Cerca nel blog i post e gli argomenti di tuo interesse

Translate

martedì 26 aprile 2011

La Profezia di Thiaoouba


Thao

Mi svegliai all’improvviso, non sapevo quanto avevo dormito. Ero completamente sveglio, riposato e lucido di mente, ma, buon Dio, che ora poteva essere? Lina stava dormendo al mio fianco, con i pugni chiusi, come dorme sempre…

Non avevo alcun desiderio di tornare a dormire, e inoltre erano probabilmente le cinque del mattino. Mi alzai, andai in cucina e guardai l’orologio. Solo mezzanotte e mezza! Era inusuale per me svegliarmi ad una simile ora. 

Mi tolsi il pigiama e mi misi i pantaloni e la maglia con le maniche corte, ma non sapevo perché. E non sapevo nemmeno perché andai alla mia scrivania, presi un foglio di carta e una biro ed osservai me stesso scrivere, come se la mia mano avesse una sua mente indipendente.

“Mia cara, starò via per circa dieci giorni. Non ti preoccupare assolutamente.”


Lasciai il foglio presso il telefono e attraversai la porta per andare sulla veranda. Evitai il tavolino sul quale si trovava ancora il gioco di scacchi della notte precedente, con il Re bianco ancora in scacco matto, e aprii silenziosamente la porta che dava sul giardino.

La notte sembrava essere soffusa da una strana luminosità che non aveva nulla a che vedere con le stelle. Istintivamente, cercai di ricordarmi in quale fase fosse la luna al momento, pensando che forse stava per sorgere. Qui, nell’estremo nordest dell’Australia dove vivo, le notti sono generalmente piuttosto chiare. 

Scesi le scale che davano sul giardino e mi diressi verso il pandanus. Generalmente, a quest’ora, ci sarebbe stato un vero concerto di canti di rane e di grilli i cui trilli riempiono la notte. Invece c’era un pesante silenzio e mi chiesi quale ne fosse il motivo.

Avevo disceso solo pochi gradini quando, piuttosto improvvisamente, il colore del filodendro cambiò. Anche i muri della casa ed il pandanus, tutto era immerso in una luce bluastra. Il prato sembrava ondeggiare sotto i miei piedi e nello stesso modo sembrava ondeggiare il terreno sotto il pandanus. Il filodendro si distorse e il muro della casa assomigliò ad un lenzuolo che ondeggiava nel vento (1). 

(1) Durante una delle sue letture pubbliche, l’autore ha anche utilizzato il termine “nebbiolina di calore”.   

Incominciavo a credere di non sentirmi bene e decisi di tornare in casa ma, in quel preciso momento, mi sentii sollevare molto gentilmente da terra. Salii, dapprima lentamente, al di sopra del filodendro, e poi più velocemente, fino a che vidi la casa divenire sempre più piccola sotto di me. 

“Che cosa sta succedendo?” Esclamai in completo smarrimento.

“Va tutto bene ora, Michel.”

Pensai allora di star sognando. Dinnanzi a me, un essere umano di una grandezza impressionante, vestito con un abito tutto di un pezzo e che indossava un casco completamente trasparente sulla sua testa, mi stava osservando, amichevolmente e sorridendo. 

“No, non stai sognando,” disse, rispondendo alla domanda nella mia mente.

“Sì,” risposi, “ma succede sempre in questo modo in un sogno e alla fine ti ritrovi che sei caduto dal letto e hai un bernoccolo sulla fronte.” Ella sorrise. “Poi,” continuai “tu mi stai parlando in Francese, la mia lingua madre, e invece siamo in Australia. Io so parlare anche in Inglese, lo sai?” 

“Anch’io.”

“Ma deve essere un sogno, e oltretutto uno di quei sogni stupidi. Se non lo è, che cosa ci fai nella mia proprietà?”
“Noi non siamo nella tua proprietà, ma al di sopra di essa.”
“Ah! E’ un incubo. Vedi che avevo ragione. Mi darò un pizzicotto!” E accompagnai le parole con l’azione. Ahi!

Ella sorrise ancora. “Sei soddisfatto ora, Michel?”

“Ma se non è un sogno, perché allora sto seduto su questa roccia? Chi sono quelle persone là, vestite alla moda dell’ultimo secolo?” Stavo iniziando a distinguere, in una luce lattea, delle persone che parlavano e in leggera distanza altre che si muovevano in giro. “E tu, chi sei tu? Perché non sei della grandezza normale?”

“Io sono della grandezza normale, Michel. Sul mio pianeta noi siamo tutti di questa grandezza. Ma tutto a tempo debito, mio caro amico. Spero che non ti dispiaccia se ti chiamo cosi? Se non siamo ancora buoni amici, sono certa che lo saremo presto.”
Stava lì in piedi davanti a me, intelligenza riflessa sul suo volto sorridente e benevolenza che emanava dal suo intero essere. Non sarebbe stato possibile incontrare qualcuno con cui trovarmi di più a mio agio. 

“Naturalmente, mi puoi chiamare come preferisci. E quale è il tuo nome?”

“Il mio nome è Thao, ma innanzitutto, vorrei che tu sappia, una volta per tutte, che questo non è un sogno. Certamente, è una cosa piuttosto differente. Per certi motivi che ti verranno spiegati più tardi, sei stato scelto per intraprendere un viaggio che molti pochi esseri umani hanno fatto, particolarmente nei tempi recenti.

“Noi siamo, tu ed io, in questo momento, in un universo parallelo a quello della Terra. Per poterti fare entrare, così come siamo entrati noi, abbiamo fatto uso di un “aeroblocco”. In questo istante, il tempo si è fermato per te, e tu potresti rimanere qui venti o cinquanta dei tuoi anni Terrestri e poi ritornare come se non fossi mai partito. Il tuo corpo fisico rimarrebbe assolutamente immutato.”

“Ma che cosa sta facendo questa gente?”

“Essi esistono esattamente come ci si può aspettare e, come imparerai più tardi, la densità di popolazione è molto bassa. La morte può avvenire solo per suicidio o incidente. Il tempo è sospeso. Ci sono uomini e donne, così come animali che sono di 30.000, 50.000 o pure più vecchi di molti più anni Terrestri.
“Ma perché sono lì e come ci sono arrivati? Dove sono nati?”
“Sulla Terra… sono tutti qui per caso.”

“Per caso? Ma cosa vuoi dire?”
“E’ molto semplice. Hai mai sentito parlare del Triangolo delle Bermuda?” Assentii.

“Bene, piuttosto semplicemente, in questo luogo e in altri molto meno conosciuti, questo universo parallelo si confonde con il vostro universo così che esiste fra loro una curvatura naturale.
“Gente, animali o anche oggetti che si trovano nelle immediate vicinanze di una curvatura ne vengono letteralmente risucchiati. Così, si può avere, per esempio, un’intera flotta di navi che scompare in parecchi secondi. Talvolta una persona o persone, possono ripassare nel vostro universo dopo parecchie ore, parecchi giorni o parecchi anni. Ma, più frequentemente, non ritornano più.

“Quando un essere umano ritorna e riferisce la sua esperienza, la più parte della gente non gli crede, e se insiste, viene presupposto “matto”. Il più delle volte, questa persona non racconta assolutamente nulla, rendendosi conto di come apparirebbe agli occhi dei suoi simili. Altre volte invece, ritorna in stato di amnesia, e se recupera qualche memoria, non è di quanto è accaduto nell’universo parallelo, e di conseguenza non fa ombra di luce sul soggetto.”

“Ci fu,” continuò Thao, “un tipico caso di questo passaggio in un universo parallelo Nord America, dove un giovane uomo scomparve letteralmente mentre andava a raccogliere acqua da un pozzo che era situato a diverse centinaia di metri dalla sua casa. Dopo circa un’ora, familiari ed amici si misero a cercarlo e, siccome c’era stata una recente nevicata di circa 20 centimetri, sarebbe dovuto essere piuttosto facile trovarlo, dovevano solo seguire le impronte lasciate dal giovane uomo. Ma le impronte si fermavano proprio in mezzo al campo.

“Non c’erano alberi intorno, niente rocce sulle quali sarebbe potuto saltare, niente di strano o inusuale, le impronte semplicemente si fermavano. Alcune persone credevano che fosse stato preso da un’astronave, ma questo non poteva essere accaduto, come vedrai più tardi. Il povero uomo era semplicemente stato risucchiato nell’universo parallelo.”

“Mi ricordo,” dissi, “ho sentito parlare di quel caso, ma tu come fai ad esserne a conoscenza?”

“Scoprirai dopo come lo so,” rispose enigmaticamente.
Fummo interrotti dall’improvvisa comparsa di un gruppo di persone così bizzarre che mi chiesi nuovamente se questo non era tutto un sogno. Circa una dozzina di uomini, accompagnati da quella che sembrava essere una donna, emersero da dietro un ammasso di rocce a circa cento metri di distanza da dove ci trovavamo. 

La vista era anche più strana, dal momento che questi esseri umani sembravano essere usciti dalla pagine di un libro di preistoria. Con il portamento da gorilla, brandivano enormi clave che l’uomo moderno non sarebbe stato in grado di sollevare da terra. Queste ripugnanti creature stavano venendo dritte verso di noi, ululando come bestie selvagge. Feci un movimento per fuggire, ma la mia compagna mi disse che non c’era niente da temere e che dovevo rimanere immobile. Mise la mano sulla fibbia della sua cintura e si girò in modo da averle di fronte. 

Udii una serie di piccoli click e cinque degli uomini che sembravano più forti caddero a terra, immobili. Il resto del gruppo si fermò nettamente ed iniziò a gemere. Si prostrarono di fronte a noi. 

Guardai nuovamente Thao. Stava immobile come una statua, il suo volto era fermo. I suoi occhi erano fissi su queste persone come se stesse tentando di ipnotizzarle. Appresi dopo che stava dando ordini per via telepatica alla femmina del gruppo. Improvvisamente, questa femmina si alzò ed iniziò, mi sembrava, a dare ordini con una voce gutturale al resto degli altri. Poi loro aiutarono a rimuovere i corpi, trasportandoli sulle loro schiene verso l’ammasso di rocce menzionato prima. 

“Che cosa stanno facendo?” Chiesi.

“Copriranno i loro morti con delle pietre.”
“Li hai uccisi?”
“Ho dovuto.”
“Cosa vuoi dire? Eravamo veramente in pericolo?”

“Certo che sì. Queste sono persone che sono state qui per dieci o quindicimila anni, chi lo sa? Non abbiamo tempo per stabilirlo e comunque, non ha alcuna importanza. In ogni caso, questo illustra bene quanto ti stavo spiegando qualche momento fa. Queste persone sono passate in questo universo in un certo tempo, e hanno vissuto in quel tempo fin da allora.”

“E’ terrificante!”
“Sono d’accordo, ma è comunque parte della naturale, e di conseguenza universale, legge. Inoltre sono pericolose perché si comportano più come bestie selvagge che esseri umani. Non sarebbe stato possibile il dialogo fra loro e noi, così come non è possibile fra loro e la maggior parte degli altri che vivono in questo universo parallelo. Innanzitutto perché non sono in grado di comunicare, poi perché non capiscono, meno di chiunque altro, che cosa gli è successo. Eravamo in serio pericolo e, dico sul serio, ho fatto loro un favore proprio ora, di liberarli.”

“Liberarli?”
“Non sembrare così scandalizzato, Michel. Sai piuttosto bene che cosa intendendo dire con questo. Sono liberati dai loro corpi fisici e sono ora in grado di continuare il loro ciclo, come ogni altro essere vivente, in accordo con il normale processo.”
“Così, se capisco correttamente, questo universo parallelo è una maledizione, una sorta di inferno o purgatorio?”

“Non sapevo che tu fossi religioso!”
“Faccio questo paragone solo per mostrarti che sto cercando di capire,” risposi, chiedendomi come avrebbe potuto sapere se ero religioso o meno.

“Lo so, Michel, ti stavo solo prendendo in giro. Avevi ragione nel spiegarlo come una sorta di purgatorio ma, naturalmente, questo è piuttosto accidentale. Infatti, questo è uno dei molti incidenti della natura. Un albino è un incidente, ed anche un trifoglio a quattro foglie può essere considerato un incidente. La vostra appendice è similmente un incidente. I vostri dottori si chiedono ancora che uso possa avere nel vostro corpo. La risposta è nessun uso. Ebbene, generalmente, in natura, tutto ha una precisa ragione per esistere, è per questo che includo l’appendice fra gli “incidenti” naturali.

“La gente che vive in questo universo non soffre né fisicamente né moralmente. Per esempio, se ti colpissi, tu non sentiresti alcun dolore, ma se i colpi fossero sufficientemente forti, anche senza dolore, potresti comunque morire a causa di essi. Questo può essere difficile da capire, ma è così. Coloro che esistono qui non sanno nulla di quanto ti ho appena spiegato, ed è una fortuna perché potrebbero essere tentati di commettere suicidio, cosa che, anche qui, non è una soluzione.

“Che cosa mangiano?”
“Non mangiano, e non devono nemmeno, perché non ne sentono la necessità. Qui, ricorda, il tempo si è fermato, quelli morti non si decompongono nemmeno.”

“Ma questo è terribile! Allora, il più grande servigio che si può rendere a questa gente sarebbe di ucciderli!”

“Qui sollevi un punto importante. Effettivamente sarebbe una delle due soluzioni”

 “Quale è l’altra?”

“Rispedirli indietro da dove sono venuti, ma questo porrebbe grandi problemi. Siccome siamo in grado di usare la curvatura, potremmo far ritornare molti di loro nel vostro universo, e quindi liberarli, ma sono certa che tu sei consapevole degli enormi problemi che questo potrebbe creare per la maggior parte di questa gente. Qui, come ho già detto, ci sono persone che vi sono rimaste per migliaia di anni. Che cosa accadrebbe se si ritrovassero nell’universo che hanno lasciato così tanto tempo fa?”

“Potrebbero impazzire. E allora, non c’è niente da fare.” Ella sorrise gentilmente alla mia affermazione.

“Tu sei sicuramente l’uomo di azione di cui noi abbiamo bisogno, Michel, ma guardati dal saltare alle conclusioni, hai ancora molto da vedere.” Mise la sua mano sulla mia spalla, e per far questo si dovette inclinare leggermente Nonostante non lo sapessi ancora, Thao misurava 290 centimetri, era eccezionalmente alta per un essere umano. 

“Vedo con i miei stessi occhi che abbiamo fatto la scelta giusta nel scegliere te, dal momento che hai una mente astuta, ma non ti posso spiegare tutto ora, per due motivi.”
“E sarebbero?”
“Innanzitutto, è ancora troppo presto per una simile spiegazione. E con questo, intendo dire che tu devi essere istruito ulteriormente su certi punti prima di procedere oltre.”
“Capisco, e il secondo?”
“Il secondo motivo è che ci stanno aspettando. Dobbiamo partire.”

Con un tocco leggero, mi girò. Seguii il suo sguardo e sbarrai gli occhi per la sorpresa. A circa 100 metri da noi c’era un’enorme sfera, dalla quale emanava un’aura bluastra. Appresi in seguito che misurava 70 metri di diametro. La luce non era ferma, ma scintillava, assomigliando alla nebbiolina di calore che si vede quando si guarda da lontano la sabbia riscaldata dal sole estivo.
Questa enorme sfera “scintillava” a circa dieci metri da terra. Non aveva finestre, né aperture, né scala, sembrava liscia come il guscio di un uovo.

Thao mi fece segno di seguirla e andammo verso la macchina. Ricordo molto bene quel momento. Durante il breve tempo che occorse per avvicinare la sfera, ero così eccitato che persi il controllo dei miei pensieri. Un fiume costante di immagini balenò nella mia mente, assomigliando a un film in modalità “avanzamento veloce”. Vidi me stesso raccontare questa avventura alla mia famiglia, e vidi nuovamente articoli di giornale che avevo letto a proposito degli UFO. 

Ricordo di una sensazione di tristezza che mi attraversò quando pensai alla mia famiglia che amavo tanto; mi vidi catturato, come in una trappola, e accadeva che forse non li avrei rivisti mai più…

“Non hai assolutamente nulla da temere, Michel,” disse Thao. Fidati di me. Tu verrai riunito alla tua famiglia presto, e in ottima salute.”

Credo che la mia bocca cadde aperta dalla sorpresa, provocando in Thao una melodiosa risata, di quelle che vengono raramente udite fra noi Terrestri. Questa era la seconda volta che leggeva i miei pensieri; la prima volta avevo pensato che si fosse trattato di una coincidenza, ma questa volta non ci poteva essere dubbio. 

Quando arrivammo vicino alla sfera, Thao mi mise di fronte a lei e a circa un metro di distanza. 

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...