Questo articolo, apparso sulla rivista “Simmetria” n° 2 del 2001 e qui riproposto in una versione riveduta ed ampliata, costituisce il completamento di un saggio dello stesso Autore, “Le vie della Gnosi” ed. Simmetria, Roma 2001, nel quale si affronta il tema della possibile esistenza di una Gnosi cristiana, che ha per fonte originaria il Cristo e attraverso i suoi discepoli viene trasmessa in modo legittimo e continuativo ai loro successori. Dopo aver brevemente esposto l’architettura del pensiero gnostico nei suoi elementi fondamentali, viene trattato in modo sintetico, ma sufficiente ad un primo approccio a questo mondo così vario e complesso, il contenuto delle principali scuole gnostiche appartenenti a quella che si può definire per la sua localizzazione geografica “gnosi siro-alessandrina”, per distinguerla da un secondo modello, “gnosi iranica”, per sottolineare la completa estraneità dell’una dall’altra, ovviamente considerate nella loro forma più pura. Per gli autori moderni la gnosi è essenzialmente un soggettivismo esasperato che traduce il bisogno del singolo individuo della nostra epoca di recuperare quella identità che i processi di massificazione e di globalizzazione hanno distrutto. Da costoro il vero contenuto della gnosi viene ridotto ad uno psicologismo modernista che tenta di dare uno stato di credibilità a un individuo disconnesso nelle sue parti. Ma che cosa è in realtà gnosi? Lo gnosticismo si presenta con una tale complessità di manifestazioni che per poter arrivare ad una definizione sarà necessario premettere un breve excursus sui contenuti dello gnosticismo: l’approfondimento dell’argomento potrà essere fatto dagli interessati sul testo dello Jonas, che anche se del 1961 nella sua prima edizione (anteriore quindi alla pubblicazione dei testi di Nag Hammadi, completata solo nel 1977) rimane l’opera cardine di riferimento, ed è da essa (Jonas pagg. 62 – 113) che attingeremo la maggior parte delle considerazioni sull’argomento.
- caratteristica basilare del pensiero teologico gnostico è il dualismo tra un Dio di Luce e un Dio di Tenebra, come tra il Dio, di per sé inaccessibile e inconoscibile, e l’uomo. Il creato è una manifestazione realizzata dal Dio di Tenebra o da potenze inferiori in qualche modo emanate dal Dio, dette Arconti o Eoni, le quali hanno sede nei cieli che circondano la terra (il sistema gnostico è tolemaico), che possono essere da otto (i sette cieli planetari più la sfera delle stelle fisse) fino a 365.
- l’uomo è composto da tre elementi, una scintilla divina che è lo pneuma o spirito, sottratta in qualche modo al Dio dagli Arconti e rinchiusa nella prigione terrena, mentre e altre due componenti, la psiche ed il corpo, sono state create dagli Arconti per impedire allo pneuma di ri-conoscersi come non appartenente a questo mondo; la psiche in particolare è un aggregato di passioni derivanti ciascuna da uno dei cieli arcontici. Lo della sua vera origine e per liberarsi dalle catene della materia necessita della conoscenza della sua vera origine, e questa conoscenza è la gnosi. In base a questa tripartizione dell’essere umano gli gnostici distinguono gli uomini in tre categorie: gli ilici, gli psichici e gli pneumatici, cioè gli gnostici stessi in quanto detentori della pienezza dello pneuma.
- per potersi salvare l’uomo pneumatico deve quindi conoscere il Dio, che è però di per sé inconoscibile: da qui la necessità di un Mediatore che risvegli nell’ uomo addormentato o intorpidito la realtà di sé. Il Mediatore, in molti sistemi gnostici già generato prima della creazione degli Arconti, discende dal cielo più alto per portare la conoscenza a chi è destinato a salvarsi: questa conoscenza è sia la riscoperta di sé come parte di Dio, sia l’insegnamento delle tecniche necessarie per superare i cieli e vincere gli Arconti; le tecniche consistono sia di riti sacramentali necessari alla liberazione da psiche e corpo sia di formule di passo e di “sigilli” per oltrepassare le sfere celesti e costringere gli Arconti ad aprire le porte di ciascuna di esse.
- poiché gli pneumatici sono separati dagli altri uomini, la loro morale si basa sulla concezione che il mondo e tutto ciò in esso contenuto sia ostile alla progressione dello gnostico nel suo viaggio di ritorno alla “casa” originaria. Da qui un duplice atteggiamento: o la più stretta osservanza di rigorose astensioni da tutto ciò che è carnale per evitare ulteriori contaminazioni psichiche o, al contrario, la più totale libertà di comportamento, considerato che le leggi sono “di questo mondo”, essendo state create dagli Arconti o da un Dio malvagio (in genere identificato con lo Jahweh del Vecchio Testamento) per imprigionare lo pneuma. Questo bipolarismo di ascetismo e libertinismo ha in ogni caso lo stesso scopo: contrastare il potere arcontico per liberare lo pneuma.
Ora che siamo in possesso degli elementi basilari per comprendere il fenomeno gnostico possiamo tentare di darne una definizione esaustiva, per quanto ciò possa essere possibile trattandosi di un fenomeno così vasto nel tempo e nello spazio e così sfaccettato nel pensiero di tanti maestri. Dall’inizio degli studi sullo gnosticismo si è dibattuto a lungo se esso andasse considerato una forma sincretistica di pensiero di origine prevalentemente giudeocristiana, ellenistica, egiziana, iranica o generalmente orientale, prevalendo nella risposta a tale domanda l’impostazione personale del singolo autore. E’ solo nel 1932 che con Jonas viene riconosciuto allo gnosticismo il carattere di una religione vera e propria, certamente più o meno intessuta di prestiti provenienti da parti diverse ma pur sempre autonoma ed originale nelle sue formulazioni, considerata “un organismo vivente e non un fossile archeologico… animato da una concezione dualistica che oppone il corpo allo spirito, questo mondo di tenebre al mondo di luce… Lo gnostico è lo straniero per eccellenza, l’alieno gettato ad esistere in un cosmo che gli è estraneo… alla ricerca di una conoscenza salvifica (che) gli si rivelerà come una chiamata dall’ alto, un grido che lo ridesterà” (Filoramo pag. 22). Nel 1959 Grant confermerà nel suo Gnosticismo e cristianesimo primitivo l’interpretazione di Jonas: “Lo gnostico conosce e non perché egli abbia gradualmente imparato ma perché gli è stata data una rivelazione; lo gnostico non crede, perché la fede è inferiore alla gnosi, e la sua gnosi è in sé redenzione perfetta. Lo gnostico è quindi centrato su di sé, la visione gnostica della vita è un’ appassionata soggettività. Lo gnosticismo è una religione che salva mediante la conoscenza e la conoscenza è essenzialmente conoscenza di sé, riconoscimento dell’ elemento divino che costituisce il vero sé” (Grant pagg. 19 – 21). Si può così affermare l’esistenza di uno gnosticismo originale e indipendente dalle forme culturali e/o religiose a cui può avere attinto nel suo processo di crescita: “Per quanto in qualche modo predisposto o prefigurato dal complesso e mobile terreno del sincretismo ellenistico, per quanto debitore in modi diversi e non sempre facilmente valutabili di diverse e divergenti tradizioni culturali, per quanto legato in forme non ancora del tutto chiarite a determinati ambienti che, come il giudaismo della diaspora, devono aver svolto una funzione di collettore o, come la tradizione filosofica classica, in particolare platonica, hanno fornito strumenti di analisi e quadri mentali di organizzazione e spiegazione del mondo divino indispensabili, lo gnosticismo del II secolo appare, nella sua variegata realtà, il frutto originale di una pianta ricca di numerosi succhi vitali” (Filoramo pag. 228). Il consenso degli studiosi venne alla fine concretizzato in due brevi proposizioni al Congresso Internazionale di Messina sullo gnosticismo del 1966, in cui si stabilì (in Filoramo pag. 223) di adoperare il termine “gnosi” per designare una conoscenza dei misteri divini riservata ad una élite, “gnosticismo” per indicare un fenomeno storico determinato, i sistemi gnostici del II secolo. Possiamo forse ampliare la definizione di Gnosi dando maggior risalto agli elementi principali che la costituiscono e a nostra volta azzardare una definizione nel modo seguente: La gnosi è una conoscenza riservata agli eletti ottenuta per rivelazione tramite un Mediatore e propiziata da tecniche preparatorie e dal sigillo di un rito: essa è conoscenza di sé come frammento separato della Divinità, che mediante tale conoscenza a Lei si riunisce. Lo gnostico per congiungersi alla Divinità deve attraversare e quindi conoscere le manifestazioni mediante le quali il principio spirituale per autogenerazione di entità sempre più distanti dallo spirito e vicine alla materia ha generato il cosmo: quindi la gnosi è anche conoscenza del cosmo nella sua totalità. Poiché il mondo della materia impedisce al principio spirituale di ri-conoscersi come frammento della Divinità, esso è da considerare malvagio o comunque ostile allo gnostico e quindi va rifiutato integralmente o almeno superato.(continua)
di Paolo GALIANO
Fonte:www.memphismisraim.it
per la seconda parte
http://andromedawaked.blogspot.com/2010/07/introduzione-allo-studio-della-gnosi_29.html
per la terza parte
http://andromedawaked.blogspot.com/2010/07/introduzione-allo-studio-della-gnosi_31.html
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