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domenica 20 gennaio 2013

LE COSTELLAZIONI FAMILIARI DI BERT HELLINGER






Bert Hellinger nasce il 16 Dicembre 1925 a Colonia, studia Filosofia, Teosofia, Teologia e Pedagogia, è Sacerdote per 25 anni, di cui 16 trascorsi come missionario tra gli Zulu in Africa.

Successivamente diventa psicoterapeuta ed integra varie discipline: L'Analisi Transazionale, le Dinamiche di Gruppo, la Terapia Primaria, la Psicoterapia Familiare Sistemica, la Programmazione Neurolinguistica (PNL) l'Ipnosi Ericksoniana ed altri processi Ipnoterapici.

A partire dal 1980 espone le basi delle sue linee teoretiche e metodologiche in merito alle Costellazioni Familiari e Sistemiche, una delle varie espressioni della psicologia fenomenologica e sistemica.

Per sua affermazione, la vita di ognuno è condizionata da destini e sentimenti che non sono veramente propri e personali; anche malattie gravi, il desiderio di morte e problemi sul lavoro possono essere dovuti a irretimenti del sistema-famiglia e possono essere portati alla luce attraverso il processo delle Costellazioni Familiari.

Riprodotta da rappresentanti, che ricreano le interdipendenze esistenti tra i componenti di una famiglia o di un gruppo, questa ”messa in scena” va ad evidenziare le dinamiche inconsce che causano sofferenza in molti aspetti della vita di ciascuno: nelle relazioni affettive, nelle relazioni in ambito professionale, nel rapporto con il denaro e con la salute.

Tra i principali elementi teoretico/pratici delle Costellazioni familiari si distinguono i costrutti riguardanti gli “ Ordini dell’amore”, la “ Legge dell'Appartenenza “, la “Legge dell'Ordine Sacro”, la “ Legge dell'Equilibrio ed Esclusione”, l' “ Irretimento”, l' “Ordine gerarchico”, l' “Amore cieco”, il “ Movimento interrotto”.

Nella famiglia, in particolare, assumono importanza nel creare disfunzioni e disturbi le confusioni fra ruoli e funzioni adulte ed infantili: ad esempio la funzione di un padre assente svolta impropriamente da un figlio maschio che, facendo un salto generazionale, diventa il marito-figlio della madre; oppure un figlio che addirittura vuole insegnare ai propri genitori come essere genitori, eseguendo un doppio salto generazionale andando a ricoprire il ruolo proprio dei nonni.

Esistono alcuni principi che ci aiutano a comprendere il funzionamento del Sistema Familiare



La Legge dell'Appartenenza:

ogni membro di un sistema familiare ha diritto di fare parte del sistema-famiglia e conseguentemente nessuno può esserne escluso, per nessun motivo. Questo riguarda soprattutto i bambini abortiti o morti molto piccoli che di solito vengono dimenticati o addirittura non considerati come membri della famiglia. Ma anche persone escluse e dimenticate dalla famiglia a seguito di emarginazione sociale, menomazioni fisiche o mentali, carcerazione, omosessualità, emigrazione, scelte religiose, devono essere reintegrate nella famiglia, se ciò non avviene saranno i successori a dover subire le conseguenze dell'esclusione e pagarne il prezzo, spesso rivivendo il destino degli antenati esclusi.


Legge dell'Ordine Sacro:

all'interno della famiglia, ogni membro detiene una posizione unica, insostituibile e speciale in relazione a tutti gli altri, che dipende dal momento della nascita, e deve essere riconosciuta e rispettata per mantenere il sistema in armonia. I genitori vengono prima dei figli, i fratelli maggiori prima dei fratelli minori e così via, perchè la vita stessa segue un ordine temporale e procede seguendo una direzione ben precisa, dal passato verso il futuro. Chi è arrivato prima ha più diritto di chi è arrivato dopo, se l'ordine viene sovvertito l'energia vitale cessa di fluire.




Legge dell'Equilibrio:

nel "sistema familiare" esiste non solo un senso dell'appartenenza e  dell'ordine, ma anche un senso dell'equilibrio. I genitori sono “grandi”  e “danno” mentre i figli  sono “piccoli” e “ricevono”. Perchè vi sia equilibrio all'interno di un sistema dovrebbe essere rispettata questa regola: i genitori dovrebbero “dare con amore”, ossia senza pretendere niente in cambio e i figli dovrebbero “ricevere con gratutudine”, ossia non lamentarsi o giudicare per quello che hanno ricevuto. In una relazione di coppia i partners sono “uguali” in quanto entrambi adulti e in tal caso si ha equilibrio quando lo scambio è “equo”, ossia ognuno dei due “da e riceve” in egual misura.



La Coscienza Familiare:

ognuno deve essere pienamente responsabile di ciò che fa: le conseguenze di ogni azione portata a termine da un componente della famiglia ricadono su tutto il sistema, se il responsabile non se ne fa carico. Ogni torto commesso o subito richiede una compensazione, e accade spesso che molte persone restino a lungo impegnate in questi compiti di riparazione piuttosto che nel vivere la propria vita.



L'Amore Cieco:

il vincolo che unisce i figli ai propri genitori è un sentimento inconscio di natura biologica arcaica che supera anche l'effettiva mancanza di conoscenza o contatto (nel caso il figlio venga abbandonato e cresciuto da altre persone), o le problematiche relazionali (violenze, abusi, conflitti). E' un amore non solo senza condizioni, ma anche "cieco", che spinge i figli a prendere inconsapevolmente su di sé il dolore e il destino dei propri genitori. Alcuni figli sono pronti a sacrificare la propria esistenza per i genitori, e nell'illusione di poterli salvare, si condannano ad una vita di fallimenti, di solitudine, di malattia e addirittura di morte.



Il Movimento interrotto:

I genitori, e specialmente la madre, sono in grado di offrire ai figli amore, sicurezza, senso di protezione e fiducia. Il figlio dipende in maniera totale dai genitori e in particolare dalla madre, con la quale esiste fin dal principio un rapporto di unione simbiotica. Ma anche in seguito il flusso di amore e di energia vitale che scorre dai genitori ai figli è fondamentale per una crescita serena e armoniosa. Se il rapporto tra la madre e il figlio si spezza precocemente a causa di un evento drammatico che colpisce la madre, il figlio non sarà più in grado di ricevere, questa interruzione nel flusso di energia dalla madre al figlio è chiamato appunto “movimento “interrotto”

Una gravidanza portata a termine in uno stato di ansia e pericolo per le condizioni esterne come nel caso di lutti, guerre o carestie, oppure per condizioni fisiche, oppure gravi difficoltà nel parto o, ancora di più, lunghe malattie fisiche della madre o del bambino subito dopo il parto, sarebbero responsabili del movimento interrotto. Particolarmente angosciante e traumatica viene considerata l'esperienza della morte della madre durante il parto o poco dopo di questo. In questi casi occorre ristabilire, attraverso opportuni procedimenti, la connessione tra madre e figli.


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