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venerdì 20 aprile 2012

IL RISVEGLIO DEL CORPO SACRO di TENZIN WANGYAL RINPOCHE

Rifugio Interiore: Immobilità,Silenzio, Spaziosità

Per applicarsi con successo in metodi di meditazione che favoriscono cambiamenti positivi nella vostra vita, per trasformare veramente la vostra confusione in saggezza, è necessario connettersi con lo spazio guaritore dell’essere. Il primo passo nel processo di trasformazione è di spostarsi dalla propria identificazione col corpo carmico concettuale di dolore, o alla vostra identità come persona con un problema, all’identificazione con l’apertura.

Messo semplicemente, vi state avvicinando di più al vostro autentico sé ed allontanandovi dal vostro ego.
Fin dall’inizio, siate immobili nel corpo. Restando immobili, percepirete direttamente qualunque cosa stiate sperimentando nel vostro corpo perché non state rifuggendo da esso. Potreste divenire consapevoli di disagio o agitazione. Rimaneteci. Restate con questi direttamente. Sentite l’esperienza del corpo.

Ogni momento di collegamento a quella stabilità è un momento di guarigione. Questo è qualcosa che potete fare in qualunque momento durante la giornata oltre che all’inizio della seduta di meditazione. Fermatevi. Restate immobili.


Sentite il vostro corpo. Se siete capaci di restare immobili, state entrando attraverso la porta del corpo invece di uscire, scollegandovi da voi stessi con l’agitazione e la distrazione.

Poi, portate la vostra totale attenzione al silenzio interiore. Ascoltate quel silenzio. E’ interessante notare che quando ascoltate il silenzio i suoni intorno a voi possono diventare molto vividi. Il vostro chiacchiericcio interno può diventare più evidente. Lasciate tutto così com’è. Senza combattere contro nulla, continuate a dirigere l’attenzione al silenzio, e scoprirete una grande riserva di pace. 

State entrando nella consapevolezza aperta attraverso la porta della voce. Il vostro dialogare interno si calmerà da sé. Questo è qualcosa che potete anche tentare durante la attività della giornata. Semplicemente fermatevi ed ascoltate il silenzio. Con la pratica, potrete cominciare ad aver fiducia nel fatto che quel rifugio interiore vi porta più vicino a chi siete veramente.

Infine, portate l’attenzione alla mente stessa. Se siete occupati a pensare, fermatevi e guardate direttamente i pensieri stessi. Nello dzogchen, l’insegnamento più alto del Bon, c’è un’espressione:”Osservazione nuda”. Portate attenzione nuda al momento. Piuttosto che rifiutare i pensieri o elaborare su di essi, permettete semplicemente che ci siano, poiché verrebbero comunque. In pratica, non fate niente. 

Solamente, guardate quel pensiero direttamente. Non lo rigettate; vi aprite ad esso; andate verso di esso, vi avvicinate; come cercando di afferrare un arcobaleno, lo attraversate e scoprite la spaziosità. Un pensiero non riesce a sostenersi da sé, svanisce, e voi scoprite la spaziosità interiore della mente.

A volte, per favorire il senso di collegamento con lo spazio interno della mente, può essere d’aiuto guardare il cielo. Uscite fuori e guardate il cielo aperto. Connettendovi con l’apertura esterna, sentite l’apertura dentro di voi.

Spesso è molto difficile per le persone non continuare ad elaborare le proprie storie. Ognuno ha ottime storie. Ma se voi portate pura attenzione alla mente stessa, questa pura attenzione scopre che la mente stessa è vuota. Quella è la sua natura. Quindi, anche per un solo istante, connettetevi con la pura consapevolezza, con la mente aperta e spaziosa. In questo modo, state entrando nell’apertura attraverso la porta della mente. Invece di uscire dalla porta della mente pensando, pensando e sconnettendovi da voi stessi, entrate dalla porta della consapevolezza priva di pensiero, o spaziosità , e scoprite questo potente rifugio interiore.

Collegandovi con l’immobilità, silenzio, e spaziosità utilizziamo tre diverse porte ma arriviamo allo stesso posto, pura, aperta presenza. Semplicemente collegandovi in questo modo, state già trasformando la sfide della vostra vita anziché contribuire ad esse.

Fonte: Link

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