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martedì 6 luglio 2010

Cristianesimo e Reincarnazione (seconda parte)


Moderne conoscenze
La Chiesa cattolica per tutto il periodo che andava dal 500 al 1800, si rapportava, riguardo alle conoscenze sulla reincarnazione, sulle idee errate dei popoli orientali.
Nel 1915 il Sant’Uffizio ancora una volta ha condannato duramente l’idea della reincarnazione presentata dalla Società Teosofica perché, com’è affermato, “ … l’idea deve essere rifiutata, anche se è presentata dalla Teosofia sotto una falsa veste scientifica ”.
In seguito, con la venuta dell'Antroposofia di Rudolf Steiner, la Chiesa cattolica ha continuato a mantenere il suo parere negativo sulla reincarnazione, basandosi questa volta su un insegnamento ritenuto fondamentale dalla religione cattolica.

Tale insegnamento risulta incompatibile con l’idea della reincarnazione, poiché afferma che la redenzione dell'umanità deve avvenire solo tramite la morte sacrificale del Cristo sul Golgota
Questo concetto, fissato in dogma, è sorto nel V secolo d. C. ed è la conseguenza di una disputa fra Pelagio e S. Agostino.
Pelagio, un asceta inglese, operò in Italia, a Roma, all'inizio delle 400 d. C.
Egli negava il peccato originale quale trasmissione ereditaria di un peccato morale. Considerava questo concetto non compatibile con la giustizia di Dio, perciò affermava che l'uomo, nascendo senza peccato, per conseguenza aveva la capacità di scelta fra il bene e il male e quindi era libero di scegliere o meno la propria redenzione.
S. Agostino affermava al contrario che il peccato originale commesso da Adamo era ricaduto moralmente anche sui suoi discendenti impedendo loro di vincere il male basandosi soltanto su forze puramente umane.
La Chiesa del V secolo d. C. per risolvere una simile controversia, scelse una via di mezzo: adottò un po' le idee di Pelagio, un po' quelle di S. Agostino.
Essa accolse la tesi di S. Agostino e in altre parole che l'uomo da solo non può superare il male ma deve rimettersi alla grazia originata dal sacrificio del Cristo, collegandosi però anche alla tesi di Pelagio secondo il quale la grazia da sola non basta, poiché l'uomo le deve andare incontro sforzandosi di scegliere il bene, adeguandosi per conseguenza a quello che la Chiesa cattolica stabiliva fosse il bene.
In tal modo da una parte la Grazia divina agisce tramite il perdono dei peccati per l'azione redentrice del Cristo. e dall'altra per lo sforzo individuale dell'uomo il quale - sempre secondo la Chiesa cattolica - dopo la morte verrà premiato con un premio o con un castigo, con il Paradiso o con l’Inferno.

Riassumendo perciò, e sintetizzando, a tutt’oggi la Chiesa cattolica riguardo la vita umana sulla terra e oltre la morte riconosce soltanto due situazioni possibili:

1° - la remissione dei peccati
2° - il premio o il castigo.
(2/3)

A cura di Giovanni Peccarisio
Fonte:www.disinformazione.it

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