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martedì 29 marzo 2011

Yggdrasil - L'Albero Comisco


In molte antiche culture, tra loro geograficamente anche assai lontane, si ritrova la figura mitologica dell'Albero Cosmico. Esso rappresenta l'asse centrale dell'Universo, l'impalcatura che ne sottende e sostiene la sostanziale unità; talvolta simboleggia la conoscenza iniziatica ed è pure collegato al cammino spirituale verso il divino.

Tra i popoli germanici che popolavano il nord Europa, ed in particolare tra i Vichinghi, l'Albero Cosmico prendeva il nome di Yggdrasil: lo conosciamo grazie alla potente ed intrigante descrizione delineata da Snorri Sturluson, scrittore di origine islandese, che ce ne parla nell'Edda, opera in prosa apparsa intorno al 1220. Come spesso accade in questi casi, le pagine scritte narrano di cose e fatti anteriormente trasmessi oralmente, la cui origine si perde nella notte dei tempi.

Yggdrasil è il più grande tra gli alberi, e si erge al centro dell'Universo. Ha tre enormi radici che lo sorreggono: una nasce nella dimora inferiore degli dei, la seconda nella casa dei giganti di ghiaccio, che furono prima della stirpe umana, la terza nel Nifhleim, il regno dei morti.


Da ognuna delle radici sgorgava una fonte. Presso la terza radice si trovava Hvergelmir, la madre di tutti i fiumi che scorrono sulla Terra, la cui acqua riempì il nulla che si trovava tra il fuoco ed il ghiaccio all'inizio del mondo. Vicino alla seconda vi era Mimir, che conferiva a coloro che bevevano la sua acqua scienza e saggezza, ma l'accesso era proibito dal suo custode.

Dalla prima radice scaturiva infine Urdhr, la più sacra delle tre fonti: era la fonte del Destino, presso cui vivevano le tre Norne, chiamate Destino, Esistenza e Necessità.

Le Norne tessevano la trama della vita di uomini e dei, dalla nascita alla morte, e similmente alle Parche della mitologia greca rappresentavano sia le fasi lunari, che la parabola della vita umana, Gioventù, Maturità e Vecchiaia. Ogni giorno innaffiavano con l'acqua di Urdhr l'albero per mantenerlo in vita, e quest'acqua entrava nella terra sotto forma di brina; l'acqua di questa fonte conferiva anche l'eterna giovinezza, e presso la fonte si radunavano gli dei per tenere consiglio.

Il tronco di Yggdrasil attraversava il piano situato tra Terra e Cielo, ed era collegato alla casa degli uomini, la Terra di Mezzo, per mezzo di Bifrost, il ponte-arcobaleno. La sua chioma si innalzava fino ad Asgard, la residenza celeste degli dei. L'albero ospitava numerose forme di vita animale: tra le sue radici si annidava il malefico Serpente Nidhogg, che rodeva la terza radice, in perenne combattimento con l'Aquila che abitava le fronde più alte, ed il cui battito di ali originava i venti che spazzavano il mondo degli uomini. (Secondo alcune interpretazioni il Serpente rappresentava l'energia femminile della Terra, e l'Aquila l'energia maschile del Cielo). L'Aquila sorvegliava costantemente l'orizzonte, per avvisare gli dei del sopraggiungere dei loro nemici.

Tra i rami frondosi vivevano tra gli altri quattro cervi che brucavano i giovani germogli, la capra Heidhrun che nutriva con il suo latte i guerrieri di Odino, e lo scoiattolo Ratatosk, messaggero delle continue sfide tra il Serpente e l'Aquila.

Il nome Yggdrasil è traducibile come "la perseveranza di Odino", o "il destriero di Odino". Questi, padre di tutti gli dei, in un primo momento dio della guerra e della morte, diviene attraverso un percorso iniziatico anche il dio della saggezza (ovvero della conoscenza), della magia e della poesia. Tra le prove che deve sostenere per raggiungere l'Illuminazione, una comporterà la perdita del suo unico occhio, dato in pegno al custode di Mimir per potere bere l'acqua della Saggezza. Resterà quindi appeso per nove giorni e nove notti ai rami di Yggdrasil, con una lancia conficcata nel costato (impressionante la similitudine con la passione del Cristo) e, quasi in punto di morte, raggiungerà la conoscenza suprema, concessagli sotto forma dell'alfabeto delle Rune, in cui è contenuta appunto tutta la conoscenza dell'universo.

Quando giungerà Ragnarök, il crepuscolo degli dei, tutti gli dei moriranno e vi sarà la fine del Mondo. Solo Yggdrasil sopravviverà, insieme ad un uomo ed una donna, Lif e Lifthrasir, che si salveranno perchè nascosti e protetti dal legno dell'albero stesso, e daranno origine alla nuova umanità. Si replicherà così la prima creazione, in cui Odino ed altri dei avevano foggiato gli uomini da due ceppi di albero, un frassino ed un olmo.

Sturluson identifica Yggdrasil con un frassino, anche se la descrizione di alcuni suoi caratteri non corrispondono precisamente a quelli del genere, e questa è comunque l'ipotesi comunemente accettata. Secondo alcuni studiosi si trattava invece di un Tasso (Taxus baccata), ed il riconoscimento proposto si basa sulla similitudine tra la radice dell'antico nome del Tasso (Yr), ed il nome Yggdrasil.

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