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venerdì 16 settembre 2011

IL CORALLO E IL MITO DI MEDUSA di Antonia Bonomi

Cosa sia il corallo in natura lo sappiamo, è un animale, come sia nato ce lo racconta la mitologia greco-romana.








Medusa, una delle tre Gòrgoni e l’unica mortale ma fornita di poteri ben superiori a quelli delle sorelle, era una splendida creatura la cui bellezza esaltata da tutti le aveva dato alla testa, tant’è che si vantava di essere più bella di Atena. Poseidone se ne innamorò e trasformatosi in grosso uccello, infischiandosene della profanazione la portò nel tempio della dea per possederla. Sdegnata, Atena si vendicò di lei trasformandole i capelli in viluppi di serpenti, le spalancò la bocca con la lingua penzoloni in un ghigno orrendo, diede ai suoi occhi il potere di pietrificare quelli che l’avessero guardata.




Pèrseo, il “prestantissimo eroe” come lo chiama Omero nell’Iliade, raggirato da Polidette si assunse il compito di ucciderla, e in questo fu aiutato da Atena e da Mercurio che gli diedero alcuni consigli, oltre a regalargli la prima uno specchio (ma si dice anche il proprio scudo), per avvicinarsi a Medusa dandole le spalle per non essere pietrificato, il secondo una spada seghettata per tagliarle la testa e calzari alati. Come gli avevano detto gli dei, cammin facendo l’eroe incontrò le ninfe dello Stige che, oltre ad indicargli dove trovarla, gli fornirono uno speciale sacco per riporre la testa della Gòrgone. Decapitata che l’ebbe, dal primo fiotto di sangue uscito dal collo reciso nacquero Pegaso, il cavallo alato, e Crisaore figli Poseidone. Inseguito dalle altre due Gòrgoni immortali, grazie ai calzari alati Pèrseo si alzò in volo per tornare a casa e, mentre sorvolava le coste della Libia, le gocce di sangue che stillavano dalla bisaccia si trasformavano in vipere quelle che cadevano sulla terra e in corallo quelle che cadevano nel mare. La testa orrenda, splendidamente dipinta dal Caravaggio, finì come ornamento sullo scudo di Atena.




Medusa pietrificava con il suo sguardo, il corallo è un animale marino che nel suo elemento oscilla quasi come un’alga e al contatto con l’aria si pietrifica e il corallo, per la particolarità di essere un animale che assume una forma vegetale e che si trasforma in “pietra”, nella simbologia fa coincidere i tre regni: animale, vegetale e minerale.


Ovidio così dice:


“Hanno pur oggi i coralli, al contatto, la stessa natura:


prendono durezza dall’aria, e le verghe, che sono nel mare,


sassi diventano quando si sporgono fuori dall’onde”.


Per la sua forma il corallo è associato all’albero come asse del mondo, è simbolo della acque profonde che rappresentano l’origine del mondo, il colore rosso e le ramificazioni tormentate ne fanno un simbolo delle viscere.


FONTE

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