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domenica 27 giugno 2010

I motivi esoterici del vegetarianesimo

Secondo varie discipline esoteriche, il vegetarianesimo è l'alimentazione ideale anche per raggiungere livelli elevati di sviluppo spirituale. Per esempio, il teosofo americano C.W. Leadbeater ha scritto addirittura un saggio su Vegetarismo ed occultismo, in cui sostiene che l'alimentazione vegetariana è l'unica che consenta un'indispensabile purificazione del corpo a chi intende "prendere posto fra le falangi gloriose che si sforzano di raggiungere la perfezione, onde aiutare l'evoluzione dell'umanità".

Secondo Leadbeater, è un'eresia dire che la questione dell'alimentazione ha poca importanza dal lato occulto, perché, in realtà, tutte le scuole di occultismo antiche e moderne sostengono che "l'assoluta purezza è indispensabile al vero progresso, tanto sul piano fisico quanto sui piani più elevati".

Riferendosi ai quattro corpi dell'essere umano di cui parla la Teosofia (fisico, eterico, astrale e dell'Io), Leadbeater afferma che essi, pur trovandosi su piani diversi, sono in comunicazione tra loro, per cui, essendo la carne il nutrimento più grossolano, chi se ne ciba avrà anche dei corpi superiori composti di materia più grossolana, impura. Tra l'altro, ottundendo la sensibilità, l'alimentazione carnea è anche di ostacolo allo sviluppo di percezioni extrasensoriali. I veri chiaroveggenti, afferma Leadbeater, devono essere tutti vegetariani.

Secondo altri Maestri, il fatto di cibarsi di carne risulta dannoso anche per chi intende praticare la meditazione, perché le energie negative che si assorbono quando si assimila la carne di animali brutalmente uccisi impediscono una perfetta armonizzazione delle proprie energie con quelle dell'universo. Tutti i grandi yogi indiani, infatti, sono vegetariani.

Anche il maestro indiano forse più "occidentalizzato" di tutti, Osho, non permetteva che nelle sue comunità si consumasse cibo di origine animale. "Io non sono contrario alla carne per motivi ideologici", affermava Osho. "Se un uomo non medita, se non cerca una crescita interiore, se non è alla ricerca del divino, qualsiasi cosa mangia va più che bene [...] Ma se inizi a meditare, il tuo ambiente interiore cambia, e in questo caso è consigliabile mutare l'alimentazione [...] Più sali verso l'alto e più dovrai lasciar cadere qualsiasi bagaglio inutile; solo così potrai volare. E il cibo non-vegetariano non è altro che questo: un peso inutile!"

Per i devoti Hare Krishna, un movimento religioso che ha avuto e continua ad avere un ruolo importante nella diffusione del vegetarianesimo in Occidente, la nostra "violenza alimentare", unita a tutte le altre forme di violenza, finisce per creare una grande ondata di karma negativi, che a sua volta produce un aumento dell'aggressività umana e quindi dei delitti compiuti in tutto il mondo.

Certo, i vegetariani possono ottenere alimenti come la frutta, il latte, le uova, le noci e i cereali senza bisogno di uccidere, ma qualcuno potrebbe chiedersi se il problema karmico non si estenda anche all'"uccisione" di vegetali come le carote, le patate, le cipolle, ecc. "Anche togliendo la vita ad una pianta", spiega un portavoce degli Hare Krishna, "possono esserci reazioni karmiche negative, ma si provoca molto meno dolore che uccidendo animali, perché il sistema nervoso delle piante è assai meno sviluppato".

In effetti, un altro motivo per cui la tradizione induista prescrive il vegetarianesimo è la credenza nella possibilità che un essere umano possa reincarnarsi in una forma animale. Nell'uccidere un animale, dunque, è possibile commettere violenza nei confronti di un'anima umana. Anche Pitagora credeva nella trasmigrazione delle anime, e sosteneva che quelle degli animali sono imperiture come quelle degli uomini, poiché entrambe scaturiscono dall'"Anima del Mondo", ossia la forza di cui sono pervase tutte le molecole dell'universo, il principio motore e plasmatore della materia, intermediario fra il cosmo e il Dio supremo. L'animale, insomma, è, come l'uomo, un'emanazione divina.

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