Un gruppo di esperti americani, nel 2011, ha ravvisato 15 malfunzionamenti nelle 13 centrali nucleari che ha ispezionato, delle 104 attive negli Stati Uniti: problemi che, secondo il rapporto pubblicato oggi, avrebbero potuto provocare “gravi conseguenze”.
Gli scienziati ‘responsabili’ (e indipendenti) dell’Union of Concerned Scientists (Ucs) hanno esaminato “i gravi problemi” riscontrati: “Il rapporto mostra che molti malfunzionamenti si sono verificati perché i proprietari delle centrali hanno tollerato dei problemi che conoscevano, o hanno preso delle misure insufficienti per risolverli”.
Le centrali sotto osservazione nel 2001 sono state quelle di Braidwood e Byron in Illinois, Callaway in Missouri, Cooper in Nebraska, Millstone in Connecticut, Monticello in Minnesota, North Anna in Virginia, Oconee in South Carolina, Palisades in Michigan, Perry in Ohio, Pilgrim in Massachusetts, Turkey Point in Florida e Wolf Creek in Nebraska.
Per esempio, nella centrale d’Oconee in South Carolina, è stato scoperto che un sistema di raffreddamento installato nel 1983 non sarebbe mai entrato in funzione in caso di necessità. Nonostante le autorità abbiano fatto riparare la maggior parte dei malfunzionamenti – ha fatto sapere l’Ucs – sono attivi 47 reattori dove tuttora non sono rispettate le norme anti-incendio del 1980 e in 27, poi, il sistema antisismico è “inadeguato”.
Nessuna mancanza a livello di sicurezza “ha provocato feriti tra gli operai o la popolazione, ma la frequenza di questi incidenti, più di uno al mese – è stato il commento degli autori del rapporto – è giudicata elevata per un settore industriale maturo”.
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