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sabato 10 settembre 2011

Comprare bunker e rifugi in vista del 2012 va di moda anche in Italia


Negli ultimi giorni sta facendo notizia anche sui media italiani la moda di acquistare bunker e rifugi per sfuggire a non meglio precisate catastrofi su scala mondiale previste per il dicembre 2012. La moda, scoppiata negli USA (ne parlavamo qui), arriva ora anche nel nostro paese: parola della Matex Security di Pontedera che ha dichiarato all’agenzia AdnKronos di aver visto “triplicare le richieste rispetto al 2009”. Ma chi sono i clienti di quest’azienda specializzata in prodotti per la sicurezza sottoposti a rigorosi vincoli di confidenzialità e riservatezza? 

“Commercianti, industriali e anche parlamentari”, assicura Leonardo Remorini, titolare della Matex Security, che rivela la costruzione in corso di diversi rifugi, di cui uno sull’Appennino, uno in Toscana, uno sulle colline di Asti “e uno per un industriale romano che ha venduto casa al mare per farsi il bunker in montagna” (magari per tutelarsi da uno tsunami). Naturalmente bocche cucite sulle precise ubicazioni. 


L’azienda Bunker2012 si è ugualmente gettata nell’affare: sul sito Internet offre diverse soluzioni, dalla realizzazione di panic-room in aree protette di casa o in cantine passando per bunker portatili, fino ai bunker statici in cemento armato, a prova di fughe radioattive e tempeste solari. Secondo Nello Di Savio, consulente di Bunker2012, i preventivi richiesti sono circa una decina alla settimana. E i prezzi variano dai 300 ai 700mila euro (appena 18mila per la versione portatile “a tenda”).

Ma i più radicali, quelli che davvero alla fine del mondo ci credono, hanno pensato bene di lasciare l’Italia per rifugiarsi proprio nel cuore dell’ex impero dei Maya, nella penisola messicana dello Yucatan. Sono 38 famiglie italiane che hanno aderito all’associazione “Quinta Essencia”, nota anche come “Evo Cris”. Gli abitanti del luogo, un villaggio sopra le montagne chiamato Xul, hanno contribuito a realizzare il rifugio, battezzato “Las Aquilas” (“le aquile”, nella foto): una serie di villini fortificati in cemento armato con pareti spesse oltre 60 centimetri e ingressi protetti da lettori dell’iride per evitare intrusioni. Una serie di tunnel porterebbe poi a una struttura sotterranea pronta a ospitare la famiglie nel caso di un cataclisma ancora più distruttivo.

Una storia ricostruita dal documentarista messicano residente a Roma, Jesus Garces Lambert, che sarà raccontata a ottobre all’interno del programma “Voyager” su Rai2. Il regista parla di una vera e propria setta, costituita da italiani facoltosi e annoiati della vita abbagliati dalle parole di una santona che avrebbe avuto in sogno il suggerimento di costruire un rifugio in quell’area dello Yucatan. La santona, Carolina Zalce, messicana ma residente a Roma con il marito, funzionario della FAO, iniziò a fare proseliti nella capitale, tramite un’associazione new-age, denominata “Il Centro”.

Si rifugiò in Messico quando la sua associazione venna inserito in una lista nera del Viminale riguardante possibili culti pericolosi in vista del Giubileo del 2000. Da allora si sarebbe trasferita nella località messicana raggiunta da circa 80 italiani, mentre altri 500 sarebbe pronti a raggiungerla al primo segnale di guai. Facoltosi imprenditori, giovani rampolli di ricche famiglie che avrebbero donato buona parte delle proprie sostanze alla setta Evo Cris. Sul caso hanno indagato le autorità messicane, ma tutto risulta in regola: permessi di soggiorno inclusi.

Resta solo l’ennesimo clamoroso caso di imbonimento da parte di fantomatici guru che riescono a estorcere enormi somme di denaro a gente disposta a credere a qualsiasi cosa. Non il primo e nemmeno l’ultimo.
Fonti: Il Secolo XIX – AdnKronos – Notizie Tiscali.it

Fonte: Link

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