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domenica 14 agosto 2011

TENERE IL CUORE AL CALDO , IL FUTURO DEI TRAPIANTI




Dopo quanto gia' postato sull' espianto d'organi ,non posso che estremamente apprezzare l'incipit di questo articolo


Il futuro dei trapianti sembra uscito dalla penna di Mary Shelley: il dispositivo per la perfusione a caldo degli organi è una tecnologia che riesce a far battere il cuore anche fuori dal corpo del donatore, preservandolo fino a 12 ore di distanza dall`espianto, triplicando il tempo a disposizione per trasporto e impianto. Questa nuova tecnologia, che secondo la "Top 10 Medical Innovations for 2009" stilata dalla Cleveland Clinic si colloca al secondo posto, potrà essere utilizzata in futuro non solo per i trapianti di cuore, ma anche per quelli di reni, fegato e polmoni.



La tecnica attualmente utilizzata per la conservazione del cuore da trapiantare è efficace, ma vecchia di trent`anni: appena espiantato, l`organo del donatore viene chiuso in una borsa-frigorifero, del tutto simile ai contenitori termici che si usano per i picnic, e immerso nel ghiaccio. Comincia così una corsa contro il tempo: l`impianto deve essere effettuato entro quattro ore, perché, nonostante l`aiuto del ghiaccio, il cuore non più irrorato dal sangue comincia a decomporsi.

A disposizione della comunità medico-scientifica sembra ora affacciarsi una soluzione migliore: è una macchina che, anziché il freddo, per conservare l`organo da trapiantare usa il calore del sangue. Al momento dell`espianto si preleva dal donatore un litro di sangue e lo si immette nel dispositivo: quando al suo interno viene posto anche il cuore, la macchina inizia a pompare sangue, consentendo all`organo di ricominciare a battere.

“È una novità indubbiamente positiva – ha detto a Salute24 Antonio Famulari, presidente della Società italiana trapianti d`organo -. Ritardare l`impianto consente di avere più tempo a disposizione per la scelta del ricevente e per il controllo della qualità dell`organo, grazie anche alla possibilità di osservarlo durante la contrazione”. Infatti, mentre nel trasporto “a freddo” il cuore si ferma, grazie al “Warm organ perfusion device” continua a battere. Anche se in ogni caso, spiega Famulari, "meno tempo trascorre, e meglio è”.

L`unica nota negativa è costituita dal costo: “Mentre il trasporto in ghiaccio è piuttosto semplice – conferma Famulari – questa nuova tecnica ha bisogno di attrezzature più complesse, ma anche di personale tecnico adeguato”.

Tuttavia, nonostante i costi, la nuova tecnica di conservazione sembra essere promettente, "e se il dispositivo per la perfusione a caldo degli organi dovesse confermare i risultati ottenuti - conclude il presidente della Società italiana trapianti d`organo - sarebbe certamente un investimento che varrebbe la pena fare”.

di paolo fiore (21/01/2009)

FONTE

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