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mercoledì 24 ottobre 2012

IL DRAGO DI FUOCO





LA TRADIZIONE DEL DRAGO Di Fuoco

A lui che, fiammeggiante, cerca tumuli sepolcrali,
Lui, il mellifluo e vendicativo drago che vola per la notte,
Avvolto nelle fiamme; ogni uomo lo teme grandemente
Beowulf

Il padre di Re Artù, Uther, una volta ebbe la visione di un drago fiammeggiante. Rimase così colpito da chiedere immediatamente ai suoi sacerdoti druidi di spiegargliene il significato. Gli fu detto che un tale drago fiammeggiante significava che sarebbe diventato re. Uther decise allora di chiamarsi “Pendragon”, che significa “Testa di Drago”. Fu a quel punto che il drago divenne l’emblema araldico e l’animale totemico della più grande linea di discendenza di re inglesi ‑ i Pendragons.

Questo fatto, che segna le fondamenta della storia di Artù, ci dà l’opportunità di comprendere il Drago di Fuoco. Ognuno dei quattro draghi, quello d’acqua, di terra, di aria e di fuoco, rappresenta energia e potere, ma ognuno media le stesse energie in un modo diverso e, alla fine, saremo chiamati a integrare ed armonizzare questi quattro differenti tipi di “energia dragonica” nel nostro essere. L’energia del Drago di Fuoco ha a che vedere con l’essere re, l’essere leader, il governare, l’essere maestri. Per questo i Druidi furono capaci di interpretare con tanta accuratezza la visione di Uther. Si dice che suo figlio, Artù, portasse un drago dorato sull’elmetto a simboleggiare il suo rango, e il drago di fuoco ha continuato ad essere simbolo, da allora, di autorità e potere.



MERLINO E I DUE DRAGHI

La leggenda racconta che la bandiera gallese, che mostra uno di questi draghi, derivi dal tempo in cui il Re Vortigern scoprì di non essere capace di costruire la sua fortezza a Dinas Emrys perché le fondamenta di pietra crollavano continuamente. Merlino, che ancora era un ragazzo conosciuto come Emrys, fu portato a corte e, con la sua visione mistica, riuscì a spiegare che due draghi stavano combattendo in un lago sotto la fortezza scuotendone le fondamenta. Uno era rosso e rappresentava i Bretoni, l’altro era bianco e rappresentava i Sassoni. Re Vortigern ordinò di scavare in profondità per vedere se Merlino dicesse la verità o meno. Furono trovati entrambi i draghi, che cominciarono a combattere. Alla fine il drago rosso vinse e diventò l’emblema del Galles.




IL FUOCO DEL DRAGO

1 draghi di questi racconti di antica tradizione sono raffigurati come maligni, ma nella tradizione dei Druidi il drago di fuoco ha una valenza neutra ‑ di fatto, il drago è maligno o benigno in accordo al nostro grado di evoluzione. Non tutta la conoscenza può essere usata da tutti, non ogni potere può essere usato da tutti. Sono ben noti i pericoli nei quali si può incorrere se potere e conoscenza cadono in mani corrotte. Il drago di fuoco è maligno soltanto se è incontrato da chi non è preparato o non è sufficientemente forte da potere sostenere le energie che rappresenta ‑ a questo punto ci si può sentire esauriti o “bruciati”. Il Drago di Fuoco è a guardia del tesoro del Fuoco Interiore che brucia in ognuno di noi e che nella tradizione druidica è chiamato Fuoco del Drago, o Nwyre, ma che comunque è più vastamente conosciuto in Oriente con il nome di Kundalini. Questo fuoco circola attraverso i nostri centri psichici, o chakra, e il suo risveglio prematuro, indotto con l’uso di droghe o di tecniche esoteriche non appropriate, può portare a gravi disturbi psicologici e persino a malattie fisiche. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che il drago che sta a guardia di questa potente energia sia raffigurato come feroce, per le gravi conseguenze che possono derivare dal cattivo uso della sua potenza.”

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