Cerca nel blog i post e gli argomenti di tuo interesse

Translate

giovedì 31 marzo 2011

I Theuthiani

Introduzione
Nel Libro dei Morti degli antichi Egizi, Osiride ad un certo punto prende la parola ed esclama: “Salve o Thot! Che cos’è questo che è accaduto ai divini figli di Nut? Hanno combattuto, hanno sostenuto la contesa, hanno fatto strage, hanno provocato guai: in verità, in tutto il loro operato i potenti hanno agito contro i deboli. O potenza di Thot, concedi che ciò che il Dio Atum ha decretato (sia compiuto)! E tu non vedi il male né ti lasci provocare dall’ira quando essi portano alla confusione i loro anni e si accalcano e spingono per disturbare i loro mesi; perché in tutto ciò che ti hanno fatto hanno operato iniquità in segreto.
.
Thot è il dio della scienza e della saggezza, in quanto ad Atum, egli precede, per così dire, la gerarchia divina. Descritto in termini puramente metafisici, è l’entità misteriosa da cui ebbe origine il Tutto: il suo nome potrebbe essere Principio-e-Fine. Egli è quindi la Presenza e il Segreto Consiglio che si è tentati di identificare con lo stesso cielo stellato. Il suo decreto deve avere una perfezione immutabile. Qui però vi sono, a quanto pare, forze che hanno operato iniquità in segreto, forze che appaiono ovunque e che vengono regolarmente denunciate come “prepotenti” o “inique” o l’uno e l’altro insieme. Ma queste “forze” non sono inique fin dal principio: si rivelano per tali, diventano prepotenti nel corso del tempo. E’ il Tempo, solo il Tempo, che trasforma i Titani, già sovrani dell’Età dell’Oro, in “operatori di iniquità” e l’idea di misura, dichiarata o implicita, mostrerà il delitto di questi “peccatori”, la loro trasgressione, trascinando dietro tutte le altre divinità nella loro caduta.
.
.
Probabile provenienza
Al momento è ancora in fase di studio la loro provenienza, anche se diverse fonti ci indicano la costellazione dell’Aquila come sede originaria, un successivo e breve sviluppo nella vicina costellazione del Cigno, per poi approdare, infine, nella costellazione di Orione, dove probabilmente condividono, attualmente, pianeti con altre razze aliene, ancora oggetto di studio e di cui parleremo prossimamente.
.
Aspetto fisico
Un Theuthiano medio ha un’altezza che varia dai 2 ai 3 metri e su questi parametri possiamo identificare buona parte di tutta la popolazione. Sappiamo che ha l’aspetto di un volatile, ma è dotato di arti, braccia e gambe e che può camminare e lievitare. La sua struttura ossea è possente in grado di reggerne la mole, la forza fisica e la considerevole altezza. Dall’aspetto fisico del tutto quasi umano, si differenzia per la testa a forma di uccello (simile ad un Ibis terrestre) e da una strana capigliatura che si forma nel lungo collo, creando una sorta di ventaglio simmetrico e ben curato. La pelle varia di colore, forse soggetti a mimetismo, sono in grado di cambiare il loro aspetto esteriore in base alle più diverse circostanze climatiche. Comunicano per via telepatica, ma sono in grado di emettere anche dei suoni e/o parole, attraverso una complessa lingua parlata e scritta. Sembra che non indossino abiti, anche se ci sono testimonianze che riportano di aver percepito questi esseri con indosso bracciali, collane, anelli o ornamenti di un metallo sconosciuto. Altra caratteristica che ci accomuna è il parto delle femmine, dove i piccoli Theuthiani, una volta formatisi all’interno dell’utero materno, vengono partoriti in un modo simile a quanto avviene nel genere umano. E’ chiara una forte somiglianza con una componente razziale “umana o umanoide” che si differenzia solamente per il volto decisamente “animale”. Questo fa supporre una loro antica genesi, dove a seguito delle sperimentazioni antropomorfe degli Uomini Primi, si passò successivamente alle ibridazioni umane, creando i primi modelli di umanoidi che poi porteranno a razze più compiute e simili al loro creatore.
.
Sviluppo e possibile civiltà
I Theutiani sono cugini degli Horus, probabilmente sono nati da una “costola” di questa seconda e più conosciuta, quanto famigerata, razza aliena. Nella vasta e complessa tematica della Genesi delle varie razze aliene, seguendo anche le antiche conoscenze terrestri sugli dei ad essi associati, si scopre in realtà che nell’Antico Egitto, si conoscevano due diversi Horus: Horus il Vecchio, figlio di Ra e Horus il Giovane, figlio di Osiride e Iside. E’ evidente che Horus il Vecchio che, molto probabilmente, corrisponde alla razza aliena degli Horus (conosciuta nei casi di adduzioni), era una delle creature primordiali del Demiurgo Oscuro, razza che successivamente, scendendo a patti con i nuovi signori (gli Uomini Primi), si rese disponibile a nuove ibridazioni (Uomo Primo / Umanoide / Aliene) per la loro sopravvivenza e che porteranno alla nascita dei Theuthiani, ovvero di esseri dalla forma umana ma dall’aspetto ancora “animale”. 
 
Non è da escludere che inizialmente possano aver convissuto e collaborato insieme, questo spiegherebbe l’iniziale sede originaria su Altair (la stella principe della costellazione dell’Aquila) come punto di partenza, arrivando ad una scissione a seguito di contrasti e guerre e che porteranno i Theuthiani a trasferirsi brevemente nella vicina costellazione del Cigno, per poi approdare in quella di Orione, dove più tardi, sopraggiungeranno anche gli Horus, precisamente su Alnitak, la prima stella della Cintura. Non a caso nell’antichità queste due costellazioni erano spesso unite insieme, mentre proprio sotto di loro se ne trova una terza, quella della Lira, che secondo la leggenda fu lo strumento musicale creato da Ermes/Thot. Le leggende raccontano che: fu la prima lira a essere costruita, inventata da Ermes, il figlio di Zeus e di Maia (Zeus = Uomo primo / Maia = razza aliena umanoide?). Ermes fece la lira dal guscio di una testuggine che aveva trovato a brucare fuori dalla sua grotta sul Monte Cillene in Arcadia. Ermes pulì il guscio, fece dei buchi lungo il bordo e vi legò diagonalmente sette corde fatte di budello di mucca, tante quanto il numero delle Pleiadi. 
 
Grazie a quella lira Ermes si tirò fuori dai guai in cui s'era cacciato per un'impresa giovanile, che l'aveva portato a rubare del bestiame di proprietà di Apollo. Infuriato Apollo si presentò a reclamare la sua restituzione, ma quando sentì la bella musica che proveniva dalla lira lasciò che Ermes si tenesse le bestie e in cambio si prese la lira.

Sappiamo poco della loro società. Non esiste un capo supremo dell’intera razza, ma un sistema democratico composto da tante piccole comunità auto-gestite e che riunite formano agglomerati di città. Un sistema ad incastro e a numero chiuso, ben articolato e ristretto, dove tutti i componenti, pur nella massima libertà di agire e vivere il loro quotidiano, sono costantemente monitorati e sorvegliati. La discendenza dinastica è maschile, in una società del tutto patriarcale, anche se non sono rari casi di dinastie di stampo matriarcale.
.
Interferenze con l’Uomo
Sappiamo che non interagiscono con il Genere Umano sino a quando nessuno di noi raggiunge un alto livello di presa di Coscienza. Anche se non è da escludere un intervento silenzioso, se vogliamo “indolore”, e che può avvenire durante l’arco della vita di qualsiasi terrestre, non è loro intenzione palesarsi per non intralciare il nostro cammino, anche se facciamo parte del contendere con le altre razze aliene, che invece conducono su di noi le abductions e gli esperimenti a noi conosciuti. 
 
Dal poco che conosciamo, tendono a guarire le “ferite spirituale degli uomini”, chiedendo una sorta di tacito permesso alla Monade della persona coinvolta (soprattutto la parte Spirituale e Animica, escludendo la Mente, in quanto ritenuta corrotta). Sembra che non inseriscano microchip, mentre dalle rare visite fisiche, dato che interagiscono con noi per lo più a livello spirituale, prelevano del tessuto organico in grado di monitorare il nostro livello di trasformazione genetica e, successivamente, di intervenire per arrestarne una ibridazione condotta dalle razze aliene della fazione avversaria, operazioni che conducono anche in collaborazione con altre razze aliene.
.
I Guardiani o i Maestri dell’Ignoto
Una particolarità di queste entità aliene è quella di manifestarsi raramente negli esseri umani, e se ciò avviene, la forma o il nome che assumono, è quello di “Guardiani” o di “Maestri”. Ancora è incerto il compito del guardiano, mentre l’essere maestri si manifesta nella necessità di istruire alcuni uomini su antiche conoscenze e di farli elevare a stadi di sapienza superiore. Quando avviene tale contatto, spesso non si mostrano mai nella loro forma aliena, ma agiscono attraverso la psiche della persona prescelta grazie ad un gioco di incastri archetipici, andando a pescare la figura più consona alla cultura e allo sviluppo della persona stessa. Solo dopo un lungo periodo di apprendimento o di particolare ascesi, arrivano a manifestarsi per ciò che sono realmente, in base al diverso livello di coscienza raggiunto.
.
.
La divinità Egizia della Magia
Thot è la divinità egizia della luna, sapienza, scrittura, magia, misura del tempo, matematica e geometria. È rappresentato sotto forma di ibis, uccello che vola sulle rive del Nilo, ma anche sotto la forma, meno frequente, di babbuino. Originario del 3º distretto del Basso Egitto, capitale Damanhur (Hermopolis Parva), comparve già nel periodo predinastico, mentre la città dove venne maggiormente adorato fu Hermopolis Magna ("Città degli Otto"), capitale del 15º distretto dell'Alto Egitto, dove venne rappresentato in sembianza di ibis, di cinocefalo ed anche di toro. 
 
Nella teogonia di Ermopoli, Thot assunse un ruolo di grande rilevanza e fu considerato una delle divinità creatrici del mondo. Come divinità lunare venne associato con il sole morto in quanto la luna stessa (Iah) compare raramente nella teologia egizia. Come i cicli della luna regolavano molti dei rituali religiosi ed eventi civili della società egiziana, così Thot fu considerato anche il primo regolatore di tali attività. 
 
Compagna di Thot fu Seshat che con lui divideva il compito di scrivere nomi ed imprese dei defunti sulle foglie dell'albero ished; secondo altre tradizioni sposa di Thot fu anche la dea-rana Heket. In quanto inventore della scrittura e patrono degli scribi era al servizio anche del dio Ra nelle vesti di segretario e visir, e di Osiride come scriba. Nel Duat, il mondo degli inferi, aiutò Osiride giudicando le anime dei morti. I
 
n un dialogo platonico, il Fedro, Thot viene nominato (come Theuth), in un breve apologo proposto da Socrate per contestare l'importanza della scrittura, di cui il dio egizio sarebbe stato l'inventore, a favore dell'oralità, la quale sola permetterebbe all'uomo di "possedere" nella propria memoria quello che la fredda scrittura fissa su supporti materiali. È stato identificato con il dio greco Ermes o Hermes Trismegistus
.
Hermes Trismegistus
Ermete Trismegisto è un personaggio leggendario dell'età ellenistica, a volte considerato come una divinità, altre volte come un uomo, venerato come maestro di sapienza e ritenuto l'autore del Corpus Hermeticum. A lui fu successivamente attribuita la fondazione di quella corrente filosofica nota come ermetismo. 
 
Ermete Trismegisto significa letteralmente «Ermes il tre volte grandissimo», con questo nome si voleva assimilare Ermete, dio greco del Logos a Thot, dio egizio delle lettere, dei numeri e della geometria. Essendo costume degli egizi iterare l'aggettivo «grande» davanti al nome delle divinità, Ermete era quindi appunto indicato come il "grandissimo" per tre volte (tris-megisto). Entrambi erano al servizio di una divinità superiore (Ermete è messaggero di Zeus, Thot è lo scriba di Osiride), Ermete era dio della parola mentre Thot era dio della parola e della letteratura. Entrambi psicopompi, accompagnavano le anime dei defunti nell'oltretomba. 
 
Sia Ermete che Thot erano inoltre, nelle loro rispettive culture, gli dèi della scrittura, della magia e a seguito di un tale processo di assimilazione tra divinità greche ed egizie, avvenuto nell'atmosfera sincretistica dell'Impero romano, Ermete Trismegisto divenne il dio rivelatore della verità e mediatore tra gli uomini e gli dei. Athanasius Kircher nel suo Obeliscus Pamphilius, affermava: Gli Arabi lo chiamano Idris, dall'ebraico Hadores, i fenici Tauto, gli Egizi Thot ma lo chiamano anche Ptha, e i Greci Ermete Trismegisto. Giamblico attribuiva ad Ermete decine di migliaia di opere, di grande antichità ed immensa importanza, anteriori persino a Pitagora e Platone che a quei testi avrebbero attinto. 
 
Nei dialoghi Timeo e Crizia lo stesso Platone riferisce che nel tempio di Neith a Sais vi fossero stanze segrete contenenti registrazioni storiche possedute per novemila anni, forse riconducibili ai famosi “Libri di Thot”. Anche secondo Cirillo di Alessandria e Marsilio Ficino, Platone avrebbe conosciuto in Egitto una sapienza antica risalente all'epoca di Mosè e forse ancora molto più primitiva.
 
.
I Libri di Thot
I “Libri di Thot” sono dei mitici libri, 42 in tutto, redatti dal dio egizio Thot e lasciati sulla Terra, nei quali si troverebbero i misteri dei cieli e predizioni di eventi planetari futuri. Questi libri profetici sarebbero stati nascosti in biblioteche egiziane segrete ed ora risulterebbero dispersi. 
 
Si trattava di una conoscenza infinita e coloro che la padroneggiavano venivano indicati come "Capi della Casa dei libri" e solo i sacerdoti potevano consultare tali testi. Secondo alcuni studiosi le 22 figure principali dei tarocchi provengono dai libri redatti dal dio, secondo tale teoria le figure altro non sono che fogli staccati dai libri. Si pensa che all’interno vi fosse spiegata la precessione degli equinozi, tale evento è un movimento dell'asse terrestre, simile a quello di una trottola, che ne fa cambiare l'orientamento rispetto alla sfera celeste. 
 
È una rotazione talmente lenta che, per compiere un giro su se stesso, l'asse terrestre impiega quasi 26.000 anni, durante i quali la posizione delle stelle sulla sfera celeste cambia, per poi tornare al punto di partenza. L'intento degli antichi, sarebbe stato quello di trasmettere ai posteri il modo per calcolare la fine di ogni ciclo precessionale, solitamente accompagnato da catastrofi planetarie. Per questo eressero costruzioni talmente imponenti da resistere al peggiore dei cataclismi, monumenti nelle cui proporzioni matematiche e allineamenti astronomici, era contenuto un messaggio che, in questo modo, sarebbe sopravvissuto al trascorrere dei millenni. Secondo alcune teorie sarebbero nascosti in una camera segreta situata nel complesso monumentale di Giza.
 
Fonte: "Mondi Alieni" di Federico Bellini (2009/11)
 
Tratto da: Link

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...