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domenica 4 luglio 2010

Cristianesimo e Reincarnazione (prima parte)



Correva l’anno 869 d.C. Tutto ebbe inizio dalla cancellazione dell’esistenza dello Spirituale da parte della Chiesa cattolica.

La Chiesa cattolica è una istituzione creata per difendere e diffondere il messaggio del cristianesimo ma che poi, in breve tempo, si è sempre più burocratizzata sostituendo al messaggio evangelico di Cristo, che invita a mettersi al servizio di tutti gli uomini, quello dell’esercizio del proprio potere ecumenico e cattolico.
Quando perciò si parla del messaggio del Cristo bisogna distinguere nettamente il termine cristianesimo da cattolicesimo.

Nel Concilio di Costantinopoli tenutosi nell’869 la Chiesa cattolica decretò che doveva essere cancellata l’esistenza dello Spirito come parte costitutiva dell’essere umano e che da quel momento, solo l’anima umana poteva avere qualche qualità spirituale ma nulla più di questo.
In tal modo fu cancellata non solo la parte spirituale dell’uomo, quella parte cioè che può avere possibilità di evoluzione, ma fu di fatto negata anche l’esistenza del Mondo Spirituale con tutte le sue leggi evolutive, compresa la legge del karma e della reincarnazione e conseguentemente la possibilità di autodeterminazione dell’essere umano.

Tale decreto era stato preparato già con il secondo Concilio di Costantinopoli del 552 d.C.
In seguito il tutto fu ribadito con il Concilio di Lione del 1274 e quello di Firenze dell'1439.
La Chiesa cattolica condannava l'idea di reincarnazione come “… una antica idea pagana” .
Per tale motivo essa fu considerata alla stregua di un’eresia.
Questi Concili hanno condannato la reincarnazione anche perché, come parametro di giudizio, prendevano in considerazione l'idea di reincarnazione che viveva nel mondo orientale.

La reincarnazione invece si basa su ben altre leggi spirituali come, in modo sintetico, si cercherà di dimostrare.
Nelle antiche civiltà orientali si pensava che l'uomo fosse stato cacciato dal Cielo e, per punizione, confinato a vivere eternamente sulla Terra, considerata perciò luogo d’esilio.
Nacque in tal modo nell’uomo orientale l’idea delle ripetute vite terrene o reincarnazione.

Oggi l’orientale, ha ancora il sentimento istintivo della reincarnazione, ma, non riuscendo più a coglierne il vero significato, cerca soltanto di liberarsi dallo spietato circolo delle ripetute vite terrene che lo costringe a ritornare in un corpo fisico sulla terra, luogo di dolore.
Con il tempo inoltre è sorta una visione distorta: quella della possibilità di reincarnazione di un essere umano in un corpo di animale quale ulteriore punizione per gravi mancanze o peccati commessi. Sarebbe opportuno a questo punto, per maggior chiarezza, correggere il termine reincarnazione, o ripetuta incarnazione di un’anima in un corpo umano, con metempsicosi, o trasmigrazione dell’anima in un corpo d’animale.

L’idea orientale considerata dalla Chiesa cattolica, ha comportato un’errata interpretazione del concetto di reincarnazione basata su due punti essenziali:

1° - l’idea dell'eterno ritorno quale punizione e, per conseguenza, la non possibilità di evoluzione.

2° - l’idea della reincarnazione come possibile caduta nel regno animale o metempsicosi.

Un tale modo di pensare deriva dal fatto che gli antichi orientali non avevano ancora né conoscenza, né tanto meno coscienza di possedere un Io individuale avente la possibilità di compiere una evoluzione personale.
L'evoluzione invece consiste in un graduale, lento perfezionamento che si attua portando l’Io umano, la prima e più elevata parte spirituale costitutiva, a vivere alternativamente nel mondo terrestre e in quello Spirituale, per raggiungere il grande compito di conquistare la Libertà individuale e l’Amore per tutto il Creato.
Tale lungo cammino viene regolato e caratterizzato dalle leggi del karma e della reincarnazione.(1/3)

A cura di Giovanni Peccarisio
Fonte:www.disinformazione.it

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