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giovedì 13 ottobre 2011

SCIAMANESIMO E DRUIDISMO




Lo sciamanesimo originariamente legato alle culture di cacciatori-raccoglitori si è diffuso quasi ovunque nel mondo e con caratteristiche comuni.

Lo sciamanesimo ha radici molto antiche, come suggeriscono interpretazioni di alcuni graffiti rupestri ritrovate in territorio scandinavo e siberiano.
Lo Sciamanesimo è l’espressione di un modo di vivere e di sentire la natura, diffuso nelle società animiste nelle quali si pensa che i destini degli esseri umani siano decisi da spiriti ultraterreni e ogni elemento del mondo fisico sia animato da un principio vitale, governato da uno spirito regnante.

Gli strumenti classici dello sciamano consistono nel tamburo, maschere, strumenti musicali, cintura di sonagli, statue raffiguranti l’effige degli spiriti verso cui trasmigrare.

Il tamburo in special modo è uno strumento potente, e talvolta la sua membrana viene decorata e dipinta con immagini antropomorfe o zoomorfe, simboli sacri, elementi cosmogonici e della natura come sole, terra, montagne, fiumi.



Lo sciamano è anche il depositario dei saperi di quei popoli oltre che il guaritore. Possiede una conoscenza profonda delle tradizioni, dei miti della comunità. Conosce le canzoni e i metodi di concentrazione. È la persona che maggiormente riesce a vivere in spiritualità con il mondo naturale circostante, conoscendo le regole di equilibrio e armonia. I suoi saperi spaziano dalla mitologia alla medicina.

La caratteristica principale dello sciamano è quella di “viaggiare” in condizioni di estasi nel mondo degli spiriti e di utilizzarne i poteri per il singolo o per l’intera comunità. Le tecniche per far questo sono essenzialmente il sonno estatico (trance mistica) e la trasformazione in animale del proprio spirito (animali psicopompi, trasformazione zoomorfica)

Nella trance si presentano due categorie di segni: i sintomi, cioè l’espressione bruta e non elaborata di un cambiamento, percepito al livello puramente sensibile (tremare, svenire, provare terrore, essere preda di convulsioni, avere lo sguardo fisso, essere paralizzato negli arti, provare insensibilità al dolore, avere tic, disturbi termici, ecc.). Si è perduta ogni forma di coscienza riflessiva, ed in genere non si ha ricordo alcuno dell’esperienza. I comportamenti invece, non sono semplici reazioni, ma atti carichi di valore simbolico, espressione comunque di una cultura e di una società. Si compiono azioni sorprendenti, che denotano sempre un superamento di limiti e barriere, come camminare sulle braci senza provare dolore, trafiggersi il corpo o maneggiare armi ed animali pericolosi. C’è chi piega oggetti e compie gesti acrobatici impossibili nello stato normale, chi guarisce le malattie o vede il futuro, chi incarna una divinità o entra in contatto con i morti. Nella trance si viaggia nel paese degli dei, si parlano lingue sconosciute, o infine, si balla per ore intere o si canta per giorni e notti senza interruzioni. La trance cioè, si presenta sempre come un’esaltazione del proprio io, un intensificarsi di una disposizione fisica e mentale, esprimendosi quasi sempre con un superamento di certi limiti umani (Rouget, 1986)

L’antico Druido incarnava per molti versi il ruolo dello sciamano in funzioni ed attività che l’antropologia culturale moderna ha ampiamente documentato presso varie popolazioni; spesso viene sollevata l’obiezione che presso i druidi il percorso iniziatico facesse parte di un apprendimento codificato in studi che potevano durare per un decennio e che fossero riservati a una classe funzionale; nulla di ciò toglie alle “doti innate” presenti per taluni nello sciamano a prescindere dalla sua iniziazione, e ancor meno alla “benedizione degli Spiriti” che altri attribuiscono alla forte presenza di potere psichico donato.


 






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