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giovedì 31 marzo 2011

Il treno scomparso sull'Appenino e il nastro di Moebius



Ritorniamo a parlare di dimensioni parallele e misteri della quantistica con questa notizia che, a prima vista, sembra molto simile a quelle di tanti giornali scandalistici americani, in cui c'è sempre qualcuno che dichiara di aver visto Elvis vivo, oppure di essere stato molestato da qualche alieno libidinoso.

Ma questa volta siamo nella nostra bella, soleggiata Italia, e pare che un mistero c'è per davvero, dietro alla misteriosa scomparsa di un treno sugli appennini.

Sul settimanale “Stop” n. 2249 dell’ ottobre 1991, compariva un articolo dove il giornalista Andrea Bedetti riferiva delle dichiarazioni rilasciate da M. Ferrante e A. Lissoni, due ricercatori di misteri, e fatte durante la trasmissione televisiva condotta da Paola Protasi e dal titolo “Buongiorno Piemonte”, che andava in onda su Tele Torino GRP.


Ebbene, in tale trasmissione si affermava che un treno delle Ferrovie dello Stato, costituito da 43 vagoni, era letteralmente scomparso durante il suo tragitto all’interno della galleria del tratto ferroviario Firenze-Bologna.
Su quel convoglio c’erano solo tre macchinisti, di cui poi si sarebbero perse qualsiasi traccia.
Questo evento sbalorditivo sarebbe accaduto nel mese di marzo del 1991, ma nessun quotidiano, radio o TV ne avrebbe mai parlato.

In seguito tali fatti enigmatici sarebbero stati ripresi e resi di dominio pubblico da una rivista polacca e dal periodico “Il Globo Rivista” anno XXXIII, n. 44, di lunedì 18 novembre 1991, che si pubblica in Australia per gli italiani lì residenti.

Questi articoli aggiungevano altri interessanti particolari, come i nominativi dei tre macchinisti, tali Mario Franchini, Gerardo Massari e Umberto Bossetti; e le testimonianze di alcune persone che videro effettivamente entrare tale convoglio merci nella galleria ma che poi nessuno lo ha più visto uscire dall’altra parte della galleria. (la galleria, è bene ricordarlo, è lungo ben 18.507 metri).

L‘articolo apparso su “Stop” così terminava:

“….. un treno misteriosamente scomparso in una galleria dell’ Appennino. Un giallo appassionante del quale, se non fosse apparso un articolo nella lontana Polonia, non saremmo mai venuti a conoscenza”.

Comunque ancora oggi il mistero della scomparsa di tale treno (se veramente accaduto) rimane irrisolta e avvolta dal più fitto mistero.

Un fatto simile lo possiamo trovare nel film “Moebius” del 1996, di produzione argentina, diretto da Gustavo Mosquera R., con Guillermo Angelelli, Roberto Carnaghi, Annabella Levy, Jorge Petraglia.
Vi si racconta del giovane Daniel Pritt, di professione topografo, che viene chiamato dalla direzione della metropolitana di Buenos Aires per indagare sul misterioso caso di un convoglio di trenta persone, scomparso senza lasciare alcuna traccia.

Così Daniel Pritt si rivolge al suo vecchio insegnante, il professor Hugo Mistein, che progettò a suo tempo la metropolitana; progetto che risulterà introvabile.

Nel frattempo, vengono trovati i disegni dell’intera rete metropolitana, così Pritt scopre che il convoglio viaggia da giorni in un’altra dimensione spazio-temporale, parallela e attigua alla nostra.
Naturalmente nessuno crederà alle sue fantasiose conclusioni.

Il nastro di Moebius

Il Nastro di Moebius - è una striscia in cui, uno dei due estremi è ruotato di 180° prima di ricongiungersi con l’altro estremo. Si può fare con un pezzo di carta, incollando i due estremi nel modo detto, ed è facile riconoscere che, percorrendo tutta la superficie del nastro con un dito (facendo però due giri, un totale di 720°) si torna al punto iniziale.

Il nastro di Moebius è, globalmente un’unica superficie che però appare duale, cioè con due facce, per chi vede sola una piccola porzione: questo nastro è un brillante esempio di come il dualismo sia solo apparente e, soprattutto, frutto di un punto di vista locale, parziale.

Il nastro di Moebius spiega il “misterioso” comportamento dello spin delle particelle materiali, cioè dei fermioni. La torsione del nastro è la “proiezione” di un vortice, suddiviso in due semi vortici: uno discendente, centripeto, e uno ascendente, centrifugo.

Perciò lo spin semintero di un fermione ritorna identico a se stesso, solo dopo avere compiuto due giri, per complessivi 720°, proprio come succede percorrendo con un dito la superficie di un nastro di Moebius, (provare per credere). Lo spin intero di un bosone, invece, ritorna identico a se stesso dopo un giro di 360°.

Bonus
In tema di "treni maledetti", vi segnalo volentieri un racconto in formato ebook, scaricabile gratuitamente. Si tratta di "9753", di Glauco Silvestri. Scaricabile cliccando sulla copertina, oppure qui. (Pagine: 45, formato PDF)

Fonti:
PiZero blog: pizeroblog.splinder.com/ 
Wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Nastro_di_moebius
"Il gioco cosmico dell'uomo", di Giuliana Conforto  

Tratto da: Link

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao!! questo sito è bellissimo *_*!! mi potresti dire come si chiama la canzone che parte quando si apre?? è stupenda!!!

Ludovica M ha detto...

Ciao. Scusa il ritardo. La canzone è di Loreena McKennitt ed il titolo è Mystics Dream. Si, è davvero stupenda :)))

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