Il primo calendario maya era chiamato Tzolkin, il "calenadrio sacro". Aveva infatti soprattutto un valore cerimoniale ed era costituito da 260 giorni, 13 mesi di 20 giorni ciascuno. Veniva utilizzato per compiere riti propiziatori che consentissero di armonizzare gli eventi del cielo con quelli della Terra: è in esso che sono previste le eclissi, è in esso che sono descritti i cicli di Venere, cui i Maya attribuiscono grande importanza.
Secondo lo studioso americano Munro Edmonson lo Tzolkin sarebbe stato sviluppato entro il VII secolo a.C.
Ancora oggi viene utilizzato per scopi magici da alcune delle tribù maya più isolate.
Tredici mesi lunari come tredici sono le articolazioni principali del corpo umano: due spalle, due gomiti, due polsi, due anche, due ginocchia, due caviglie e la colonna vertebrale. Il nostro calendario, il calendario gregoriano, ha perso memoria del tredicesimo mese e per i Maya questa dimenticanza è una menomazione.
Lo Tzolkin serviva da almanacco: ognuno dei 260 giorni aveva una qualità che influiva non solo sui nati in quel giorno, ma che indicava qual era il momento propizio o infausto per svolgere determinate attività.
I 260 giorni di questo calendario sono fondati sul periodo di 9 mesi della gestazione umana. Le levatrici maya usavano infatti il calendario Tzolkin per calcolare il momento della nascita di un bambino aggiungendo appunto 260 giorni, quasi 9 mesi, all'interruzione del ciclo mestruale di una donna.
Il primo livello su cui agisce lo Tzolkin è quindi quello della biologia, dello sviluppo fisico di un essere umano.
Il periodo che intercorre fra la semina del mais e il momento del raccolto sugli altopiani del Guatemala è di 260 giorni. Il mais era la coltura principe per queste popolazioni: nel mito della creazioni maya gli uomini sono stati creati da un impasto di farina e mais.
Lo Tzolkin era, infine, la chiave per la predizione delle eclissi e del moto del Sole, della Luna e dei pianeti.
Ecco quindi i tre piani sui quali il calendario sacro agiva: i cicli umani, i cicli terrestri e i cicli celesti, con il fondamentale pregio di unificare i processi in atto nei cieli e sulla Terra.
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