilometri da Delhi,
• parlava il dialetto di quella zona senza averlo mai imparato,
• sostenne di avere dato alla luce un bimbo che era morto dieci giorni dopo il parto, fatti che in seguito vennero confermati come realmente accaduti a Lugdi.
• quando fu portata a Muttra riconobbe il marito della vita precedente, Kedar Nath, e parlò con lui di molte delle cose che avevano fatto insieme nella vita passata,
• a Muttra, poco prima di arrivare nella casa in cui viveva, fu capace di identificare con precisione una gran quantità di luoghi,
• fu in grado di dire con precisione dove si trovavano i mobili quando viveva nella sua casa,
• sapeva che nella sua vita precedente aveva nascosto 150 rupie in un angolo nascosto di una stanza per tenerle al sicuro. Il marito della vita precedente, Kedar Nath, confermò che i soldi non si trovavano più in quel posto perché lui li aveva presi.
• identificò correttamente i genitori di Lugdi in mezzo a una grande quantità di persone.
Per le autorità il caso fu talmente impressionante, che, per indagare su di esso, venne istituito formalmente un comitato di personalità di rilievo, che comprendeva un importante uomo politico, un avvocato e il direttore responsabile di un quotidiano (Pandit Neki Ram Sahrms, Tara Chand Mathur e Lala Deshbandu Gupta).
Il comitato giunse alla conclusione che Shanti conosceva cose che non avrebbe potuto apprendere né con l'inganno, né con la frode né in qualunque altro modo. Nessuno dei componenti del comitato conosceva Shanti né aveva avuto con lei contatti di alcun genere.
Il verdetto definitivo stabilì, in termini molto chiari, che tutte le prove supportavano in maniera decisiva la reincarnazione.
Il caso ebbe notorietà internazionale e attirò l'attenzione di moltissimi tra sociologi e scrittori. Ad esempio, negli anni '50 del secolo scorso, lo scrittore svedese Sture Lonnerstrand si recò in India per incontrare Shanti Devi e continuare a indagare in prima persona sui fatti documentati. E anche lui giunse alla conclusione inconfutabile che il caso di Shanti Devi costituisce una prova esauriente a favore della reincarnazione (Reincarnation International, gennaio 1994 n. 1 Lon)
Il caso ebbe notorietà internazionale e attirò l'attenzione di moltissimi tra sociologi e scrittori. Ad esempio, negli anni '50 del secolo scorso, lo scrittore svedese Sture Lonnerstrand si recò in India per incontrare Shanti Devi e continuare a indagare in prima persona sui fatti documentati. E anche lui giunse alla conclusione inconfutabile che il caso di Shanti Devi costituisce una prova esauriente a favore della reincarnazione (Reincarnation International, gennaio 1994 n. 1 Lon)
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